Emozioni di gusto

Un olio dal profondo nord, quando la passione supera ogni possibile limite

Rischiare la vita per l’olio. La passione di Luciana e Massimiliano, produttori del Lago di Como, dimostra che la passione a volte fa miracoli. E' così che Gaiatto stupisce, essendo un olio “del lago”, definizione questa non sempre associata a lineamenti positivi

11 giugno 2015 | Marco Antonucci

Quando iniziammo la nostra avventura undici anni fa, l’intenzione era di realizzare un piccolo oliveto per soddisfare il consumo famigliare. Dopo aver individuato il terreno a Fiumelatte (fiume più corto d’Italia, immissario del Lago di Como) e averlo preparato, mentre eravamo in fase di piantumazione un’enorme frana ci ha investito, distruggendo tutto il nostro lavoro. Una frana che ci ha miracolosamente lasciati illesi, nonostante avesse distrutto tutto intorno a noi, anche la piccola casa che stavamo costruendo. Ancora oggi non riusciamo a spiegarci tanta fortuna. Sarà stata la frana, il nostro scampato pericolo o la nostra incoscienza che ci hanno immediatamente spinto alla ricerca di un terreno che facesse al caso nostro, anche perché avevamo tutte le piante ordinate al vivaio pronte per essere messe a dimora. In un paio di settimane abbiamo trovato il ‘Podere Tondello’ molto più grande del precedete, ed abbiamo iniziato – finalmente – la nostra attività, che dopo anni di duro ma piacevole lavoro vedi racchiusa in questa bottiglia”. Luciana e Massimiliano Gaiatto raccontano questa storia con una leggerezza, una serenità e una passione che mi mettono davvero in difficoltà: come continuare questa intervista con due persone che per l’extravergine non hanno esitato a rischiare la loro vita?

Semplicemente parlando di olio, del loro olio. Circa tre ettari di terreni sostanzialmente terrazzati ripartiti in due oliveti sul Lago di Como, entrambi esposti a sud e battuti dai venti Breva e Tivano, uno a Perledo ed uno a Varenna, dove hanno messo a dimora le cultivar tipiche dell’area (leccino, frantoio, pendolino) ma anche un po’ di bianchera; una lavorazione in campo che segue il più possibile i principi dell’agricoltura biologica (“non siamo bio” precisano “non vogliamo dare informazioni che possono trarre in inganno i consumatori”), una raccolta attenta a cui segue una molitura giornaliera.

Il prodotto finale è l’Oliogaiatto “Tondello” e “Roncaccio“ (denominazioni derivanti dall’oliveto di provenienza). Una produzione interamente certificata D.O.P. Laghi Lombardi – Lario: scelta questa che accumuna molti produttori dell’area.

Davanti a me ho un bicchiere di Tondello, il cui fruttato verde mediamente intenso richiama frutta bianca e tutte le sfumature di verde delle foglie fresche al naso, lasciando in bocca un piccante persistente e un gradevole amaro che ricorda la corteccia fresca, chiudendo sul finale dell'assaggio con una percezione di fresco e di verde che meraviglia per la sua compiutezza. (Notevole anche la chimica del Tondello in questa difficile annata: acidità 0,2%, polifenoli 180 ppm, acido oleico 79,7%).

Un prodotto che stupisce, essendo un olio “del lago”, definizione questa non sempre associata a lineamenti positivi. Ma quello che più stupisce è il lavoro di Massimiliano, di Luciana nonché di Erman, prezioso collaboratore, che con la tenacia tipica degli abitanti del lago hanno recuperato terreni abbandonati continuando la tradizionale coltivazione dell’olivo, stanno sperimentando un’agricoltura sostenibile, seguono corsi non solo di potatura ma soprattutto di assaggio e di frantoio, si confrontano con il mondo, studiano puntando a una olivicoltura moderna, che porti in giro per il mondo il Lago di Como, ma anche e soprattutto un olio eccellente.

Sono sicuro che storie così ricche di passione sul lago di Como ce ne sono molte da raccontare. E sono ancora più sicuro che Andrea Vitali, famoso scrittore che proprio in queste zone vive e ambienta i suoi racconti, un giorno proverà a raccontarne qualcuna in un romanzo. Magari iniziando proprio dalla storia di Luciana e Massimiliano.

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