Fuori dal coro 24/04/2004

UNA PAROLA D'ORDINE CHIARA ED ESPLICITA PER STEFANO CAROLI: "REAGIRE"

L'agricoltura ha bisogno di stimoli nuovi. Dalle fascinose terre del Salento, nel tarantino, la voce di un olivicoltore che ha saputo investire con intelligenza e in maniera proficua in un territorio difficile per chi ha grandi idee, ma particolarmente vocato, in ogni caso, alle produzioni di qualità


Nato nel 1953 a Martina Franca, in provincia di Taranto, dove tuttora risiede e opera, Stefano Caroli è tra i pionieri di una olivicoltura di qualità, tra i primi ad aver investito nelle produzioni attente a evidenziare l'identità del territorio di appartenenza. Riveste tra l'altro la carica di vicepresidente dell'Aifo, l'Associazione italiana frantoiani oleari.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Mi occupo di agricoltura sin dall'infanzia. Con soddisfazione.

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Sono un pò preoccupato. C'è tanta confusione.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Perché si stanno perdendo i valori e l'importanza di chi ogni giorno mantiene in essere il territorio; ma soprattutto, si ascolta molto quello che le multinazionali pubblicizzano attraverso la stampa e la TV.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
No.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Perché sono nato in tale contesto.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Disgregato.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Incapaci.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
"Reagire".

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Più che il comparto, di andare a produrre all'estero.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Attualmente non ne vedo.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Il Ministro Marcora.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Le certificazioni sono sicuramente utili ma bisogna soprattutto formare, e informare, il consumatore su quali siano realmente le caratteristiche di un prodotto di qualità.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Le vie del latte, dell'acqua e dei tratturi sulla murgia dei trulli, delle grotte e delle gravine di Antonio Mansueto.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Nedda di Giovanni Verga.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Perché sono stati abituati solo al lavoro nei campi e,soprattutto, perché hanno poco tempo libero.

di T N