Fuori dal coro 29/03/2008

Con Donatella Cinelli Colombini, il vino al femminile si rende visibile

Storica dell'arte, nonché docente universitaria e scrittrice. E' ricca di iniziative brillanti che lasciano il segno. E' lei che ha fondato il Movimento del turismo del vino e inventato Cantine aperte. Un vero personaggio


Nata a Siena nel 1953, Donatella Cinelli Colombini è sposata con Carlo Gardini e madre di Violante.
Laureatasi in Storia dell’arte medioevale con il massimo dei voti, dopo un periodo di cinque anni in cui si è dedicata agli studi storici artistici e particolarmente all’oreficeria senese, dal 1984 ha lavorato alla fattoria dei Barbi a Montalcino, con l’incarico di responsabile delle produzioni alimentari e delle relazioni esterne. A complemento di questa sua attività e del suo interesse per la cultura locale, ha pubblicato tre opuscoli Il Brunello di Montalcino e le raccolte 66 ricette di cucina montalcinese e il Ricettario di Monte Oliveto e Trequanda nelle Crete senesi.

Nel 1987 la Cinelli Colombini ha assunto l’incarico di responsabile organizzativo del Premio “Barbi Colombini”, poi divenuto “Casato Prime Donne” . Tale iniziativa ha carattere internazionale con sezioni di letteratura, fotografia e giornalismo scritto e radiotelevisivo. Il premio è un appuntamento importante per quanti studiano o divulgano il territorio senese.

Nel 1993 Donatella Cinelli Colombini e un gruppo di produttori fondarono il “Movimento del turismo del vino”. Nello stesso anno inventò “Cantine aperte” - Wineday che in pochissimo tempo ha trasformato l’enoturismo italiano in un comparto con un business annuo di 2 milioni di euro e otto milioni di visite nelle cantine. La Cinelli Colombini ha promosso anche i primi corsi per specialisti in turismo del vino e adesso insegna nei masters di tre Università.

Dal 1998 ha una produzioni di vini che porta il suo nome e proviene dal Casato Prime Donne a Montalcino e dalla fattoria del Colle di Trequanda. Nelle due aziende ci sono 32 ettari di vigneto su una superficie complessiva di 370 ha coltivati a cereali, oliveto e tartufi bianchi.
Cosa produce? Il Rosso di Montalcino, ovviamente, ma la sua grande passione è il Brunello “Prime donne”, il primo vino rosso importante selezionato da e per le signore. Per questo progetto enoico ha costruito una nuova cantina a Montalcino, l’unica in Italia con uno staff interamente femminile, sono donne le cantiniere, le addette al commerciale e all’accoglienza turistica. Dalle cantine escono ogni anno 160 mila bottiglie commercializzate in Italia e in 24 mercati esteri.

Il Chianti e la Doc Orcia Cenerentola nascono nell’altra cantina sotto la villa della Fattoria del Colle. La zona di vinificazione è moderna ma la bottaia è su quattro piani e traversa edifici di cinque secoli diversi.
La Fattoria del Colle ha anche un centro agrituristico con cento posti letto, ristorante, sale da degustazione, due parchi attrezzati, tennis, 3 piscine, e 4 percorsi di trekking.

Dal 2001 Donatella Cinelli Colombini è Assessore al Turismo di Siena e nel 2003 ha vinto l’Oscar di miglior produttore italiano assegnato da AIS Roma-Bibenda.
Oltre a numerosi articoli ha pubblicato due libri tecnici: Manuale del Turismo del Vino (2003), Marketing e turismo del vino (2007).



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Da sempre, prima nell’azienda di famiglia e dal 1998 in quella che ho creato io. E’ composta dal Casato Prime Donne a Montalcino e dalla Fattoria del Colle di Trequanda: 376 ettari di cui 35 a vigneto, due cantine e una produzione annua di 180 mila bottiglie che vanno in 24 Paesi del mondo.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Ho delle belle soddisfazioni: vedo le mie bottiglie in ristoranti importanti, ricevo premi, articoli e ottimi punteggi sulla stampa specializzata più prestigiosa. Meno soddisfacente è l’andamento economico a causa di una congiuntura mondiale decisamente poco favorevole: Dollaro troppo basso, petrolio e oro troppo alti e le banche più importanti che traballano.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Il suo peso economico e il numero dei suoi addetti sono diminuiti in rapporto alla totalità. E’un settore a bassa remunerazione che richiede investimenti e immobilizzazioni colossali inoltre ha cicli lunghissimi.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
No.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
All’inizio no, sono una storica d’arte.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Affascinante.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Divise.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Marketing.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Turismo verde.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Ezio Rivella.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Walter Luchetti: poche chiacchere e molto lavoro soprattutto a Bruxelles.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Doc, Docg, Dop e Igt sono indispensabili.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Un manuale di gestione aziendale. Non importa quale purchè sia ben fatto.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia e Paulo Coelho Monte Cinque.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Vandana Shiva, Le nuove guerre della globalizzazione.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Lavorare, leggere gli articoli tecnici e le notizie nelle riviste specializzate, i manualoni con i dati aggiornati sul turismo e sul vino è già molto. Noi contadini lavoriamo moltissimo e spesso anche la domenica.

di T N