Fuori dal coro 27/09/2008

Angela Arcoria, divisa tra la passione del volo e l'amore per la terra

Il mondo agricolo? E' caparbio e tenace. Ma i giovani non vogliono più saperne. Occorre cambiare il modo di fare agricoltura. Peccato per le associazioni di categoria: inesistenti!


Angela Maria Arcoria è nata a Catania nell'agosto del 1962 e ha conseguito giovanissima il brevetto di pilota, a soli 17 anni. Una vera passione, tanto da diplomarsi frequentando i corsi dell’istituto Tecnico aeronautico. Si laurea tuttavia in Ingegneria civile, sezione Idraulica.

L'agricoltura? Nel 1990 inizia la collaborazione con il padre nella conduzione dell’azienda di famiglia. E ora, oltre all'attività di docente di Navigazione aerea nello stesso istituto in cui si è formata, non smette di seguire le orme del padre.
Nel 1993 decide di commercializzare direttamente quanto prodotto in azienda con il marchio “Arcobio”, dal momento che ha deciso di produrre secondo i dettami dell’agricoltura biologica.

Uno scorcio dell'oliveto dell'azienda di Angela Arcoria

Nel 1998 prende corpo invece "una nuova avventura", come lei stessa ama definirla: realizza un moderno impianto olivicolo. Fino poi ad arrivare a un anno altrettanto importante, il 2003, quando esordisce sul mercato con l'olio extra vergine di oliva imbottigliato. "Che avventura", ripete. "Bella e accattivante". Nel 2007, infine, parte con un nuovo progetto: le olive in salamoia.

Angela Arcoria

Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
L’azienda esiste dal 1963, anno in cui mio padre ha iniziato la trasformazione di un terreno seminativo, di circa 10 ettari, ricevuto in eredità. Progressivamente l’estenzione è aumentata fino a raggiungere gli attuali 70 ettari. La passione e l’amore di mio padre verso i suoi figli alberi è grande e palpabile, passione che mi ha trasferito, e dal 1990 collaboro con lui nella conduzione e nella commercializzazione diretta. I risultati ottenuti fino ad oggi sono più che soddisfacenti.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
La soddisfazione c’è stata, ma oggi vedo il futuro con un po’ di preoccupazione perché per poter esistere bisogna cambiare il modo di fare agricoltura. Bisogna pensare ad una azienda che sia attiva sia nel primario, ma che deve offrire una serie di servizi che la pongono ad operare anche nel terziario e oltre. Cosa non facile quando le dimenzioni non sono opportune.

Perche il mondo rurale ha perso in centralità ed importanza negli ultimi decenni?
I giovani si sono molto allontanati dalla campagna, che è vissuta come un luogo dove si guadagna poco e si fatica tanto; pertanto il mondo rurale ha perso il suo ruolo centrale nella vita di tutti i giorni.

Crede che il comparto agricolo possa estare ancora un settore primario in Italia?
Credo prorpio di si, ma ovviamente non nel modo tradizionale. Esso deve occupare altri comparti nella scala produttiva, in modo tale da avere un più ampio respiro.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Sicuramente è una passione trasmessa e che è sempre più cresciuta negli anni. Mi consente di stare a stretto contatto con la natura e mi soddisfa.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Caparbio e tenace.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Inesistenti.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Sicuramente consiglierei di acquistare terreni per la produzione di grano o similari perché, si ha veramente la possibilità, quasi, di non avere personale

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Guardo sempre con molta ammirazione mio padre per tutto quello che ha saputo creare e che continua a creare, anche se non più giovane. E’ una vera fucina di idee: è molto simile al nostro vulcano Etna, che è sempre in ebollizione.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Ho molto ammirato il lavoro fatto dal ministro Alemanno, uno dei pochi che si è veramente interessato al futuro dell’agricoltura italiana.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Come sempre quando si eccede poi si fa del male invece che del bene. Oggi infatti si parla di troppe certificazioni con le relative sigle da ricordare, cosa davvero difficile anche per il consumatore più attento ed esperto.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
...

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Mille splendidi soli, di Khaled Hosseini. Poiche viviamo nella piena libertà di parola e di azione non ci rendiamo conto come sia grande questo bene. Questo libro duro serve proprio per diventare consapevoli della fortuna di cui siamo ricchi.

Il libro che in questo momento sta leggendo?
Pazza è la luna, di Silvana Grasso.

Perché gli italiani e gli agricoltori in particolare non leggono?
La classe sociale che finora ha svolto il ruolo di agricoltore era la meno elevata culturalmente, pertanto poco, se non forse per niente abituata a leggere. In generale non so proprio perche gli italiani non amino leggere. Per le nuove generazioni altri sono i mezzi per apprendere in maniera più passiva, ma soprattutto meno creativa e fantasiosa.

Angela Arcoria

di T N