Fuori dal coro
Parla l'olio extra vergine di oliva finito sul tavolo di Obama
Quali emozioni e sensazioni avrà vissuto la bottiglia d'olio molisano servita alla cena di gala alla Casa Bianca? Non chiamatelo condimento, per carità, altrimenti si offende. Tra il serio e il faceto, facendo parlare il Tratturello, cerchiamo di capire quale futuro può avere l'extra vergine di eccellenza
28 ottobre 2016 | Francesco Travaglini
In esclusiva per Teatro Naturale, l’intervista all’Extravergine prodotto in Molise, Il Tratturello, salito agli onori della cronaca per essere stato servito in occasione della visita di stato della delegazione italiana guidata dal premier Matteo Renzi invitato dal presidente Obama per l’ultimo incontro ufficiale da Presidente degli USA.
L’intervista è stata concessa grazie alla benevolenza di Tony Mantuano, chef del ristorante Spiaggia di Chicago, che ha avuto l’onore di preparare la cena a Washington.
- Carissimo Olio Extra Vergine d’Oliva “Il Tratturello” complimenti per aver raggiunto questo obiettivo così importante!
Come mi ha definito prego? Olio Extra Vergine d’Oliva?
Perché non aggiunge anche “Olio d’oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici?
- Cosa vuole dire mi scusi?
Lei pensa davvero che si possa finire sulla tavola del presidente degli USA solo grazie ad una denominazione del genere?
O magari solo con perossidi, acidità e delta K nella norma, assenza di difetti, polifenoli a gogo e sentori di erba tagliata, carciofo, pomodoro o mandorla verde?
Ah dimenticavo il tricolore.. si con il tricolore ben stampato sul petto?
- Senta Tratturello, non le sembra di essere irriverente?
Guardi ho poco tempo, mi stanno aspettando a tavola per cui mi faccia qualche domanda seria e smetta di trattarmi come un condimento qualsiasi.
- Domanda seria? Considerati i commensali, cosa le dovrei chiedere? Cosa vota al referendum?
Lei non faccia lo spiritoso e venga al dunque.
- Non devo trattarla come un semplice condimento, cosa vuole dire?
Guardi, vengo dalla regione (Molise, n.d.r.) più piccola , dopo la Val D’Aosta e più giovane d’Italia, che se lei cerca su internet le viene fuori all’inizio una pagina wikipedia che fa piangere ma in realtà, la mia regione invece è straordinariamente ricca di storia, identità, paesaggi, cultura che hanno incuriosito finanche il Presidente degli Stati Uniti d’America fin dal primo giorno del suo mandato.
L’oliveto da cui provengo è parte imprescindibile di un paesaggio straordinario. Al mio interno c’è l’essenza di frutti di alberi secolari che affondano le radici in arenarie fossilifere, alberi di cultivar che nel loro stesso nome hanno la loro identità (Gentile di Larino, n.d.r.)
Il mio nome Tratturello è l’essenza di una civiltà, quella della transumanza, che ha visto la mia terra, il Molise, crocevia di animali che dalla Puglia all’Abruzzo l’attraversavano con cadenza regolare insieme a beni di ogni genere, passaggi di genti, pellegrinaggi, santi e briganti.
I Tratturi, le vie verdi dell’antichità, erano collegati tra loro trasversalmente da bracci e tratturelli appunto, che rappresentavano link tra persone prima e tra territori poi.
Link, ha capito?
Se sono su questo tavolo oggi è perché lo chef Tony Mantuano e la mia importatrice mi hanno incontrato lungo gli antichi Tratturi partecipando ad una straordinaria celebrazione dello sbocciare della primavera, correndo con buoi e cavalli ad aprile in un pellegrinaggio straordinario in onore di un santo patrono (la carrese di San Martino in Pensilis, n.d.r.) oppure imparando a conoscere la Pampanella (antica ricetta a base di carne di maiale, peperoncino, aglio e aceto , n.d.r.)
- Quindi vuole dire che lei è oggi su questo tavolo non perché ha partecipato ad una fiera magari qui negli USA oppure ad un’iniziativa dell’ICE ma perché ha portato l’importatore e lo chef a spasso per i tratturi molisani correndo dietro a buoi e cavalli?
Lei si rende conto che quello che sta dicendo sono farneticazioni? Lei ha idea di quanto si spende per promuovere il made in Italy negli USA? Quante iniziative si svolgono? Quale e quanta fatica si fa per fare in modo che il made in Italy non sia contraffatto e sia riconosciuto dai consumatori?
Le sembra strano? I tratturelli che allora collegavano tra loro i tratturi oggi sono la metafora dei moderni link che collegano i prodotti ai territori ed alle persone.
Possono usare questi link i ….condimenti? Di quali territori potrebbero parlare le “miscele di oli comunitari e/o extracomunitari” , a quali persone/custodi dei loro paesaggi potrebbero riferirsi gli oli di categoria superiore ottenuti mediante procedimenti meccanici e bla bla bla?
- Quindi lei ha la presunzione di dire che lei è qui questa sera perché ha semplicemente raccontato questa favoletta ad un importatore ed ad uno chef che l’hanno associata ad un territorio ed alla persona del suo produttore?
Come pensa di poter raccontare questo nella giungla di un supermercato nel quale ha al suo fianco colleghi spagnoli, greci, australiani o nord africani?
Li bisogna lottare, sgomitare, mostrare gli attributi!
E quali sono gli attributi? La bandierina italiana? L’evocazione del made in Italy, il famoso Italian sounding?
Guardi che io voglio vivere non sopravvivere, lasciare un segno non essere dimenticato.
Proprio come ha fatto Barack Obama del quale ho apprezzato la sua intelligenza accompagnata da integrità ed umiltà, dal suo essere sempre all’altezza della situazione e soprattutto senza darsi troppe arie.
Questi sono attributi che conquistano.
Ora mi lasci andare, ho da convincere un anonimo pesce pescato in Atlantico che, tutto sommato, non è colpa sua se non ha lo straordinario sapore della frittura di paranza pescata in Adriatico.
Ma cosa vuole, non si può pretendere di avere gli straordinari ed innumerevoli link che ha il nostro paese.
Tutto sta a saperli trovare e …linkare.
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