Fuori dal coro 04/03/2006

CON CHIARA SOLDATI L’IMPRENDITORIA AGRICOLA TORNA IN PRIMA LINEA

Si occupa della propria azienda vinicola in Piemonte e nel medesimo tempo rappresenta, con vari incarichi di prestigio, il mondo agricolo. “La sfida più grande – dice - è comunque quella quotidiana, delle scelte che il lavoro di produttore impone, delle responsabilità che queste scelte portano con sé”


Chiara Soldati Caracciolo di Vietri è nata nel 1974; è coniugata, con un figlio.
Maturità classica, studi Giuridici con indirizzo economico, è imprenditrice agricola.
Oltre ad occuparsi dell’azienda La Scolca, ricopre alcuni incarichi istituzionali: rappresentante per la Regione Piemonte in Onilfa, l’Osservatorio per l’Imprenditoria ed Il Lavoro Femminile in Agricoltura, istituito presso il Mipaf a Roma; presidente del Consorzio di Tutela Docg Gavi; e presidente del Movimento del Turismo del Vino Piemonte.
Sono “incarichi svolti con impegno e non per ambizioni carrieriste”, sostiene la Soldati; e aggiunge: “sono convinta che bisogna mettere al servizio, non solo della propria realtà aziendale, la volontà di costruire e di creare sinergie comuni capaci di raggiungere obbiettivi condivisi”.
Non manca la determinazione: “Sicuramente è parte del mio carattere impegnarmi in situazioni che non presentano soluzioni immediate, facili o scontate”.
L’impegno è a tutto tondo: “Il turismo è un’altra passione che ritengo strettamente legata ai luoghi di produzione vinicoli; per due anni ho collaborato a un progetto pilota della Regione Piemonte, per la realizzazione di un disegno di sviluppo turistico che nascesse dalle effettive necessità di chi vive il territorio: un progetto non imposto dell’alto, ma costruito dal basso con una conoscenza approfondita dei veri soggetti che operano e con un dialogo aperto sui problemi da risolvere.
La sfida più grande è comunque quella quotidiana, delle scelte che il lavoro di produttore impone, delle responsabilità che queste scelte portano con sé, in un mondo sfaccettato, mutevole per natura e per i capricci, forse troppi, del mercato”.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Dal 1993 quando iniziai il mio percorso professionale alternando i miei studi di Giurisprudenza con l’impegno in Azienda a fianco di mio padre Giorgio.
I risultati ottenuti sono il frutto di un percorso che dura da cinque generazioni e ogni passaggio gli conferisce un traguardo nuovo : oggi le mie vittorie sono una perfetta sintesi tra tradizione ed innovazione.

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Soddisfatta, sicuramente di quello che dipende direttamente dal mio impegno e dal mio lavoro; perplessa, per quello che il momento politico-economico propone come scenario futuro; preoccupata, perché non sempre prevale il “genius loci” della terra.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Non si è tenuto conto delle diverse realtà rurali e delle specifiche esigenze delle singole categorie agricole con la stessa attenzione e la stessa volontà di assistenza.
Si pensava potesse essere l’industria la chiave vincente per l’agricoltura italiana, ma si sono dimostrate vincenti le produzioni di qualità, peccato che questa “riscoperta tardiva” sia avvenuta in un memento non felice per i mercati.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Sicuramente, se si riescono a mettere in atto sinergie e programmi di sviluppo coordinati. Credo che la nuova sfida agricola italiana stia molto nelle mani delle donne “cittadine rurali” che molto hanno contribuito, da sempre, alla conservazione delle campagne e si impongono, oggi, come imprenditrici agricole innovative e indipendenti.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Per scelta, per nascita e per sfida.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Caparbio

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Un punto di riferimento utile per le aziende, presenza necessaria per garantire gli equilibri di rappresentanza di ciascuna categoria agricola.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Autoctona, consapevole, razionale.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
La multifunzionalità aziendale.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Difficile identificare in un singolo modello molte delle caratteristiche che ritengo apprezzabili in un imprenditore agricolo: intuizione, volontà, determinazione, lungimiranza, innovazione, pazienza.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Il Ministro Alemanno ha sicuramente ottenuto risultati di pregio.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Sono utili se vengono comunicate e spiegate correttamente al consumatore; sicuramente un’offerta di prodotti agricoli sempre più specialistica e documentata comporta, a priori, una massiccia educazione al consumo che, a parere mio, deve cominciare già nelle scuole e portare ad una scelta ragionata dei prodotti .

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
De Rerum Natura di Lucrezio.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Critica della Ragion Pratica di Immanuel Kant: “ Il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me”.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Sto rileggendo Le due Città, di mio cugino Mario Soldati

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Forse perché leggendo metterebbero in discussione troppe cose di sé. Manca un’educazione alla buona lettura, si perde l’abitudine di leggere i “classici” e si preferisce leggere quello che le grandi case editrici pubblicizzano e propongono, non molto diversamente da ciò che succede nel settore alimentare, le scelte vengono spesso omologate.
La lettura è uno strumento di crescita interiore, di analisi e di confronto, ma se i contenuti si limitano ad una superficiale rappresentazione della realtà, il libro diventa un terreno sterile in cui non può crescere il seme della conoscenza.



Si ringrazia per la collaborazione Giampietro Comolli

di T N