Fuori dal coro 19/07/2008

Il conte Alberto d’Attimis-Maniago e la sua nobile e antica passione per il vino

Nel cuore dei Colli Orientali del Friuli batte un cuore tutto per l'agricoltura. Questa, dice, resterà settore primario solo includendo la "difesa", il presidio e la gestione di un territorio altrimenti incustodito


Nato a Udine nel settembre 1963, abita a Buttrio, nel cuore dei Colli Orientali del Friuli. Iscrittosi all’Università di Udine, frequenta la Facoltà di Agraria mentre inizia ad affiancare lo zio nei momenti più significativi della vita aziendale e la stessa “vita nei campi”.

Nel 1982 il Conte Gianfranco D’Attimis-Maniago accoglie il nipote al suo fianco. Alberto divenne il Conte Alberto d’Attimis-Maniago Marchiò, non più il ragazzo che – figlio di un generale di Cavalleria – sognava la carriera nella Marina Militare all’Accademia Navale di Livorno, ma l’erede di un’azienda vitivinicola con radici secolari ben salde nella storia (come si legge sotto lo stemma di famiglia i d’Attimis sono infatti viticoltori in Buttrio dal 1585).

Dopo la scomparsa dello zio Gianfranco, nel 1989 il Conte Alberto d’Attimis-Maniago “prende le redini” dell’azienda (oltre 300 ettari di cui 86 a vigneto). Non solo in senso figurato è nota infatti la sua passione per i cavalli: nel secolare parco di Palazzo d’Attimis a Maniago (sette ettari con piante che raggiungono anche i centosettanta anni di età) si organizzano corsi di equitazione ed escursioni, con il proprio cavallo o con quelli messi a disposizione dalle scuderie del Palazzo: dal parco partono infatti numerosi sentieri che portano alle vicine montagne dove è possibile visitare alcune malghe.

Ha ricoperto e ricopre tutt’ora vari incarichi nelle organizzazioni agricole: in
Confagricoltura Udine, Consorzio vini Doc dei Colli Orientali del Friuli, Movimento turismo del vino FVG, e via elencando.

Negli ultimi vent’anni, sotto la guida di Alberto d’Attimis, quasi tutti i vigneti sono stati rinnovati: è stata aumentata la densità degli impianti al fine di diminuire la resa per pianta e facilitare così una maggiore selezione.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Mi occupo di agricoltura all’incirca dal 1986, tuttavia ho sempre "vissuto" in agricoltura essendo l'agricoltura il lavoro della mia Famiglia. Risultati: grande soddisfazione, anche se considero che il lavoro fatto da un agricoltore, e viticultore in particolare, s'inizia a valutare dopo i vent’anni di conduzione aziendale.

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Sono molto soddisfatto del settore Vitivinicolo attuale e di quello che la mia azienda è riuscita a fare. La preoccupazione vera è per il settore mais-soia-orzo ... un settore nel quale siamo in totale balia del prezzo che si sviluppa nei mercati mondiali e che quindi non possiamo gestire.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Se per centralità si intende quella strategica-alimentare, questa è sparita con la caduta del "muro di Berlino", con la quasi vera globalizzazione dei mercati e la non più necessaria autosufficienza alimentare di un "blocco" o dell'altro.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Si, se per primario si intende anche la "difesa", il presidio e la gestione di un territorio altrimenti incustodito.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Inizialmente per "suggerimento" della famiglia, attualmente per soddisfazione imprenditoriale.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Stimolante.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Necessarie, ma troppe.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Innovarsi nella tradizione.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Sicuramente in un comparto innovativo e di nicchia, con la possibilità di arrivare con il proprio prodotto direttamente al consumatore finale.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Il Conte Gianfranco d'Attimis-Maniago, lo zio che mi ha preceduto nella conduzione dell'azienda con lungimiranza e innovazione.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Quello attuale, nella speranza che sappia imporsi anche a livello comunitario.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Possono essere utili se vi è un reale controllo su di esse. Tuttavia ritengo che per aziende piccole e medio piccole, la maggiore tutela al consumatore è la serietà dell'imprenditore verso i suoi Clienti.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Tutti sono da leggere, anche quelli relativi all'agricoltura del passato.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
La trilogia di Tolkien. La trovo molto formativa per un ragazzo.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Un libro particolare, sono in vacanza: Codice Cavalleresco Italiano, 13edizione, autore Jacopo Gelli, 1920.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Gli agricoltori leggono poca narrativa, saggistica, etc... Tuttavia mi risulta che leggano moltissime riviste tecniche del proprio settore.

La tenuta del Conte  Alberto d’Attimis-Maniago

di T N