Fuori dal coro 10/03/2012

La fantasia al servizio dell'innovazione e della qualità

La fantasia al servizio dell'innovazione e della qualità

Armando Balestrazzi ci crede. L’agricoltura, l’amore per la terra c’è l’ha nel sangue. Fa parte del suo Dna. In Puglia,a Ostuni, il suo centro operativo. Il comparto agricolo? E' l'unico settore in grado di "creare" qualcosa dal nulla


Immersa in un uliveto plurisecolare, esteso per 72 ettari, con numerose piante di carrubo, querce e ampie zone di macchia mediterranea, la Masseria il Frantoio sorge su di un antichissimo frantoio ipogeo del ‘500.

Armando Balestrazzi e la moglie Rosalba accolgono gli ospiti con grande spirito di cordialità. Si va dall’uliveto biologico con diversi alberi, giovani e centenari. Armando e Rosalba producono quattro oli extra vergini di oliva, ma anche 35 tipi di rosoli, tra i quali, unico al mondo, quello alle foglie d’olivo, per il quale Rosalba nel 2005 ha ricevuto un encomio dal Ministero dell’Agricoltura; e poi c’è spazio anche per le confetture extra, gli snack, le mandorle dolci e salate, i taralli, le fave fritte. Lodevole la loro iniziativa “Adotta un ulivo secolare”.


Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?

Da soli vent’anni, e con enormi soddisfazioni morali e poche... materiali.

 

E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?

Soddisfatto, perché "le carte" hanno già iniziato a volare al vento, mentre "di terra non se ne produce più" e ci fa piacere averci pensato "in epoca non sospetta".

 

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?

Perché si è persa la dimensione "comunitaria" della vita sociale e l'egoismo esasperato ha portato molti a scommettere sui guadagni più facili e sugli investimenti più remunerativi, senza considerare le eventuali sofferenze di qualcuno implicato nell'affare, fosse pure soltanto un investitore dall'altra parte del globo, che perde la stessa somma uguale e contraria (non è forse vero che nulla si crea e nulla si distrugge?).

 

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?

Penso di sì, proprio perché è l'unico settore "primario", cioè in grado di "creare" qualcosa dal nulla (vale a dire dalla terra, dall'energia inesauribile del sole e dal nostro lavoro...).

 

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?

Autentico.

 

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?

Retrograde.

 

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?

La fantasia al servizio dell'innovazione e della qualità "pulita e giusta".

 

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?

Quello più coerente con le caratteristiche pedoclimatiche della sua azienda.

 

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?

Le sorelle Bruni dell'Azienda Vinicola Vetrere di Montemesola, in provincia di Taranto, per le motivazioni già illustrate.

 

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?

Marcora. Altra classe, altri tempi, altra moralità, altra competenza, eccetera.

 

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?

Sì, ma solo se sono poche e ben specificate.

 

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?

Cristo si è fermato ad Eboli, di Carlo Levi.

 

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?

I promessi sposi.

 

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?

La nona sinfonia di Sabino Palumbieri.

 

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?

Perché in passato erano troppo impegnati a lavorare per sopravvivere e oggi perché la TV e altre distrazioni elettroniche hanno riempito, appiattendolo, tutto il tempo libero.

 

di L. C.

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