Fuori dal coro 24/05/2008

Luca Esposito e la grande passione per gli extra vergini monovarietali

"Mi sconvolge l’ignoranza dei consumatori e di molti operatori del settore - dice - ma sono sicuro che le cose miglioreranno". Per ora? "Non c’è programmazione né associazionismo, né forme d’impresa che diano potere di acquisto e vendita ai produttori


Quando nel 2000 ai fratelli Giuseppe e Luca Esposito venne proposto di gestire un antico frantoio oleario in Castellaneta, in provincia di Taranto, ai due balenò ben presto un sogno: trasformare la passione per la propria terra, la Puglia in qualcosa di molto concreto da da portare in tutto il mondo.

A quella terra la loro famiglia ha dedicato l’impegno di una vita e di tante generazioni. In quella terra ci sono i colori e i sapori di un territorio altamente vocato all'olivicoltura, da cui l'olio extra vergine di oliva che i due fratelli oggi imbottigliano con il marchio Le Ferre®.

"E' un progetto ambizioso ed entusiasmante" dicono i due. "Ci proponiamo di guidare per mano i consumatori, facendo loro riconoscere il senso di un lavoro che porta alla creazione di un buon extra vergine.

L'impegno si è tradotto in una selezione di nove diverse formule espressive, con otto oli monovarietali e un
blend di più varietà di olive.

Giuseppe (a sinistra) e Luca Esposito

Luca Esposito, da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Da sempre: la nostra famiglia da generazioni si occupa di colture agricole pugliesi e di fornire servizi per le aziende agricole del sud Italia. I risultati oggi sono entusiasmanti: siamo riconosciuti e apprezzati per la qualità e innovazione del comparto oleario; anche per questo la redditività del nostro frantoio è triplicata in soli tre anni insieme al pacchetto clienti: da poco abbiamo anche contatti con gli Usa.

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Soddisfatto, perché non ci siamo piegati alle politiche di prezzo e frodi; manteniamo uno standard qualitativo elevato come da analisi chimiche e organolettiche. Mi sconvolge l’ignoranza dei consumatori e di molti operatori di settore. Noi cerchiamo di avvicinare al prodotto i ragazzi degli istituti alberghieri organizzando visite guidate in frantoio, sedute di assaggio. Non sono preoccupato ci vorrà tempo ma le cose miglioreranno.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Poco remunerativo, costi delle materie prime troppo elevati; non c’è programmazione non c’è associazionismo né forme d’impresa che diano potere di acquisto e vendita, ai produttori.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Forse no.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Vengo da una famiglia di agricoltori. Ho passione per il mio territorio, le sue potenzialità e produzioni agroalimentari.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Disordinato.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Contenitori di carte e riciclati politici.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Professionalità.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
La trasformazione.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Nessuno in particolare.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Nessuno in particolare.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Sono utili se spiegate e finalizzate a far comprendere il prodotto, altrimenti restano delle semplici diciture inutili. Fino a quando i consumatori non riusciranno a capire la differenza tra l’olio d’oliva e l‘extra vergine è inutile spendere soldi in certificazioni!

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Anche se non legato al mondo rurale, penso a Canto di Natale di Charles Dickens. Forse è un po' insolito il consiglio, ma la vita è fatta di emozioni che bisognerebbe portarsi in ogni momento con sé, anche nel mondo del lavoro e, in questo caso, nel mondo rurale.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Come la prima volta, di Nicholas Spark.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Master 24 in Marketing e Comunicazione, del Sole 24 Ore.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Perché si ha spesso la presunzione che non si abbia più nulla da imparare. D’altronde, ogni tradizione ha futuro solo se è capace di reinventarsi e confrontarsi. Noi, per l’olio, lo abbiamo fatto diversificando: le varietà di olive esistono da millenni ma mai nessuno aveva pensato di produrre tanti oli per ciascuna varietà di oliva!

di T N