Fuori dal coro
Degustare l'olio d'oliva col pane, sfatiamo un tabù
L'assaggio professionale richiede il bicchiere regolamentare, blu cobalto. I consumatori vogliono degustare, non assaggiare l'olio extra vergine d'oliva. Allora liberiamo la creatività, creando un bicchierino fatto di pane
29 maggio 2015 | Simona Cognoli
Ogni giorno nella mia piccola bottega dell'olio accolgo i curiosi e gli appassionati di olio extra vergine di oliva.
Alcuni di loro entrando già sanno che troveranno un tavolo alto su cui appoggiare i gomiti ed aspettare di ripetere quell'esperienza che li porterà a conoscere oli diversi. I bambini in questa attesa sono sempre i più impazienti. Spesso sono proprio loro a spingere i genitori a tornare perché vogliono assaggiare l'olio. Gli piace vedere la bottiglia e partecipare al piccolo rituale del bicchierino bianco tra le mani che in pochi secondi si riempirà di quel tanto di olio che gli farà venire la voglia di metterci il naso dentro, dando anche una sbirciatina. Loro lo hanno già memorizzato: il colore non conta ma è sempre bello vederlo. Una piccola espressione di meraviglia per i profumi, un pò di silenzio per poi esclamare "buono, ma pizzica!", a cui segue un concitato "ancora!".
Gli adulti invece quasi sempre si avvicinano all'assaggio con apparente tranquillità perché c'è sempre un qualcosa che li disturba (il caffè, la colazione appena fatta, il raffreddore). A loro quel bicchierino mette soggezione. C'è chi si confronta con l'esperienza diretta dell'assaggio, chi invece si sforza per recuperare tutte le visioni ed i ricordi di quando qualche famigliare assaggiava l'olio con il dito o sfregandosi con qualche goccia la pelle del braccio per poi sentirne il profumo.
Focaccina di Lele Usai, presentata da Oleonauta
Un attimo, un gesto che parte spontaneo, bello quanto sincero, ricco di emozioni che vengono dal passato. A questo punto inizia la mia ricerca tra le bottiglie perché il primo sentimento per l'olio appena provato mi condurrà verso i profumi ed i gusti desiderati. La ricerca si fermerà quando sentirò: "ecco, è lui...certo ora un pò di pane sarebbe stato il massimo".
Pane ed olio: la nostra memoria collettiva. L'assaggio perfetto, la carezza di un bimbo. Il bicchierino in fibra di mais che lascia il posto alla forma ed ai profumi del pane, quasi ad indicare la strada.
Anche io con i gomiti su quel tavolo, davanti al cliente penso: a questo punto ci vorrebbe proprio un bicchierino di pane, per chiudere in un sol boccone tutti i profumi ed i sapori dell'olio. Quasi un gioco, ma in fondo una bella esperienza per chi non cerca un assaggio professionale.
Bicchierino di pane - Oleonauta
Un concentrato di profumi in un piccolo contenitore che li trattenga senza sprecarne neanche una goccia. Sarebbe come un invito giocoso ad un cicchetto d'olio.
L'idea c'è, ma come si fa a realizzare un bicchierino fatto di pane che non distolga dai profumi e dai sapori dell'olio? Sono stata presso diversi forni che hanno provato a seguire la mia idea, ma con pochi risultati apprezzabili. La soluzione è arrivata da uno chef, che mi ha suggerito una soluzione semplice ma efficace: prepararlo come se fosse un cannolo, con un impasto tirato a sfoglia sottile. Ho cominciato a lavorarci sopra con un pizzaiolo ed il risultato mi è piaciuto. Il bicchierino ha una forma irregolare, accattivante, informale. Piccolo abbastanza per un solo morso, in modo da non permettere all'olio di uscire fuori e della giusta misura per versarci l'olio dentro.
Nella sua versione più elegante il bicchierino può evolversi in un impasto morbido con una fossetta al centro dove versare l'olio, perché per chi è più attratto dal pane che dall'olio la mollica non può mancare. In questa diversa interpretazione c'è la visione dello chef che fa sognare un tuffo morbido nell'olio. Un'alternativa valida per una degustazione rilassante.
Ma nella bottega dell'olio si percorrono sentieri emotivi diversi che partono da quel bicchierino, che sia di vetro, di fibra di mais o di pane.
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Accedi o RegistratiSergio Enrietta
30 maggio 2015 ore 02:16Finalmente qualcuno che si accorge che il re è nudo.
Adoro l'olio sul pane e solo così faccio gli assaggi.
Non mi sogno neppure di assaggiare olio da un bicchiere, anzi dirò di più, mi fa impressione pessima, ancor di più con bicchiere blu.
Ma che natura mai potrà ricordare una tale asettica pratica.
Sfido poi che si debbano coniare vocaboli a dir poco "originali" per descriverne le sensazioni.
Come i bambini preferisco: buono, cattivo, amaro, dolce, stanco, vecchio, non mi piace, ottimo, questo si, questo no, ecc.
Pane fresco e olio e nulla più.
Ovviamente opinione personale.
Sergio Enrietta
Giuliano Lodola
30 maggio 2015 ore 09:41Credo abbia ragione Sergio sulle variabili nel metodo di assaggiare l'olio da parte del consumatore ultimo finale , la classica fetta di pane fresco grossolano è l’ideale in questo caso , e mi spiego.
Due sono i modi e il fine di assaggiare l'olio , uno professionale che rilascia voti sulle qualità tecniche dell'olio , avviene da parte di professionisti assaggiatori , dal responso si capiranno pregi e difetti tecnici , alcuni importantissimi e altri rilevabili soltanto da questi giudici , il procedimento è dettato dal disciplinare che ne regola ogni passaggio , è stato studiato per avere un metro di paragone comune nel mondo.
Negli assaggi professionali è giusto usare il bicchierino asettico per evitare contaminazioni nei sapori causati dal supporto usato , il pane ha sempre un suo gusto di fondo che disturberà il giudizio tanto fine di questi giudici , giustissimo anche il colore Blu dei bicchierini , Blu al fine di nascondere il colore dell'olio che potrebbe influenzare il giudizio , nel caso specifico è soltanto sui sapori , un bel colore verde oliva potrebbe falsare mentalmente il giudizio.
Il secondo modo di assaggiare l’olio è quello usato dal consumatore finale che vede l’olio come un alimento e come tale deve avere quei gusti personali che ciascuno desidera e ama trovare nel cibo , non esiste il buono o cattivo ma soltanto mi piace o non mi piace , questa scelta è personale , esula da qualunque ragionamento.
Il consumatore finale non cerca difetti e pregi , naturalmente se l’olio ha sapori cattivi viene scartato a priori anche dal consumatore con la risposta non mi piace , ma quello che conta in questo caso è che il gusto sia piacevole e faccia pensare alla parola buono , anche il colore è un fattore importante perché contribuirà a rafforzare il buono o no , un bel verde oliva da manuale confonde già un poco il giudizio finale.
Questo secondo personaggio , il consumatore , si avvicina all’olio , non per giudicarlo , ma bensì per sceglierlo , e deve poterlo fare nel modo con cui consumerà l’olio nella vita di ogni giorno , gustandolo nel cibo.
Credo se mettiamo bicchierini di olio nel bancone e chiediamo a chi passa di assaggiarlo , vedendo i bicchierini pochi lo faranno perché questo metodo da l’impressione di bere l’olio , berlo non è piacevole , ma il bicchiere rende proprio l’idea di bere.
Se ti avvicini all’olio per il tuo consumo casalingo giornaliero , vorresti poterlo assaggiare sul cibo , lo vedi naturale usato in questo modo , e qua interviene la classica fetta di pane fresco grossolano , per grossolano intendo sia pane neutro senza sapori , sapore di pane, nulla è più attraente di un piattone con molte fette di pane intrise di verde extravergine di oliva , questo è l’assaggio giusto che il consumatore casalingo preferisce , farlo con il bicchiere l’olio sembrerebbe più una purga che un assaggio per gustarlo , credo Sergio si riferisse proprio a questo .
Nelle fiere e sagre di prodotti alimentari aperte al pubblico , sui banconi devono esserci fette di pane con abbondante olio , tutti prenderanno la fetta dandola anche al bambino , dal gusto e sapore che resterà loro giudicheranno quale tra quelli assaggiati è il loro ideale , naturalmente potranno avere in mostra anche i bicchierini blu , ma per chi li chiede e perciò esce dai consumatori.
I due metodi , bicchierino blu e fetta di pane , sono entrambi giusti , cambia la persona a cui si rivolgono , bicchierino al commerciante professionista , fetta di pane al cliente finale che gusta per acquistare il prodotto giusto.
Giuliano Lodola