Emozioni di gusto

La grappa d’estate, una piacevole scoperta di gusto

Il consumo di grappa è cambiato molto negli ultimi anni: non solo uomini, ma anche donne e giovani hanno contribuito alla crescita di richieste. Promozione e guida a una corretta degustazione sono i punti di forza per ampliare la conoscenza a uno dei prodotti simboli

19 luglio 2019 | C. S.

Chi ha detto che una buona grappa non si può bere anche d’estate? E’ quanto emerge da una analisi sui consumi che l’Istituto di Tutela Grappa del Trentino ha portato avanti per capire in che direzione vanno le tendenze dei consumatori del distillato italiano per eccellenza. Se la grappa fino ad oggi è stata sinonimo di bevanda da camino acceso in fredde giornate, i consumatori più attenti possono smentire la credenza e affermare che non soltanto si può bere grappa anche in estate, pur in una corretta maniera, ma addirittura c’è chi osa nel proporre cocktail a base di acquavite.

"Ci sono tante sfumature e modalità di degustazione che fanno delle nostre grappe un prodotto per tutte le occasioni, anche in estate – afferma il presidente dell’Istituto, Mirko Scarabello – e non solo in montagna, oggi possiamo dire che i nostri distillati sono consumati in estate in tutto il Paese, grazie a una preparazione e conoscenza più accurate da parte del consumatore finale".

Grappa d’estate: il vademecum per il consumatore

Grappa con ghiaccio? Sbagliato. Il ghiaccio, quindi un’aggiunta di componente acquosa, rovinerebbe l’intensità, i profumi e il gusto del distillato. Tuttavia alcune grappe, soprattutto quelle più giovani, morbide e aromatiche, possono essere consumate nei mesi estivi ad una temperatura leggermente più fresca rispetto a quella ambiente. Questo permette di non far prevalere l’alcol, che con il caldo tende a farsi sentire in maniera preponderante, di mantenere i profumi del distillato e di goderne tutte le sue caratteristiche organolettiche. Ad avvalorare questa tesi anche l’indagine di mercato compiuta dall’istituto Talos-Am per conto dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino, dalla quale si evince che se prima il consumo di grappa era soprattutto legato alla fine dei pasti come digestivo o “ammazza caffè”, oggi la grappa viene scelta anche per accompagnare conversazioni dopo cena o nei locali di tendenza e non necessariamente nei periodi invernali.

L’identikit del consumatore

Secondo i dati dell’Istituto, almeno il 30% degli italiani consumerebbe grappa in maniera regolare. Un dato importante e soprattutto con un grande potenziale visto che secondo lo studio oltre il 75% degli italiani conosce l’acquavite. In generale piace la tradizionale grappa bianca morbida, ma la tendenza degli ultimi anni ha fatto sì che anche le grappe invecchiate siano apprezzate da un gran numero sempre maggiore di consumatori. Non solo uomini, ma anche donne (sempre di più negli ultimi anni) e giovani che al posto dei soliti super alcolici cominciano ad apprezzare i distillati di qualità quali le grappe. Tra i motivi principali che spingono a bere grappa il gusto di questo prodotto, ma anche il retrogusto persistente delle grappe più invecchiate.

Il valore aggiunto del marchio Trentino Grappa. Territorio. Tempestività. Tradizione. Tutela. Sono le 4 “T” che sintetizzano la ricetta per una grappa di qualità. La ricetta è scritta nel disciplinare di produzione delle grappe marchiate con il Tridente. Si potrebbe dire l’unica “Docg” dei distillati in Italia. A garantire questa qualità è la messa in atto del disciplinare dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino.

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