Emozioni di gusto

L'assaggio comparato dell'olio extra vergine d'oliva è il segreto per svuotare le cisterne

Prima il prodotto dozzinale e poi quello eccelso, che costa tre, quattro, forse anche otto volte di più, ma non comparabile con l’articolo del supermercato. Si aprirà un mondo fatto di “very good” e “amazing”

19 luglio 2019 | Fausto Borella

Vi esorto a fare un esperimento insieme a me: cercate un vasetto di crema di nocciole che quasi tutti abbiamo comprato almeno una volta nella vita, annusatela e poi assaggiatela. Adesso cercate una crema con almeno il 22% di nocciole e oltre il 20% di olio extravergine e scoprirete che se la presentate anche ai vostri ospiti stranieri, ne andranno matti tanto da acquistarne oltre 136 vasetti in tre settimane. Poi comparate un vino scadente e comparatelo ai rosati della costa Toscana o della lucchesia; anche qui si aprirà un mondo fatto di “very good” e “amazing” che farà comprendere quanto siano straordinari i nostri prodotti quando sono fatti da artigiani e contadini seri e coscienziosi.

A adesso veniamo all’olio extravergine, basta un bicchiere di olio sa supermercato, inspirate profondamente e verrete aggrediti da quei sentori pungenti di avvinato e di acetico, che vorrebbero dirci che è tipicità spagnola, ma di tipico ha solo la presa in giro del prezzo; al massimo 5 o 6 euro. Subito dopo odorate una Dop Lucca, una Coratina pugliese o un Frantoio trovabile in tutta Italia e lo stupore si paleserà nel vostro volto e in quello dei vostri ospiti.

Questo racconto non è fantasia ma la realtà che da tre settimane accade quotidianamente per dieci ore al giorno nel cuore di Lucca, all’interno della nostra manifestazione Extra Lucca Summer Edition.

Non c’è soddisfazione maggiore nel vedere il cliente che entra nel Loggiato Pretorio dell’antico foro romano, per farsi ammaliare piacevolmente da questo semplice meccanismo; prima il prodotto dozzinale e poi quello eccelso, che ovviamente costa tre, quattro, forse anche otto volte di più, ma che non ha niente a che vedere con l’articolo del supermercato. In questo temporary store, che apre i battenti solo nel mese di luglio, c’è una sola piccolissima pecca: il 90% degli avventori, è straniero.

Per carità, niente di male, ma da inguaribile sciovinista Italiano, mi piacerebbe invogliare ed educare anche i miei concittadini che qualche volta, prendono ancora abbagli del tipo, “-io le olive le raccolgo a fine novembre perché danno più produzione”-, oppure “non lascerò mail il frantoio con le macine in pietra, perché l’olio è meno acido”.-

C’è una strada in discesa per presentare i nostri giacimenti gastronomici di eccellenza, che è l’assaggio comparato. In un mondo estremamente globalizzato, dove lo spazio pubblicitario per presentare un cibo e un vino è in mano all’industria che può permettersi di spendere cifre esorbitanti, l’azienda olivicola, il piccolo vignaiolo biologico o biodinamico, il produttore di verdure sott’olio e il casaro della malga, per promuovere le proprie eccellenze, deve tenere sotto il banco o in frigo anche l’esempio da primo prezzo. Allora solo in quel caso, verrà acquistato senza indugio e con il sorriso sulla bocca, da parte di tutti i vacanzieri. Dovremmo coniugare sempre di più l’arte della terra, quella per cui gli olivicoltori, i vignaioli e gli artigiani del gusto hanno imparato da generazioni come si fa il prodotto, all’arte della vendita, del marketing e dell’innovazione. Se un olio è buono si vende bene così com’è; ma se quell’olio oltre ad essere buono è inserito in diversi contenitori da 500, 250 e 100 ml. e magari sono in lattina, vetro o ceramica colorata, allora state tranquilli che andranno a ruba.

Purtroppo non ho il dono dell’ubiquità, ma ci sto lavorando, un format del genere, replicate in decine di località italiane, meglio se toccate dal turismo alto e consapevole, annullerebbe il problema di ritrovarsi spesso a settembre con cisterne ancora piene di olio.

Se da una statistica fornita dall’Enit, l’agenzia italiana per il turismo, il 78% dei turisti vengono da noi per le bellezze artistiche e il buon cibo e vino, allora dobbiamo puntare sempre di più su questo vantaggio che abbiamo nei confronti degli altri Paesi del mondo, che se lo sognano una gamma sterminata di prodotti della terra come abbiamo in Italia. Noi non molliamo e continuiamo a far assaggiare l’olio e i suoi derivati a tutti, nella speranza che possano capire che un olio comprato a 18 € mezzo litro non è uno scandalo ma il giusto compenso per chi crede in questa missione.

Ah, dimenticavo; fino al 31 luglio vi aspettiamo a Lucca!

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