Fuori dal coro 04/02/2006

PER GLI AMICI CECILIA VOLPE E' PENSIERO E AZIONE, IN CAMPAGNA HA PORTATO UN NUOVO SPIRITO

Dopo una vita vissuta in ogni angolo del mondo, occupandosi di turismo, sport, arte e moda, si è infine dedicata all'agricoltura, con un'azienda sulle colline di Romagna a produrre vini Sangiovese e Albana passito, nonché un olio extra vergine di oliva dal fruttato leggero di grande qualità


Cecilia Fanfani Volpe ha vissuto in giro per l’Italia e per il mondo, occupandosi di turismo e sport, arte e moda, per poi approdare a Monteleone nelle colline di Romagna, in un minuscolo borgo medievale di una ventina di abitanti e qui, a capo fitto, ad occuparsi di agricoltura e agriturismo. Con tutto da imparare. Gli amici la chiamano ‘pensiero e azione’ e in campagna ha portato nuova linfa vitale: con Federico Curtaz, come consulente in vigna e cantina, produce Sangiovese e Albana passito; con l’olio si è classificata seconda al concorso regionale nella categoria fruttato leggero; ha aperto una bottega, nel Castello di Monteleone, di prodotti trasformati in azienda, ha ristrutturato quattro casali e appartamenti per agriturismo…ne farà ancora delle belle, con passione e amore per la terra di Romagna.

Da sinistra: Andrea e Cecilia Volpe, Federico Curtaz, Marco Bonandi

Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Da cinque anni e con risultati molto positivi che mi spingono a continuare.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Soddisfatta dei consensi che sto ottenendo sia in agricoltura, in particolare con olio e vino, sia in agriturismo: i nostri ospiti quando scoprono le colline romagnole ne rimangono affascinati. Sono comunque preoccupata per il nostro settore.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Vi ricordate nel 1993 il referendum per abolire il ministero dell’ Agricoltura? Forse all’agricoltura non credono gli italiani per primi.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Deve, insieme al turismo.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
All’inizio per mandare avanti una azienda di mio marito, ora per totale passione.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Entusiasmante anche se in Italia abbastanza alla deriva.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Disunite e non sempre dalla parte degli associati.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Joint- venture. Con un’ impresa agricola con noi confinante, abbiamo iniziato questo percorso, unendo le forze, per abbattere i costi, nel creare una cantina comune se pur con prodotti assolutamente differenziati.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Prodotti di nicchia e di eccellenza.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Un giovanissimo imprenditore della mia zona che ha scelto di produrre e commercializzare erbe aromatiche, con grande professionalità, grinta e simpatia.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Mio padre, Amintore Fanfani, per le riforme che all’epoca hanno dato impulso all’Italia agricola.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Utili per il consumatore ma troppo care per il produttore e dunque anche per il consumatore finale.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
L’archeologo e l’uva di Patrick McGovern.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Il più grande uomo scimmia del pleistocene di Roy Lewis

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Rileggo Il Codice dell’anima di Hillmann

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Chissà… a una serata con un libro preferiscono una serata a far bisboccia?

di T N