Fuori dal coro
L'olio extra vergine di oliva non è una parola, ma un mondo
Antonella D'Arnese è una delle donne simbolo di Unasco, una donna che guarda oltre l'industrializzazione e invece si rivolge alla ruralità come stile di vita, di lavoro e di futuro, proprio e del Paese
29 gennaio 2016 | T N
Il 2007 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la giornata mondiale delle donne rurali, riconoscendo così un ruolo peculiare all'interno della valorizzazione del lavoro nei campi. Che cosa significa essere donna rurale in un paese industrializzato? Ne parliamo con Antonella D'Arnese, olivicultrice, donna rurale, che ha fatto della tracciabilità e della rintracciabilità del progetto UNASCO una delle sue direttrici professionali.
- Ritengo, e non sono l'unica, che in un paese industrializzato si senta sempre più l'esigenza di ruralità, per cui, sembrerà strano, ma le due cose, a mio avviso viaggiano in parallelo. Si investe sempre più nel campo agricolo, e le donne, che da sempre hanno svolto un ruolo importante, lavorando nell'ombra, oggi svolgono un ruolo di rilievo e sono sempre maggiori le aziende agricole gestite da donne.
Come nasce il suo rapporto con la terra?
- Un amore latente e sicuramente tramandato. Mio padre svolgeva tutt'altro lavoro; aveva ereditato da suo padre un terreno e poi aveva comprato altri uliveti, poichè anche lui amava rifugiarsi nell'olivicoltura, per spezzare la routine del suo lavoro. Anche io fino al 2001 mi sono dedicata di altro, ma poi il richiamo è stato molto forte, e dapprima in maniera marginale ho iniziato ad occuparmi dei terreni di famiglia. Sono la seconda di quattro figlie. Le mie tre sorelle si occupano di tutt'altro, per cui anche per mio padre è stata una apprezzata sorpresa!
Quali competenze e conoscenze una donna deve mettere in campo oggi per essere competitiva e innovativa sul mercato?
- Una donna, al pari di un uomo, oggi non deve essere brava soltanto nella conduzione di un fondo agricolo, ma deve essere in continuo aggiornamento sia in relazione alle nuove tecniche legate alla conduzione stessa al fine di ottenere sempre un prodotto migliore sia a capire l'esigenze del mercato. La nostra azienda si colloca sul piccolo segmento rappresentato dai prodotti di qualità, prodotti che non potranno mai essere competitivi con quelli della grande distribuzione, per cui un ruolo importante è anche capire questo concetto e fare in modo che oltre alla qualità, vi siano altri fattori che danno maggiore valore al prodotto stesso, dando anche maggiori garanzie al consumatore.
Come mai è scattata l'esigenza o il desiderio di aderire a un progetto volto a valorizzare la tracciabilità dei prodotti?
- Un ruolo molto importante e molto apprezzato dai consumatori è svolto dalla rintracciabilità. Mi è piaciuto molto il progetto, difatti vi ho aderito con la mia Cooperativa appena ci è stato proposto e sono molto grata alla Unasco che ci ha dato questa opportunità.
La rintraccibilità offre un garanzia tangibile: il consumatore pùò risalire all'appezzamento dal quale sono state raccolte le olive per la produzione dell'olio che ha acquistato. Preciso che il progetto a cui abbiamo aderito è fatto di controlli molto scrupolosi in tutte le fasi di lavorazione.
Che cosa rappresenta per lei l'olio extravergine di oliva?
- Per me l'olio di oliva non esiste come concetto. Per me è sufficiente la parola olio per descrivere il mondo da cui provengo e il Paese nel quale vivo. In Italia, è quel che penso, se dico olio dico olio extravergine di oliva. Per me l'olio di oliva rappresenta il mio mondo da sempre, anche per me dire olio è dire olio extravergine di oliva. Non so se avete mai letto la storia della Principessa Piccola, che disse al padre: ti amo come il sale!! Io al mio direi: ti amo come l'olio!!!
L'olio è uno dei prodotti nobili della tavola europea. E la tavola favorisce le relazioni. Quali sono le curiosità e le domande che i suoi clienti le pongono parlando di olio e in che modo lei si sente parte di una comunità, quella degli olivicultori?
- L'olio extravergine di oliva rappresenta la dieta mediterranea, per cui svolge un piano di rilievo nella cucina in generale. Un buon olio migliora qualsiasi pietanza. Bisogna però ancora lavorare molto sull'informazione, poichè a molti consumatori mancano ancora i concetti e le informazioni basilari sul prodotto olio, e me ne rendo conto dalle domande che pongono. Si confonde ancora l'acidtà con il piccante e l'amaro; ci chiedono perchè il colore è più giallo che verde (il colore è irrilevante!!). Personalmente cerco di divulgare nel mio piccolo il concetto di olio extravergine. Lo faccio con degustazioni nel nostro punto vendita, in strutture alberghiere o nelle piazze dei nostri piccoli comuni, che d'estate sono meta di turisti, per cui anche se con una piccola produzione, mi sento parte del mondo olivicolo, che sostengo da sempre!!.
Campagna finanziata con il contributo dell'Unione Europea e dell'Italia