Fuori dal coro

ANNA MARIA BARBERINI: “HO SCELTO L’AGRICOLTURA PERCHE’ AMO FAR NASCERE LA VITA”

L’olio è la sua passione. Una dedizione all’azienda che dura da dodici anni e una scelta chiara: la filiera corta. “Arrivare direttamente al consumatore ti da la carica giusta per proseguire un'attività così difficile”

13 gennaio 2007 | T N

Anna Maria Barberini è nata a Volterra nel 1964, dove tutt’ora risiede.
Dal 1997 è amministratrice della società La Toscana Sna Srl.
Responsabile del frantoio oleario e della vendita dei prodotti aziendali, svolge un’attiva e intesa attività promozionale, anche a tutela delle produzioni tipiche del territorio.
Dal 2003 è vicepresidente del comitato Promotore dell’olio Dop delle Colline di Pisa.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Mi occupo di agricoltura da circa dodici anni, ho lavorato sempre valutando il meglio della produttività.
Dalla produzione sono arrivata alla trasformazione dei prodotti, quest'ultimo passaggio è stato senza dubbio il più soddisfacente, arrivare direttamente al consumatore ti da la carica giusta per proseguire un'attività così difficile.

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Alcune preoccupazioni senza dubbio ci sono, l'industria riesce a mettere sul mercato dei prodotti a basso costo con ricette piacevoli, la vera produzione può variare anche come gusto e se non culturalmente capita, alcune volte anche disprezzata.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
L'uomo è in grado di creare ma può anche distruggere, il mondo rurale ha voluto e vede in faccia continuamente un forte impegno economico e di lavoro, quello che non tutti sono in grado di sostenere e comunque ci vuole tanta volontà per andare avanti.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Il comparto agricolo comunque resterà secondo me il settore primario in Italia, la terra di produzione è vasta in tutta la penisola e almeno spero non ci sia un abbandono totale delle coltivazioni… legate alla cultura e all'arte... che richiamano a sua volta il turismo... l’Italia deve per forza rimanere un paese agricolo.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Io ho scelto di lavorare in agricoltura perchè amo partire dalla fonte di vita di ogni cosa che vivo quotidianamente, e l'agricoltura mi permette di far nascere continuamente vite nuove intorno a me.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Multifunzionale

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Tecnici

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Collaborazione tra territorio, produzioni agricole e turismo.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Qualunque coltura, ma ad un amico consiglierei sicuramente di adottare la filiera corta: produzione, trasformazione e commercializzazione in un’unica azienda

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Nessun apprezzamento per alcun Ministro.
La riforma Pac ha prodotto disastri. Non si tutela così l’agricoltura. I contributi dovrebbero essere erogati in base alla quantità e alla qualità! Non sul passato ma sul futuro. Come sempre quando gli esperti emanano i decreti d'ufficio, gli agricoltori ne escono sempre con le costole rotte!

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Le certificazioni del prodotto sono molto utili al consumatore attento.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Un libro relativo al mondo rurale che posso consigliare è La Mucca e Savia di Bevilacqua

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Gli agricoltori leggono molto poco, soprattutto perchè l'attività è molto intensa. Quando ci si ritaglia un po’ di tempo per leggere spesso si cercano, anche su internet, informazioni tecniche o le ultime novità normative.

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