Fuori dal coro 23/07/2011

Cinzia Chiarion, la pasionaria dell’olio

Cinzia Chiarion, la <i>pasionaria</i> dell’olio

E’ nata nella campagna veneta. Ora vive in quella toscana. Non può fare a meno della terra. Eppure gran parte del suo tempo lo trascorre praticando la scienza medica. E lo si nota. Suo è il sito “Olio & Salute”


Cinzia Chiarion è nata nella campagna veneta e, come lei stessa puntualizza “cresce” vicino a Siena, sempre in campagna. E’ medico, ma da una decina di anni gestisce anche, ed è il caso di dire con grande entusiasmo un’attività agricola in Toscana, insieme con il marito. A Casentino, tra Camaldoli e Arezzo, una piccola realtà produttiva: Poggiotondo.

E’ qui che Cinzia Chiarion segue la parte olivicola dell’azienda, imbottiglia due differenti oli extra vergini di oliva: il “Valloni”, un blend di più cultivar, e “Le Rancole”, che è invece un monocultivar da olive Moraiolo. Lei è contenta e particolarmente soddisfatta, anche perché entrame gli oli hanno ricevuto pubblici riconoscimenti e compaiono tra l’altro, con punteggi elevati, nelle guide del settore.

Una passione che non si ferma solo in campagna, giacché la sua professione principale, di medico internista, l’ha portata a creare e dirigere ilOlio&Salute, al quale collaborano una decina di medici e veterinari, con l’esclusivo scopo di diffondere le qualità benefiche esercitate dall'olio extra vergine di oliva sulla salute dell'uomo, ma anche degli animali. Già, perché nella sua fattoria non ci sono solo alberi di olivo e vigne, ci sono anche degli asini.

 

CINZIA CHIARION

Da quanto tempo si occupa di agricoltura e con quali risultati?

Sono nata e cresciuta in campagna. Dopo un periodo di allontanamento, per motivi scolastici, sono rientrata in campagna e ho iniziato a occuparmi di olivicoltura, e poi, considerato che sono anche un medico internista, ho approfondito il binomio olio/salute al quale dedico molto del mio tempo.

E’ soddisfatta, perplessa o preoccupata?

Sono soddisfatta per i risultati ottenuti, anche se il progetto che vorrei realizzare, quello di creare un centro studi internazionale sull’olio e la salute, richiederebbe risorse molto grandi che, purtroppo, non ho.

 

Perché il mondo rurale ha perso in centralità e importanza negli ultimi decenni?

L’agricoltura è stata penalizzata perché poco remunerativa, si è preferita la città che nell’immaginario collettivo resta sempre la sede del profitto e del benessere.

 

Crede che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?

Certamente, soprattutto per quanto riguarda l’impatto che ha il settore agricolo sulla nostra salute. Incontro infatti sempre più persone consapevoli dell’importanza di scegliere prodotti di qualità ottenuti da tecniche agrarie che rispettino l’ambiente.

 

E lei perché ha scelto di operare in agricoltura?

Per me rappresenta un richiamo forte forte: è la libertà.

 

Un aggettivo per definire il mondo agricolo?

Essenziale.

 

Un aggettivo per definire invece le associazioni di categoria?

Insufficienti.

 

Una parola d’ordine per l’agricoltura di domani?

Illuminata.

 

Se dovesse consigliare a un amico di investire in agricoltura, quale comparto produttivo suggerirebbe?

Per me dovrebbe investire nell’o-l-i-o, cioè nell’olio extra vergine di oliva. Al di là della mia passione, lascerei libero l’amico di intraprendere il percorso nel settore che gli è più congeniale, ma lo costringerei a svolgerlo tenendo presente il clima e il territorio di produzione, con le sue biodiversività.

 

Un imprenditore agricolo che ritiene possa essere un modello a cui ispirarsi?

Mio nonno, un agricoltore profondamente innamorato del suo lavoro, che ha sempre mostrato un grande rispetto per gli altri e per la sua terra, anche nei momenti più difficili dell’agricoltura.

 

Un ministro agricolo al quale sente di esprimere pieno apprezzamento?

Nessuno, in particolare. Ricordo vagamente Marcora, perché ne sentivo parlare bene a casa.

 

Le certificazioni di prodotto sono davvero utili al consumatore o lo confondono?

Credo che la presenza di un bollino non sia sufficiente a orientare la scelta del consumatore verso un prodotto di qualità se non c’è, contemporaneamente, anche un’informazione capillare, unica condizione per una decisione consapevole.

 

Un libro relativo al mondo rurale che consiglierebbe di leggere?

Le mie letture rurali, come può immaginare, sono spesso orientate verso il settore olio. Un libro recente che consiglierei di leggere è sicuramente L’ulivo e l’olio a cura dei professori Pisante, Lercher e Inglese. Contiene anche il contributo di Giorgio Pannelli, che considero il numero uno tra gli esperti di olivo in Italia.

 

Un libro di narrativa, poesia o saggio che non si può non aver letto?

La coscienza di Zeno, di Italo Svevo.

 

Il libro che in questo momento sta invece leggendo?

Nel tempo libero leggo molto volentieri i gialli. Da poco ho completato la trilogia di Stieg Larsson, i cui libri consiglio vivamente anche ai lettori di Teatro Naturale.

 

Perché gli italiani, e gli agricoltori in particolare, non leggono?

Tutti oggi, agricoltori e non, preferiscono addormentarsi davanti alla TV, o a intrattenersi con divertimenti tecnologici.

 

di T N

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