Fuori dal coro 03/03/2012

Olivicoltori del lago di Como, la grande sfida

Olivicoltori del lago di Como, la grande sfida

Questa volta non c’è l’intervista a un singolo agricoltore, ma a cinque in contemporanea. E’ la passione a muoverli. Finora – dicono - è mancata la consapevolezza politica sull'importanza dell'agricoltura


E’ lo spirito di gruppo a muovere la Cooperativa agricola Olivicoltori del lago di Como. Ho conosciuto di persona Massimo Spreafico in occasione di Olio Officina Food Festival a Milano. Ho avuto da lui in degustazione un olio davvero sorprendente per qualità, prodotto nell’area della Dop Laghi Lombardi. E’ una cooperativa di olivicoltori costituita nell’aprile 2011. Un bell’esordio, con un extra vergine d’eccellenza. Ci fossero olivicoltori così bravi e appassionati in giro.

“La cooperativa agricola “Olivicoltori lago di Como” – si legge nel sito – è il frutto maturo di anni di lavoro svolto con competenza, passione e continuità da 25 olivicoltori che, con l’insieme delle loro due mila piante, costituiscono già oggi una delle maggiori realtà produttiva del Lario”.

Mi sembra giusto farli diventare “figli della terra”, e visto che che c’è un’anima collettiva a caratterizzarli, l’idea di sentirli tutti è la scelta giusta.

Luigi Castellano detto Gigi, nasce a Lecco nel 1957, compie studi di agraria a Milano esercitando la professione di agronomo per alcuni anni, in seguito nel 1991 alla ricerca di uno stile di vita più semplice, segue la scelta radicale di dedicarsi con la moglie Sandra Conca alla produzione agricola ortaggi, frutta, olivo, apicoltura, con metodo biologico e vendita diretta nei mercati cittadini limitrofi. Il territorio svantaggiato comporta un lavoro difficile ma vario e la sfida è sempre aperta, ma le soddisfazioni non sono mancate e la scommessa di poter vivere di sola agricoltura, insieme ai quattro figli, nei nostri territori si può dire vinta

Gaetano Brusati, nato Milano il 10/10/1945, laureato i Fisica all’università di Milano si è occupato di Informatica inizialmente come ricercatore e poi nell’industria. Ora è in pensione ed ha iniziato ad occuparsi di agricoltura da quando ha acquistato un podere a Dervio nel 2008.

Marta Stropeni, nata a Lecco il 26/03/1982, laureata in Agraria nel 2009 ha avuto la fortuna di occuparsi fin da subito all'interno del settore agricolo. Dal 2011 esercita la professione di agronomo.

Mattia Vaccani, diploma Tecnico chimico e biologico. Lavori svolti: dal 2001 al 2002 depurazione delle acque,dal 2002 al 2006 tecnico nel settore di formulazione delle materie plastice, dal 2006 al 2008 tecnico in ambito di vernici a solvente e all'acqua e dal 2009 fino ad ora tecnico di laboratorio in ambito scolastico.

Massimo Spreafico, nato a Lecco, classe 1964. Diploma di Perito industriale. Lavora in un’ azienda informatica.

 

Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?

Luigi Castellano: dal 1982 come semplice appassionato per produrre qualcosa per il consumo familiare e dal 1991 anche come azienda agricola rivolta al mercato. Con piccoli e costanti investimenti, tenacia e passione siamo riusciti a creare una piccola attività che ci consente di vivere del nostro lavoro.

Gaetano Brusati: da soli 3 anni. Mi sono occupato di informatica.

Marta Stropeni: da circa 3 anni.

Mattia Vaccani: dal 1988 all'età di soli sei anni ho sempre manifestato una forte attrazione per l'olivicoltura, aiutavo come potevo i miei familiari nella raccolta delle olive. Crescendo, la passione è aumentata sempre più. Attualmente recuperando vecchie piante e terreni incolti di mia nonna sono riuscito ad incrementare la produzione superando il solo fabbisogno personale. Questo purtroppo non è il mio primo lavoro

Massimo Spreafico: per me è sempre stata una grande passione sin da ragazzo e che volevo trasformare in professione, purtroppo scoraggiata da genitori ex contadini che memori della fame vissuta durante la guerra mi hanno indirizzato verso la più rassicurante professione di impiegato in ufficio.

Da circa 10 anni grazie all’incontro con alcuni amici ho potuto “tornare ragazzo” e ricavare grandi soddisfazioni da un piccolo oliveto domestico.

 

Siete soddisfatti, perplessi o preoccupati?

Luigi Castellano: il successo di un'attività lo si deve conquistare ogni giorno, occorre fare scelte lungimiranti e semplici per poter sopravvivere in una selva di difficoltà ambientali, sociali e burocratiche

Gaetano Brusati: sono stimolato dalle possibilità intrinseche della attività agricola ma anche consapevole dei limiti che impediscono di trasformare una attività amatoriale in una attività con solide basi di sopravvivenza

Marta Stropeni: dipende molto dalla realtà che si guarda; se penso al nostro territorio, e in particolare la nostra realtà olivicola, vedo un entusiasmo tale da ritenermi soddisfatta.

Mattia Vaccani: per ora sono soddisfatto dei miei risultati, non intendo fermarmi, ho ancora delle possibilità di cresciata e intendo sfruttarle.

Massimo Spreafico: come agricoltore della “domenica” mi dichiaro certamente soddisfatto anche se la conoscenza, pur limitata, del mondo agricolo, delle problematiche ambientali ed economiche che affliggono chi dalla terra deve trarre il sostentamento, è per me fonte di amarezza.

 

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?

Luigi Castellano: è mancata la consapevolezza politica sull'importanza dell'agricoltura. La scadente qualità dei governanti ha relegato le attività primarie ad attività marginale sacrificando i terreni migliori alla speculazione e destrutturando l'immenso patrimonio agricolo italiano

Gaetano Brusati: c’è un cambiamento epocale alla base di questo. Le aree mondiali tecnologicamente sviluppate, tra cui l’Italia, hanno beneficiato di uno sviluppo industriale diffuso che ha saturato le loro risorse di lavoro offrendo retribuzioni, stabilità economica, lavori poco faticosi non confrontabili con quelle offerte dall’agricoltura, soprattutto se paragonati all’agricoltura poco meccanizzata che era diffusa. In Italia ha avuto anche la sua parte il frazionamento eccessivo delle aree agricole ha fatto la sua parte nel far decadere all’agricoltura. Questo sviluppo enorme di alcune aree economiche è stato a spese del terzo mondo non industrializzato. Le cose stanno cambiando, qualche passo indietro anche in Italia è probabile che si dovrà fare ed è possibile che nel futuro prossimo l’agricoltura riacquisti un ruolo di maggior pregio.

Marta Stropeni: perchè purtroppo, nel contesto attuale, vale molto di più fabbricare che dedicarsi all'agricoltura

Mattia Vaccani: negli ultimi anni purtroppo ho visto rovinare il paesaggio naturale del mio territorio a favore dell'edilizia. Con grande rammarico ho visto decine e decine di piante di olivo sradicate per fare spazio alle nuove abitazioni, per poi vederle chiuse per quasi tutto l'anno.

Massimo Spreafico; perché si è avuta la presunzione di poterne fare a meno, fare gli agricoltori era considerato mestiere antimoderno, da emarginati. Ed anche il frutto di quel lavoro è stato svilito, tant’è che oggi al produttore viene riconosciuto un prezzo minimale rispetto al prezzo finale di vendita.

 

Credete che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?

Luigi Castellano: è necessario raggiungere questa consapevolezza politica. Favorire la protezione fisica del territorio e lo sviluppo delle attività imprenditoriali attraverso la cooperazione

Gaetano Brusati: sarebbe un suicidio collettivo continuare nella depauperazione del territorio e nella distruzione dell’agricoltura

Marta Stropeni: deve!

Mattia Vaccani: purtroppo attualmente il comparto agricolo è in forte crisi. I raggazzi della "città" vivono in un mondo "virtuale" creato dalle nuove scelte economiche. Non dobbiamo però dimenticare il nostro passato storico e culturale basato sul settore primario. Forse questa crisi economica, sociale e culturale può riportare il settore primario a occupare il posto che gli spetta; anche se purtroppo parecchi terreni sono stati persi.

Massimo Spreafico: certamente, l’Italia ha bisogno di agricoltura così come ha bisogno di lavoro vero. Occorre solo convincere il mercato che un frutto raccolto sull’albero non ha meno importanza di un cellulare o di un altro prodotto tecnologico.

 

E voi perché avete scelto di operare in agricoltura?

Luigi Castellano: è sostanzialmente una scelta di libertà: autonomia nel lavoro, contatto con la natura

Gaetano Brusati: l’interesse per il l’ambiente naturale ed agricolo c’è sempre stato in me anche se avendo sempre vissuto in città non hop avuto mai l’opportunità di praticare altro che piccolo giardinaggio. Con la pensione, trasferita la mia abitazione in Dervio sulle rive del lago di Como ho travato che molti terreni agricoli una volta sfruttati erano abbandonati ai rovi. Così ho acquistato un pezzo di terreno, ho cominciato a ripulirlo, a ripristinare terrazzamenti cadenti ed ho cominciato a piantare ulivi. Diciamo però che la molla per far questo è scattata con un corso di olivicoltura tenuto dalla locale associazione di olivicoltori.

Marta Stropeni: non so perchè, è una passione che c'è sempre stata fin da piccola.

Mattia Vaccani: ho scelto di operare in agricoltura per cercare di passare più tempo possibile immerso nella natura. Questa non è la mia prima attività...ma se un giorno le cose dovessero cambiare.....farei di tutto per farla decollare come attività principale.

Massimo Spreafico: ovviamente come hobbista non posso che rispondere:”per passione”, ma credo che oggi anche ogni agricoltore professionista lo faccia per passione, non certo per mancanza di alternative o per soldi

 

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?

Luigi Castellano: operoso

Gaetano Brusati: stimolante per tutto il sapere e le abilità che occorre acquisire, impegnativo fisicamente ma salubre. E poi bello! Quando ci si ferma stanchi a riposare un poco, a guardare il placido panorama del lago il cuore si apre..

Marta Stropeni: ricco di sfide e di soddisfazioni

Mattia Vaccani: precario.

Massimo Spreafico: “suonata” come un pugile ma che presto (speriamo) reagirà per convinzione o per necessità.

 

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?

Luigi Castellano: statiche

Gaetano Brusati: poco incidenti sulla realtà, un accessorio per far fronte alla burocrazia

Mattia Vaccani: "menefreghiste"

Massimo Spreafico: Le conosco troppo poco per poterle giudicare. Forse dovrebbero divulgare maggiormente la cultura agricola e farsi conoscere di più sui media e non solo per “spaventarci” quando le cose vanno male (in occasione di emergenze atmosferiche o frodi alimentari).

 

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?

Luigi Castellano: cooperazione

Gaetano Brusati: concordo con Luigi. La riscoperta dell’agricoltura, soprattutto in aree come le nostre dove gli appezzamenti sono piccoli, lavorabili con difficoltà, richiede di accomunare risorse e trarre il, maggiore vantaggio dai contributi all’agricoltura, condividere supporto tecnico agronomico e così creare una realtà complessiva più solida. La Cooperazione è la strada giusta.

Marta Stropeni: unire le forze, soprattutto nelle piccole realtà come la nostra

Massimo Spreafico: giovane e competente, dalla parte della natura e dell’uomo.

Mattia Vaccani: collaborazione

 

Se doveste consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerireste?

Luigi Castellano: forestale

Mattia Vaccani: forestale

Massimo Spreafico: piccole produzioni locali, tutte in rete, orti, frutta, vecchie produzioni dimenticate. Meno quantità e più qualità. Non necessariamente a Km 0 ma filiera cortissima e molto molto vicine al consumatore, che deve vedere come si produce.

 

Un imprenditore agricolo che ritenete possa essere un modello a cui ispirarsi?

Luigi Castellano: la Cooperativa orticola Val di Gresta in Trentino ha permesso la cura e lo sviluppo sociale di un'intera vallata esempio virtuoso incredibile delle possibilità dell'agricoltura

Mattia Vaccani: la cooperativa agricola di Quinto Val Pantena

Massimo Spreafico: sono un gruppo di imprenditori che cercano di invertire la tendenza, vogliono ripartire.

 

Un ministro agricolo al quale sentite di esprimere pieno apprezzamento?

Luigi Castellano: sono rimasto al pragmatismo di Marcora ed al suo creare dignità all'agricoltura

Mattia Vaccani: spero presto arrivi......

Massimo Spreafico: il ministro che verrà e contribuirà a farsì che sia più conveniente coltivare un fondo che abbandonarlo, mietere grano che costruire villette a schiera.

 

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?

Luigi Castellano: fare chiarezza sull'origine territoriale o di processo di un prodotto è sempre utile

Gaetano Brusati: indubbiamente rafforzano l’immagine del prodotto e rappresentano un riferimento e una garanzia per i consumatori

Marta Stropeni: sono utili perché comunque danno informazioni aggiuntive al consumatore

Massimo Spreafico: sostanzialmente sono utili perché siamo chiare , accompagnate da adeguata informazione e se si vigili circa gli abusi.

Mattia Vaccani: sapere la provenienza del prodotto per il consumatore è fondamentale. Anche se poche persone si informano effettivamente leggendo l'etichettatura... la maggiore parte valuta solo in base al risparmio.

 

Un libro relativo al mondo rurale che consigliereste di leggere?

Luigi Castellano: "La rivoluzione del filo di paglia" di Masanobu Fukuoka

Gaetano Brusati: “Padre padrone” di Gavino Ledda oppure il film “L’albero degli zoccoli”

Mattia Vaccani: "Quan che è bon la Luna"

Massimo Spreafico: “Emilio il pastore di Noirmont” – edizioni Villadiseriane- BG. Ma perché no anche un film: “Il Vento Fa Il Suo Giro” di Giorgio Diritti

 

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?

Luigi Castellano: "Radiosa aurora" di Jack London

Gaetano Brusati: Il nome della Rosa di Umberto Eco

Mattia Vaccani: Gomorra di Saviano

Massimo Spreafico: da buon lecchese innamorato della mia terra e del mio lago non posso non citare i “Promessi Sposi”, un romanzo poetico ed un saggio storico tutto assieme.

 

Il libro che in questo momento state invece leggendo?

Luigi Castellano: "Come il fiume che scorre" di Coelho

Gaetano Brusati: “Imperativo energetico” di Hermann Scheer

Marta Stropeni: “Manuale di educazione alimentare” di Amarri e Pedrazzi

Mattia Vaccani: un libro sulle tecniche di potature degli ulivi.

Massimo Spreafico: si tratta di un ebook 'La felicità nel cambiamento', autori Marco Roveda e Ervin Laszlo. Scaricabile gratis da Lifegate

 

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?

Luigi Castellano: la lingua italiana sa essere a volte scoraggiante. Non è facile trovare autori che abbiano qualcosa da dire con linguaggio limpido.

Gaetano Brusati: è un fatto di cultura di base e di cambiamento del costume: la televisione brucia opportunità di lettura per molti

Marta Stropeni: forse perché lo vedono come un impegno e ritengono più interessanti altre attività. Non sanno cosa si perdono!

Mattia Vaccani: gli agricoltori a mio parere non leggono in quanto, rincasano con una dose di stanchezza non indifferente e la sveglia al mattino è sempre presto.

Massimo Spreafico: per lo stesso motivo per cui l’agricoltura è in crisi e per lo stesso motivo per cui venne detto: “con la cultura non si mangia”: ignoranza, e mi ci metto anch’io perché vorrei leggere di più.

 

di L. C.

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