Fuori dal coro 08/11/2008

Silvana Cutrale, con lo sguardo fisso a scrutare la psicologia dell'olio

Siciliana di Buccheri, nel cuore dei Monti Iblei. "Dopo tanti sacrifici - dice - sono molto soddisfatta per quanto ho avuto modo di imparare e per i risultati raggiunti. Gli anziani sono stanchi, occorrono forze giovani


Silvana Cutrale è nata nel 1969 in Svizzera, dove erano emigrati i suoi genitori per lavoro. Vive però a Buccheri, piccolo paesino collocato nel cuore dei Monti Iblei, in provincia di Siracusa, sin dall’età di sei anni. "La mia Svizzera - confessa - non l’ho mai dimenticata".

Dopo studi tra psicologia e contabililtà amministrativa per aziende ha abbracciato il mondo agricolo per un'avventura nel comparto olivicolo, nel 1987. Il tutto quando conobbe il marito, produttore di olio da tre generazioni, oltre che stagionatore di formaggi. Ora si sente a suo agio e lo ritiene il suo mondo

Dal 1998 al 2006 è stata a capo di una azienda, la Team 4x4, giovane e al femminile, nata con l’obiettivo di puntare sull’unicità di una produzione agricola, l’olivicoltura. Obiettivo ben presto raggiunto con molte soddisfazioni e non senza un duro lavoro: con un olio che si diffonde anche all’estero e più volte premiato. "Con il tempo - dice - sono arrivati i primi problemi all’interno della società: ma i miei obiettivi non erano cambiati e oggi sto riscattando il lavoro di tanti anni di sacrifici, lontano da quei compagni di viaggio e vicino a due giovani che credono fortemente nel mio obiettivo e insieme lo stiamo portando avanti sotto il nome della società "Agrestis", con un extra vergine da Tonda Iblea che, al suo primo debutto, ha già raggiunto ottimi livelli".

Un altro settore di cui Silvana Cutrale si occupa insieme con il marito è la gestione di un laboratorio artigianale per la trasformazione del latte. Anche qui la filosofia essenziale è l’utilizzo di latte di alta qualità, proveniente da allevamenti indenni degli altopiani Iblei.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
La mia avventura nel mondo dell’agricoltura inizia nel 1987, anno in cui ho conosciuto mio marito, produttore di olio da tre generazioni. Oggi i risultati sono ottimi perché siamo riusciti a portare la qualità nel mondo.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Dopo tanti sacrifici, sono molto soddisfatta per quanto ho avuto modo di imparare e per i risultati raggiunti fin qui ma c’è tanto ancora da fare. Sono convinta che solo la passione e la serietà che dedico a questo mondo mi ripagano costantemente. La più grande soddisfazione è quando riesci ad avere dai tuoi clienti la fiducia. Sono preoccupata, invece, e mi indigna parecchio, sapere che ci sono i “sedicenti” operatori del settore che di olio non interessa proprio niente ma continuano a produrre e a vendere, a pochi euro, un “fluido verde” che loro chiamano olio, pensando di fare soldi ingannando la gente.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
E’ un problema che riscontro fortemente nel mio piccolo paese: gli anziani sono stanchi o non ci sono più e i giovani non sono interessati ad una attività poco o per niente remunerativa; la città offre di più e ci si sente più importanti a stare seduti dietro ad una scrivania.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Si, conosco molta gente che ci crede come me e se non molliamo possiamo farcela.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Per amore. Quando mi sono innamorata di mio marito mi sono innamorata anche del suo uliveto e del suo olio! Eravamo appena fidanzati e il 1° maggio anzichè andare a fare la scampagnata con gli amici, mi portò ad annaffiare un uliveto impiantato da poco: quel giorno ad una piantina diede il mio nome. Il rodaggio era andato bene!

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Difficile, ma magico.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Comode.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Passione e serietà.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Prima farei una semplice domanda: Vuoi investire in agricoltura perché ami la terra o perché vuoi fare soldi? Nel primo caso consiglierei “qualsiasi comparto” lo affascina di più; nel secondo caso consiglierei di lasciar perdere.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Il “contadino” che ama la sua terra.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Nessuno. Credo che non si possa amministrare bene ciò che non si conosce e che non si vive in prima persona.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Se i controlli per le ottenere le certificazioni sono seri, sono utili.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
L’Albero della Vita, di Francesco Alberoni, scritto durante una convalescenza in campagna. Non è un libro strettamente legato al mondo rurale, è un saggio sociologico introspettivo dell’uomo alla ricerca della vita circondato dalla natura.
Sul mondo strettamente rurale mi piace leggere le riviste specializzate: "L’Informatore Agrario", "Olivo&Olio" e "Terrà".

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Sono tantissimi. Un libro di narrativa: Ragazzi di Vita, di Pier Paolo Pasolini. Un saggio: L’Arte di amare, di Erich Fromm.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Ho appena finito di leggere Sete di Dio, di Alessandra Borghese, e ho iniziato Il Segreto, di Rhonda Byrne.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Leggere, come tutte le cose è una passione, non può essere un’abitudine.
Per “abituare” i miei figli alla lettura compravo loro dei libri fin da piccoli, ma il maschio non ama leggere, la femmina legge invece più volentieri.
Gli agricoltori, a mio avviso, sono convinti che leggere non serva e si rilassano comodamente davanti al televisore.

di T N