Fuori dal coro 13/12/2003

COSA ESPRIME IL MONDO AGRICOLO? TENACIA. PAROLA DI FRANCESCA BRUNI

Verso l'azienda paterna - sostiene l'imprenditrice pugliese - mi ero sentita obbligata a preservarne il valore, ma ora il mio impegno rappresenta un risultato personale


Nata a Taranto nel 1961, Francesca Bruni si è poi trasferita a Bologna dall’età di 7 anni, dove termina gli studi conseguendo la laurea in Economia e Commercio nel 1983.
Ritornata in Puglia, gestisce assieme alla sorella l’azienda agricola di famiglia con terreni nel Tarantino e nel Nord Barese a prevalente indirizzo olivicolo e vitivinicolo. Sposata, ha due figli.




Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Dal 1983. Dopo la laurea ho iniziato subito a occuparmi dell’azienda paterna insieme a mia sorella Annamaria, laureatasi qualche anno prima. Dopo i primi anni, necessari a riconvertire l’ordinamento colturale prevalentemente improntato a vigneti per uve da tavola in spalliere di uva da vino, abbiamo cercato di valorizzare la produzione olvicola creando il marchio “Vetrere”. Recentemente abbiamo ristrutturato lo stabilimento vinicolo esistente in azienda e iniziato la produzione e la commercializzazione di vini sempre col marchio “Vetrere”.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Sono soddisfatta. L’azienda agricola era di famiglia, quindi verso di essa mi sentivo più che altro obbligata a preservarne il valore. La nuova attività di produzione e vendita dei vini e dell’olio rappresenta invece un risultato personale.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Perché non porta molti voti.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Solo relativamente a determinate produzioni. Mi riferisco a quelle tipiche, di qualità, legate al territorio.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Era una scelta obbligata. Come detto prima, sentivo forte la responsabilità di conservare l’azienda paterna.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Tenace.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Inutili.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Lungimiranza e aggiornamento.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Non glielo consiglierei.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Mio padre. Perché aveva tutte le qualità che un imprenditore deve avere: onestà, flessibilità,coraggio, tenacia.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Di quelli in carica da quando mi occupo dell’azienda: nessuno.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Sono utili soprattutto su prodotti poco conosciuti o meglio sui quali c’è sempre stata una “cattiva informazione” come ad esempio l’olio.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Non saprei. Non ricordo di aver mai letto un libro strettamente legato al mondo rurale italiano.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Direi un autore: Pirandello.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Praga Magica di Repellino.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Sinceramente non so. Forse vedono troppa pessima televisione.

di T N