Fuori dal coro
La campagna ci scorre nelle vene. E’ un’attrazione naturale
Domenico Del Curatolo rappresenta la buona e sana gioventù che crede nei valori della terra. A Barletta, nella sue campagne, a dominare la scena è la cultivar Coratina, sulla quale fa leva per far breccia sul consumatore ed educarlo al piacere del gusto
25 febbraio 2012 | T N
Domenico Del Curatolo insieme con il fratello Raffaele hanno dato vita al marchio Cannensi nel gennaio del 2008. Si tratta di una realtà recente, ma vanta un tessuto familiare ben radicato alla civiltà della terra. L’azienda nasce come realtà commerciale con lo scopo di promuovere e valorizzare tutta una serie di prodotti tipici della nostra terra, non soltanto l’olio extra vergine di oliva. Alle spalle i Del Curatolo hanno una lunga storia on qualità di produttori di uva, olive e ortaggi, e così, a partire da questa tradizione che è parte fondante della famiglia, hanno pensato bene di creare un marchio in cui nome e logo facessero stretto riferimento al territorio di Barletta e a quello circostante.
Campagne destinate alla produzione di olive Coratina, hanno fatto di tale cultivar il punto di forza delll’olio extra vergine di oliva Cannensi, ottenuto da piante secolari che vengono curate e seguite personalmente dalla famiglia Delcuratolo.
Domenico insieme con il fratello Raffaele, appasionati di storia, hanno pensato bene, a partire da ciò che è rimasto delle rovine di Canne della Battaglia (il sito archeologico è a pochi chilometri da Barletta) hanno voluto far espresso rifierimento, attraverso il loro logo a questo importante luogo di civiltà.
Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Praticamente da sempre, nell’azienda di famiglia seguiamo tutti i lavori inerenti le varie coltivazioni orticole, olivicole e viticole. Dal 2007 inseguiamo il sogno di diffondere il nostro marchio con i nostri prodotti a livello internazionale, e il tutto è in fase di evoluzione.
E’ soddisfatto, perplesso o preoccupato?
Soddisfatto per i vari riconoscimenti riscontrati a livello internazionale e nazionale in merito alla qualità da noi proposta. Naturalmente analizziamo giorno dopo giorno le difficoltà che si presenatano, sia nella ricerca di nuovi mercati, sia nella difficoltà di commercializzare prodotti di qualità nell’era della grande distribuzione selvaggia.
Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Perché in confronto ai grandi sistemi è infinitamente piccolo, e contrario alle leggi del nuovo mercato globale.
Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
Lo spero, sia da coltivatore convinto, che da amante della campagna in generale. L’agricoltura è alla base della vita quotidiana, andrebbe rivisitata e riproposta e naturalmente tutelata per il bene comune.
E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Perchè la campagna ci scorre nelle vene, quindi è un è un’attrazione naturale con l’impegno a dare il massimo.
Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Solo uno? Appassionante, romantico, piacevole, interessante, difficile…
Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Burocratizzate
Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Unione
Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Domanda difficile. Consiglierei la trasformazione dei prodotti agricoli.
Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Mio nonno, perché ha trasmesso con la sua semplicità e tenacia tutto il sapere a noi che con gioco e impegno giorno dopo giorno assimilavamo le sue, vere, perle di saggezza.
Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Visti i risultati, il ministro che verrà. Colui che troverà il coraggio di andare contro le lobby del settore e che abbia voglia di investire con determinazione e senza giri iniutili sui giovani che intendono risollevare il futuro dell’agricoltura.
Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Poche ma buone, e invece sono tante e fuorvianti.
Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
Siddharta, di Hermann Hesse
Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Olio. Puro succo di oliva, di Luigi Caricato
Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Forse perché troppo distratti dalla frenesia della vita.

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