Fuori dal coro 27/03/2004

ELENA FRANCO, LA MIA SCELTA DI LAVORARE IN VIGNA PER AMORE

Una voce giovane dall’Oltrepo Pavese. Soddisfatta di sé, ma perplessa per la scarsa curiosità verso il nuovo che muove il settore enologico. Tra le figure di riferimento cita tra gli altri il viticoltore Nicolas Joly, di cui apprezza filosofia e metodo


Così si racconta Elena Franco: “Sono nata a Milano il 21 novembre1968; ho effettuato studi classici. Successivamente mi sono iscritta e frequentato all’Università Statale di Milano la facoltà di Giurisprudenza.
Ho lavorato prima presso un assicuratore e poi in uno studio di dottori commercialisti.
Nel 1996 ho incontrato il mio futuro marito e compagno di lavoro.
Nel 1999 mi sono trasferita definitivamente in Oltrepo e da lì ho cominciato con l'azienda agricola Fortesi la mia nuova vita e avventura.
L’azienda nasce a tutti gli effetti nel Maggio 2000.




Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Ho iniziato nel 2000 con mio marito Filippo, avviando un’azienda vitivinicola in Oltrepo Pavese e poi rilevando in toto l’attività di mio suocero.
Lui originario della zona e già nel settore essendo la quarta generazione ad occuparsi di vino ed io milanese trapiantata per amore della zona e per sfuggire al caos cittadino.
I risultati sono stati notevoli, di crescita e di miglioramento, di studio e di tentativi in alcuni casi riusciti ed in altri da rifare da zero per ottenere un prodotto che rispecchiasse la nostra filosofia “rispettare il territorio e le tradizioni, le viti e la terra, le uve nel loro massimo possibile”.
A livello personale abbiamo fatto passi da gigante e siamo cresciuti anche come persone, oltre che come produttori; purtroppo ci scontriamo con un mondo enologico non acculturato o spesso fuorviato dalla nomea dell’Oltrepo.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Posso dirmi soddisfatta dal cammino percorso con le sole nostre forze, l’ingegno e la volontà di riuscire a fare sempre meglio; allo stesso tempo devo dirmi perplessa per la scarsa curiosità di chi lavora nel settore per le novità (a livello di prodotti o di nuove e piccole realtà), la mancanza in alcuni casi di informazione corretta per il consumatore finale e soprattutto preoccupata per il futuro del settore che denota un calo dovuto forse più alle esagerazioni di alcuni vini (che peraltro meritano la fama che hanno e che hanno contribuito a creare il made in italy al livello che oggi ha).

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
In parte perché è stato sottovalutato e considerato il fanalino di coda di molti altri e più redditizi settori; in parte perché non si è fatto sentire, se non per casi eclatanti, e non ha presentato richieste esplicite e improrogabili.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Certamente è stato ed è tuttora un settore estremamente importante per l’economia del Paese. Deve solo prenderne conoscenza e non sottovalutarsi, rimanere ben conscio delle proprie possibilità e risorse (che sono enormi e, se vogliamo, inestinguibili).

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
La mia scelta è stata dettata soprattutto dall’amore. Per mio marito, per la sua terra, per il suo lavoro, che poi è diventata anche la mia terra e il mio lavoro. Amore per le cose buone e ben fatte, naturali, genuine e tradizionali; amore per il futuro che deve essere di qualità e rispettoso dell’ambiente che ci circonda; amore per la natura che non deve essere assoggettata alle nostre regole, ma che siamo noi piuttosto a dover seguire assecondandola.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Ci vorrebbe più di un aggettivo. Probabilmente “marziano”: come la vita che sul pianeta rosso non c’è più! Per trovare un prodotto naturale e originale, nel mondo agricolo, ormai sono necessari i robottini della Nasa!

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Per la mia breve esperienza, le associazioni di categoria (io sono iscritta alla Cia) sono valide; anche se hanno tanti associati, cercano di soddisfare le richieste di tutti; l’unica cosa è non pretendere di avere tutte le risposte subito; dar loro il tempo di approfondire la richiesta e trovare la risposta giusta per ognuno.
Rispetto a molti professionisti, oltre che più economiche (che per un’azienda all’inizio vuol dire molto), sono anche più presenti, affidabili e precise.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Qualità. Ritengo che ogni comparto possa diventare remunerativo se bene impostato e puntando a ottenere il meglio.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Pare che tuttora ci sia un grande boom di veri (e sottolineo veri!) agriturismi o bed and breakfast.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Sicuramente un domani vorrei (o meglio, mi piacerebbe) assomigliare alla mia nuova Presidente dell’associazione “Le Donne del Vino”, la signora Pia Donata Berlucchi.
A livello maschile, c’è solo l’imbarazzo della scelta, e non vorrei citare i soliti nomi; un uomo che ha fatto riflettere, sia me che mio marito, è sicuramente Nicolas Joly: abbiamo scoperto la sua filosofia e letto il suo libro con tutto ciò che dice; era in noi senza saperlo: cioè noi già cercavamo di applicare le sue idee e seguire il suo modo di “fare agricoltura”, prima di scoprirlo.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Per i ministri ammetto la mia ignoranza in materia. Non saprei cosa rispondere. L’unico di cui ho sentito, è l’attuale, il ministro Alemanno; dei predecessori non ho memoria.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Sono utili sia al consumatore cha al produttore. Per il consumatore sono, se applicate e seguite con cura e precisione, uno strumento in più per avere sicurezza nella scelta di un prodotto o di un’azienda; per il produttore, sono uno stimolo in più a fare sempre meglio a non dormire sugli allori, ma a stare sempre al passo con i tempi e le richieste di mercato.
Basta pensare all’ultima idea di Veronelli: il prezzo sorgente, già questa è una novità che darebbe maggiore trasparenza e sicurezza, stroncando sul nascere tante e troppi polemiche.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Il testo più bello e completo che ho avuto il piacere di leggere è sicuramente Il vino di Hugh Johnson, una sorta di biografia del vino (ottimo!), ma non è da meno un libricino scritto da Luca Della Bianca e Simone Beta intitolato Oinos, legato soprattutto al vino nel mondo greco.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Non sono una grande amante nè di saggi (nel senso stretto di questo termine) né di poesie; ho sempre letto tanto sin da bambina (merito di un’insegnante di letteratura). I romanzi che andrebbero letti sono moltissimi e forse citarli sarebbe cosa lunga. Sicuramente Siddartha di Hesse, Sarum di Rutherfurd, La profezia di Celestino di Redfield e La storia di Sofia di Gardeer.
Non ho una gran passione per i cosiddetti classici, ma mi è sempre piaciuta la poesia medioevale e cortese (il Tasso in primis) e alcuni poeti e tragici greci (dal più famoso Omero ad Eschilo o Sofocle; anche questi retaggi scolastici). E poi non ho perso uno dei romanzi di Joan Harris da Chocolat, a Vino, patate e mele rosse, al suo ultimo libro di cucina.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Per pigrizia. E per “ignoranza” soprattutto, nel senso che i giovani non vengono né educati né stimolati alla lettura. Se si aggiunge il costo medio di un romanzo ( non dico poi un libro specialistico o di settore!), il gioco è fatto e la gente preferisce spendere in qualcosa di diverso.
In più oggi nell’era del pc e di internet, esistono bigini virtuali.
Un gran vero peccato, perché il libro stimola la fantasia e ti permette di creare da te gli sfondi e immaginare i personaggi, dando loro volti, colori, timbri di voce, movenze; non come li vede il regista del film o del telefilm e nemmeno come li immaginava l’autore: un gran vero peccato!

di T N