Fuori dal coro

Il grande lavoro dietro agli oli vincitori del Concorso Olio Capitale

Due oli sardi e uno sloveno si sono aggiudicati i premi della dodicesima edizione del Concorso internazionale

29 marzo 2018 | C. S.

Sono stati costruiti con grandissima cura e attenzione. Il minimo comune denominatore dei tre oli usciti vincitori dal Concorso Olio Capitale è “semplicemente” questo. Extravergini prodotti unendo dedizione, esperienza e fatica: lo si capisce parlando con chi li ha creati.

Si tratta di Antonello Fois, la nuova generazione di “Accademia Olearia”, che si è aggiudicato il premio come miglior fruttato leggero con il “Fruttato Fois”; di Sebastiano Fadda dell’omonima azienda agricola che grazie al “Luna vera Nera di Oliena” è stato giudicato il miglior fruttato medio; e per finire, di Vanja Dujc dell’Azienda Agricola slovena Vanja Dujc che ha conquistato il titolo di miglior fruttato intenso con l’”olio extravergine d’oliva Itrana”.

Ma come sono questi extravergini? «Quest’anno abbiamo partecipato al Concorso con tutta la gamma, abbiamo calato tutti gli assi. Volevamo fortemente vincere questo premio perché nel nostro curriculum, seppur molto interessante e ricco, questo prestigioso riconoscimento mancava – spiega Antonello Fois di Accademia Olearia -. L’olio che ha vinto è il “Fruttato Fois”, un prodotto molto elegante, un fruttato leggero, una Bosana, non semplice da ottenere perché al suo interno ha anche altre due cultivar che servono a dar corpo alla Bosana senza intaccarne la sua essenza principale, ovvero il gusto di carciofo e l’amaro e piccante che in questo caso si percepiscono in una versione più leggera e più light».

Anche l’Azienda Agricola Sebastiano Fadda produce una Bosana, ma in questo caso a esser premiata è stata un’altra varietà: «La giuria ha scelto la Nera di Oliena, la cultivar più capricciosa in campagna, ma con cui poi è un piacere lavorare in frantoio. Colpisce immediatamente grazie al suo impatto sensoriale importante, armonico, ma non invasivo – racconta Sebastiano Fadda -. Ci tengo, però, a sottolineare che si tratta di un olio biologico, un biologico che confrontato con tutti gli altri extravergini convenzionali è stato giudicato il migliore: sfatiamo il falso mito che il bio non può esser all’altezza».

Oltre alla Sardegna a conquistarsi gli onori del Concorso è stata la Slovenia, con una varietà tipica di una regione italiana: «Dal nostro oliveto produciamo 5-6 oli ogni anno, di cui 4 monovarietali, un blend e un “number one”, il migliore di ogni annata. Uno di questi monovarietali è l’Itrana, quindi non una varietà nostra, ma tipica del sud del Lazio, che ho portato nel mio oliveto 25 anni fa – spiega Vanja Dujc -. Questa annata di Itrana era eccellente, con un fruttato davvero molto intenso, molto più del solito. Buono all’olfatto e in bocca, con un piccante più marcato del solito e un amaro, ben distinguibile. È un olio ben equilibrato. Chi l’assaggia è soddisfatto».

Dietro a extravergini eccellenti c’è un grande lavoro: «La nostra azienda ha quasi 35 anni, prima abbiamo imparato a produrre e poi è cresciuta la voglia di puntare esclusivamente sulla qualità. La nostra filosofia è lavorare in armonia con la natura, produrre solo altissima qualità e soddisfare chi assaggia il nostro olio» chiarisce il produttore di Capodistria (Slovenia).

«In azienda siamo tutti giovani, anche mio padre che ha 70 anni e l’entusiasmo di un ragazzo! È lui la persona che ci ha coinvolto in questo progetto di cui ci siamo innamorati: è una realtà produttiva di 230 ettari di oliveto in produzione ed è un’azienda totalmente ecosostenibile – racconta Fois -. Accademia Olearia da sola produce circa il 60% del totale del prodotto certificato sardo con risultati di eccellenza, come per fortuna ma con grande impegno e soddisfazione ci testimonia questo premio di Olio Capitale».

«Olio per noi significa legame con il territorio, legame affettivo. La nostra è un’azienda famigliare, coltiviamo i terreni della famiglia di mia moglie, ma alla tradizione si uniscono anche i miei studi, essendomi specializzato in Oleotecnica. L’olivicoltura che portiamo avanti, su oliveti tipici e non intensivi, non altera i valori ambientali – conclude Fadda -. Abbiamo scelto di non partecipare a tanti Concorsi, ma a Olio Capitale non rinunciamo mai: ed è stata quindi una soddisfazione ancor più grande, quest’anno, riuscire a ottenere questo riconoscimento».

Al Concorso Olio Capitale hanno partecipato 303 oli provenienti da tutte le regioni olivicole italiane, da Spagna, Portogallo, Grecia, Croazia e Slovenia. Dopo una fase di pre-selezione realizzata da un panel di assaggiatori professionisti, i vincitori sono stati decretati da una giuria di assaggiatori, da una di ristoratori e da una di consumatori, a rappresentare la complessità del mercato e le diverse tipologie di utilizzatori del prodotto.

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