Fuori dal coro

Claudia Donegaglia: fare l’enologo è una sfida entusiasmante, sempre nuova

Il mondo rurale? Ha perso in centralità e importanza per la mancanza di menti pensanti. Suo padre? Da buon agricoltore l'ha aiutata a scandire i tempi della vita con i segni delle stagioni

06 dicembre 2008 | T N

Claudia Donegaglia è nata a Faenza nel maggio 1967 e ha conseguito il diploma in specializzazione in viticoltura in enologia a Conegliano. Di cantina in cantina e di vendemmia in vendemmia è arrivata a Cantine Intesa come responsabile del progetto qualità che da tre anni a questa parte si è arricchito anche di una piccola produzione di olio extra vergine di oliva.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Istintivamente mi viene da dire da sempre Mio padre, agricoltore della provincia di Ravenna mi ha abituato a scandire i tempi della vita con i segni delle stagioni: la temuta gelata di Pasqua, la fioritura dei peschi, il cambiamento del tempo dopo Ferragosto… Poi la scelta dell’istituto agrario con specializzazione in viticoltura ed enologia è venuta normale, quasi scontata, dopo aver visto in religioso silenzio un servizio in tv sulla scuola ‘G.B.Cerletti ‘ una domenica a "Linea Verde"… poi è arrivato il diploma nel 1988 e il lavoro di cantina in cantina. Per quanto riguarda valutare i risultati sono gli altri che bevendo il ‘mio vino’ e utilizzando il 'mio olio’ possono valutarli… Io personalmente faccio molta fatica, son abituata a tenere un basso profilo e a volare basso... non per mancanza di fiducia nelle mie possibilità, ma perché ho profondo rispetto delle materie prime con cui devo trattare di stagione in stagione (vino e olio).

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Mia madre, nei primi anni del mio lavoro quando mi lamentavo delle prime difficoltà inevitabili mi ripeteva sempre ’Non ti devi lamentare….stai facendo il lavoro per il quale hai studiato…’. Fare l’enologo è una sfida entusiasmante sempre nuova. Dopo vent'anni di professione mi fa ancora un effetto strano vedere una mia bottiglia aperta e apprezzata sul tavoli dei ristoranti.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Per il distacco che c’è fra lo stile di vita moderno, frenetico, e i tempi lunghi del mondo rurale, per la mancanza di menti pensanti e lungimiranti.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Si, se verranno fatte le politiche adeguate per il suo mantenimento e se l’attuale ministro continua ad operare in termini di comunicazione e di informazione come sta facendo ora.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Perché sono nata e cresciuta a pane e vendemmie e non ho mai pensato di poter e saper fare altro.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Faticoso e passionato.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Altalenanti come le maree.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Partecipare .

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Enologico e dove se no?

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
I 34 soci viticoli del progetto qualità di Cantine Intesa che hanno scelto di unirsi per valorizzare le loro produzioni.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Il ministro Zaia, che sta dando la visibilità che merita al mondo agricolo.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Sono utili perché danno sicurezza sulla salubrità del prodotto ma devo essere comunicate nel modo giusto al consumatore.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Perchè solo uno? E poi ci si lamenta che in Italia non si legge!
Dentro al gusto, di Mirco Marconi.
Amare il vino, di Luca Maroni e Sergio Valzania.
L’olio e i sensi di Gianfranco Felici.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Due poesie che sono quasi canzoni per la musicalità che hanno: T.S. Eliot, "Il canto dell'amore" di J. Alfred Prufrock; Wystan Hug Auden, "La verità, vi prego, sull'amore".

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Durante, di Andrea De Carlo: un modo diverso di farsi domande sulla vita.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Perché ci sono troppi reality da guardare in tv. Battute a parte, l’amore per la lettura deve nascere dalla famiglia e dalla scuola dell’obbligo. Il poco amore per la lettura quindi non lo vedo solo da parte degli agricoltori.

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