Fuori dal coro
Extra vergine Gran Cru, un gioco da ragazzi per Paolo e Iole
Un progetto comune e una passione. Basta avere qualche migliaio di piante e suddividerle per territori, colline, in una parola per cru, in modo da comprenderne le sfumature, le differenze e, soprattutto, le meravigliose peculiarità che ogni singolo oliveto può sprigionare
28 febbraio 2014 | Fausto Borella
L’inizio di questo racconto potrebbe assomigliare alle favole che quasi ogni sera i miei figli di 2 e 5 anni mi pregano di leggere per farli addormentare felici ed estasiati.
Gli ingredienti sono molto simili, due persone che si amano, Paolo Borzatta, manager internazionale di successo, e la compagna Ione Zobbi che, rapiti dalla campagna della Tuscia in quel di Canino, decidono di acquistare una proprietà olivicola e fare olio sul serio.
Produrre un vero extravergine di qualità vuol dire prima di tutto informarsi, studiare e, altro fattore fondamentale, girare il mondo per capire le richieste del mercato. Paolo e Ione hanno capito che basta avere qualche migliaio di piante e suddividerle per territori, colline, in una parola per cru, in modo da comprenderne le sfumature, le differenze e, soprattutto, le meravigliose peculiarità che ogni singolo oliveto può sprigionare. Se poi l’attento proprietario riesce a capire che per chiudere correttamente la filiera dell’olio deve fornirsi di un frantoio, allora il gioco è fatto.
Non contenti, Ione & Paolo, da cui le iniziali dell’azienda, hanno capito che per entrare nel mercato della ristorazione di qualità devono avere formati da 250 e da 100 ml, così da invogliare il commensale a scoprire nuove sensazioni da abbinare ai piatti di tutte le regioni d’Italia.
Poche settimane fa ho assaggiato il Gran Cru Gioacchina e il Cru Poggio Orzale Mau che deriva dalla cultivar Maurino. Oli davvero intriganti, con profumi che ricordano il mallo di noce, aromi di erba aromatica e salvia. In bocca sono intensi e armonici con quel ritorno di spezia dolce che rende unico l’olio da abbinare a piatti della tradizione regionale quali cacio e pepe o il capretto in umido.
Con aziende come queste, che fanno da traino a tutto il comparto dell’olio di eccellenza, il nostro Paese vivrebbe ben altre primavere di quelle che stiamo passando in questi anni.
Ione Zobbi purtroppo è volata in cielo, ma sono sicuro che ogni passo che compie il manager-olivicoltore Paolo Borzatta è seguito con attenzione dalla sua compagna che saprà guidarlo così come faceva quando erano uniti nel loro amarsi, riflettendosi poi nell’amore per la loro terra.
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