Fuori dal coro

ANTONELLA PINNA DA ITTIRI E GLI ANTICHI ULIVETI DEL PRATO

Dalla Sardegna un esempio di impreditoria agricola propositiva. Ma cosa fanno nella regione le Istituzioni? Meritano un encomio o dure critiche per immobilismo? C'è chi sceglie l'agricoltura per necessità, amore e speranza. E chi invece la trascura scientemente. E' una dura lotta, ma chi intraprende la strada dell'alta qualità viene comunque ripagato

29 gennaio 2005 | T N

Maturità classica nel liceo “Azuni” di Sassari e laurea in giurisprudenza nell’ateneo della stessa città, Antonella Pinna è professore ordinario di materie giuridiche in un liceo sperimentale a Bergamo.
Alla morte del padre, nel 1999, eredita – insieme ai fratelli – l’azienda di famiglia, sita alle porte di Sassari, nella quale decide di riversare il suo entusiasmo e qualche buona idea.
Particolare attenzione dedica alla produzione dell’olio extravergine “Antichi Uliveti del Prato”, che riceve – da subito – significativi riconoscimenti in campo nazionale (premi “Montiferru”, “Ercole Olivario”,”Miglior olio monovarietale”, le tre Olive di Slow Food, ed altri).
Anche la produzione di sottoli, di recente intrapresa, riscuote attenzione ed interesse.



Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?
Dal 1998; dopo anni di investimenti e di comprensibili sacrifici, si incomincia a intravedere un futuro più roseo.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?
Sono indubbiamente soddisfatta di quanto io ed i miei fratelli (Gavino e Leonardo) abbiamo realizzato, trasformando una proprietà terriera in una moderna azienda agricola; seriamente preoccupata per l’avvenire in quanto operiamo in un settore merceologicamente difficile e malamente regolamentato come l’olio extra vergine; il tutto, in assenza di adeguato sostegno a livello regionale.

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?
Perché il mondo agricolo ha perso di interesse agli occhi degli investitori e, quel che più conta, agli occhi dei pubblici amministratori e del sistema creditizio.

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?
L’agricoltura è settore primario per definizione; ha tuttavia smesso di essere un settore di primario interesse; può nuovamente diventarlo all’unica condizione che gli operatori in questo settore non vengano lasciati soli.

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?
Necessità, amore e speranza…

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?
Generalmente antiquato, alla perenne ricerca del tempo perduto…

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?
Corporative.

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?
Imprenditorialità; il che significa organizzazione, innovazione e pianificazione, in stretta correlazione con il territorio e con l’ambiente quali valori da rispettare e da proteggere.

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?
Probabilmente quello vinicolo.

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?
Nel settore appena citato ve ne sono diversi: Planeta, Argiolas per citarne solo alcuni e rigorosamente isolani.

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?
Nell’attesa di un nuovo Marcora, confidiamo nei progressi di Alemanno..

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?
Informazione e certificazione devono andare di pari passo, perché altrimenti creano solo confusione.

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?
I romanzi più conosciuti di Grazia Deledda rappresentano un bell’affresco del mondo rurale arcaico sardo.

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?
I Promessi sposi.

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?
Il residence delle ombre cinesi di Giuseppe Pontiggia.

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?
Probabilmente perché ritengono sufficiente l’informazione degli altri media. La lettura, di qualunque genere, deve essere stimolata per poter essere apprezzata. Gli agricoltori riflettono un modus vivendi generale.