Emozioni di gusto

Anche in annate da dimenticare nascono oli straordinari. Dal Salento

Anche in annate da dimenticare nascono oli straordinari. Dal Salento

Una bottiglia bella e curata, con l'effige di San Basilio. E' un Dop Terra d'Otranto che sa di primavera. E' un extra vergine che riesce a raccontare con semplicità una stagione, un territorio, una passione

16 aprile 2015 | Marco Antonucci

In questi giorni di fine inverno segnati da una leggera ma fastidiosa neve (abito ai piedi delle Alpi) una cara amica di famiglia mi ha portato una bottiglia di olio del Salento, dicendomi: assaggialo e ti sentirai già in primavera.

Visto quanto abbiamo scritto (a volte con un poco di saccenza) su questa annata, ho preso la bottiglia ed ho assaggiato l’olio. Con un filo di scetticismo.

Una bottiglia curata e bella che riporta in rilevo l’effige di San Basilio.

Un’etichetta semplice, facilmente leggibile e identificabile, grazie ad una banda colorata che differenzia le diverse tipologie di olio prodotte dall’azienda.

Una confezione in cartone stampato piacevolmente rigorosa, senza inutili fronzoli.

Sto parlando dell’Olio Extra Vergine di Oliva Dei Monaci Basiliani, prodotto dall’Antica Masseria del Fano di Salve, nel leccese.

L’azienda, interamente ristrutturata di recente, ha una storia millenaria in quanto già nell’ottavo secolo sull’area sorgevano comunità dei Monaci benedettini e intorno al milleseicento i Gonzaga di Mantova erigevano una torre di avvistamento, tuttora esistente.

Quaranta ettari di oliveto per circa 1.500 piante, poste su terreni a forte pendenza, a un’altezza di poco superiore a quella del mare. Una cura maniacale per le piante e il suolo che consente la produzione di una linea interamente biologica di olio ma anche di altri prodotti, quali la passata di pomodoro.

Ho versato la D.O.P. Terra d’Otranto nel bicchiere con scetticismo, dicevo. 90% Ogliarola Salentina, 10% Cellina di Nardò, si legge nella scheda (in italiano e inglese) che accompagna la bottiglia: una scheda semplice, chiara ed esaustiva per il consumatore, che indica persino il numero di bottiglie prodotte nell’annata, il peso delle bottiglie piene e il metodo di lavorazione.

Un profumo di erba fresca appena falciata mi ha immediatamente catapultato in piena primavera. Una freschezza connotata da erba, erba medica, fiori, erbe aromatiche, che ben predispone all’assaggio. Un corpo robusto, piacevole, quasi croccante, accompagnato da un amaro che richiama la rucola, la foglia del carciofo, trasportato ed esaltato piacevolmente da un piccante pieno, che ricorda la freschezza del peperone rosso. E sul finale l’erba, le olive appena colte, i fiori si ripresentano chiudendo l’assaggio in un turbine di sensazioni davvero primaverili.

Ho riassaggiato l’olio e sono ricaduto nuovamente in questa spirale primaverile.

Un assaggio che mi ha davvero stupito ed entusiasmato. Perché è la dimostrazione che anche in annate da dimenticare ci sono oli memorabili. Perché qui davvero un olio descrive attraverso una D.O.P. il suo territorio e i suoi produttori.

Non me la sento di aggiungere altre parole. Sono ancora stordito da tanta inaspettata primavera.

Grazie Antica Masseria del Fano.

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