Fuori dal coro 21/01/2006

LA SCELTA MIGLIORE? LA FILIERA CORTA. PAROLA DI CATERINA BONETTI

Si occupa di mele nella celebrata Val di Non e coltiva in regime di agricoltura biologica. Per convinzione profonda. Il mondo agricolo - dice - soffre di un antico male chiamato disorganizzazione. Nel contempo, le associazioni di categoria si dimostrano distratte


Caterina Bonetti è nata a Milano nel 1952, dove ha studiato e poi lavorato fino a qualche anno prima della nascita del primo figlio.
Ha trascorso da sempre gran parte del tempo libero nell'azienda che la madre aveva ricevuto in eredità dai suoi genitori in Val di Non e di cui si occupava personalmente. Dal 1987 la conduzione dell'azienda è passata a Caterina Bonetti. L'azienda agricola Biomela pratica la coltivazione biologica con piena convinzione.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Da quasi vent'anni con risultati soddisfacenti, coltivando con metodo biologico.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Sono preoccupata: per le nuove problematiche produttive, per le maggiori difficoltà commerciali, per la globalizzazione di entrambe le difficoltà.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Perché nel nostro Paese l'attenzione è concentrata solo sull'industria, non ultima anche sull'industria alimentare che non c'entra nulla con l'agricoltura.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Solo se questo fosse il volere di coloro che ci governano, un comparto produttivo trae la sua importanza dall'attenzione che ottiene.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Per vocazione e per tradizione familiare.

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Disorganizzato.

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Distratte.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Rispetto.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Consiglierei di evitare una eccessiva specializzazione e di puntare alla filiera corta producendo alimenti buoni e sani coltivati con metodo biologico.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Tra i tanti cito Norbert Blaasbichler di Velturno - per questi motivi: coltivazione biologica, capacità tecniche, attenzione alla diversificazione delle produzioni, capacità di comunicare i valori, introduzione sul mercato della filiera corta.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Alemanno, perchè si è schierato contro l'ingerenza delle multinazionali sugli Ogm ed è stato pronto a recepire i mutamenti della Pac.

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Sono utili, ma sono troppe. Così generano confusione.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
Fisiologia della azienda agraria del prof. Draghetti.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Il Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupery.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Stefano Cerveni, Il Franciacorta nell'anima, nel bicchiere, nel piatto.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Perché non c'è tempo. Perché per ogni domanda o dubbio ci sono tanti esperti a cui chiedere le risposte e affidare le nostre scelte.

di T N