Emozioni di gusto 28/03/2014

Un tuffo nel Salento dei due mari per conoscere un olio pieno di storia

Là, dove l'olivo non è una pianta ma un amico. La famiglia Barbara aiuta a crescere questi compagni di una vita da decenni. Un’azienda guidata a monte da un professionista, Giovanni, che ha capito di dover lasciare spazio ai giovani, spingendoli ad ambire a prodotti di assoluta qualità


Metti un viaggio nella terra dei due mari, del sole, del vento. Da qualsiasi parte tu possa arrivare ti ritrovi circondato da essere centenari. Non siamo nella Terra di Mezzo tolkieniana con elfi, hobbit e Maiar. Siamo in Salento. E gli olivi ci tengono d’occhio da secoli.

Arrivi in auto? Distese di olivi ad accoglierti.

Arrivi in aereo? Distese di olivi ad accoglierti. Da laggiù, si intende.

Sono alberi di tradizione, amici di famiglia, che hanno conosciuto generazioni di uomini di uno stesso ceppo.

La famiglia Barbara aiuta a crescere questi compagni di una vita da decenni, da quando “i nonni preferivano attendere qualche giorno in più o alzarsi qualche ora prima la mattina per raccogliere nel giusto istante i frutti dell’olivo”.

La storia dell’azienda Barbara è la storia di una famiglia di Leuca con una produzione di centinaia di piante, se non migliaia. Un’azienda guidata a monte da un professionista, Giovanni, che ha capito di dover lasciare spazio ai giovani, spingendoli ad ambire a prodotti di assoluta qualità, non solo dal punto di vista gusto-olfattivo, ma soprattutto da quello nutraceutico, concentrandovi in modo notevole sostanze salutari, antiossidanti e protettive.

Due diverse tipologie di impianti con due differenti produzioni di olio extravergine.

L’olio intensivo proviene da alberi giovani di venti o trenta anni con olive a drupa grossa. L’olio secolare proviene da impianti di oltre cento anni con un oliva a drupa piccola.

L’Intensivo, blend con 70% di Leccino e 30% di Frantoio, si presenta di un colore verde bottiglia con riflessi giallo oro, denso e limpido. Olfatto pulito di erba appena tagliata e frutta verde. In bocca è potente nella persistenza di carciofo e melanzane con note eleganti di pepe rosso nel finale. Fine e persistente. Perfetto su un piatto di linguine ai ricci di mare, il frutto più prelibato e ricercato dai salentini.

Il Secolare, composto da Ogliarola di Lecce per l’80% e da Cellina di Nardò per il 20%, si presenta di un’elegante veste giallo dorata, abbastanza denso e limpido. Naso sottile con percezioni di frutta quali banana e mallo di noce. Stupisce la finezza del palato, ma soprattutto la sua lunghezza gustativa nei riconoscimenti di pepe rosa e peperoncino. Esalterà un piatto di fave nette, una delicata purea di fave accompagnate da cicorie selvatiche saltate.

di Fausto Borella

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Commenti 1

Gianni Lezzi
Gianni Lezzi
30 marzo 2014 ore 18:07

Caro direttore Alberto GRIMELLI, mi scuso per la lunghezza del mio commento, purtroppo va detto tutto e, forse, non basta.
Premetto che ho riflettuto molto sull’opportunità o meno di commentare il suggestivo articolo di Fausto Borella sull’Olio Barbara. Ma, non conoscendo l’olio o il produttore, quando ho visitato il sito web aziendale, non ho potuto resistere, pur rinunciando a godermi il Salento che amo in una splendida domenica di sole. Mi sento come se avessi avvertito una sorta di “senso del dovere” da modesto conoscitore del settore e, soprattutto, perchè reduce (da visitatore), dalla due giorni umbra dell’Ercole Olivario 2014, conclusasi appena ieri a Spoleto. Proprio in questa manifestazione, considerata, giustamente, l’Oscar della filiera olivicolo-olearia italiana, è stato ribadito (ieri l’altro a Perugia nel dibattito dal tema “... una comunicazione da ripensare”), L'URGENZA E LA NECESSITA' DI SEMPLIFICARE E RENDERE CORRETTA LA COMUNICAZIONE AL CONSUMATORE.
Pertanto, come si può tacere, pur rimanendo in ambiti aziendali, quando “Un’azienda guidata a monte da un professionista, Giovanni, ...” evidenzia che “i nonni preferivano attendere qualche giorno in più o alzarsi qualche ora prima la mattina per raccogliere nel giusto istante i frutti dell’olivo” ed, infine, non conoscendo la specializzazione del “professionista cronometrista” in questione, si diventa puntigliosi anche sulla mera ed elementare questione aritmetica della consistenza olivicola: “ ... produzione di centinaia di piante, se non migliaia” cosa significa? Risulterebbe la stessa cosa, o giù di lì, coltivare 100 oppure 1000 olivi?
Fin qui, per quanto riguarda l’articolo, ma guai a consultare il sito aziendale, http://www.oliobarbara.com , OVE, IN BREVI MESSAGGI, CAMPEGGIANO TITANICHE IDIOZIE. Riporto, di seguito, solo le magnifiche-4 che si susseguono all’apertura della sezione “Produzioni” del sito, tutte intervallate da suggestive immagini del Salento:
1) “Le olive le selezioniamo una a una..
Noi le olive andiamo a scegliercele una ad una. Ogni oliva presente nel nostro olio viene accuratamente scelta al momento della raccolta.” Le olive una ad una? Manco fossero cocomeri! Mi chiedo: Come? Con quale progressione e produzione oraria? Inoltre, anche i meno esperti, intuiscono che è l’olio ad essere “presente nell’oliva” e non il contrario, salvo il caso delle olive conservate sott’olio, dopo conciate, ma parliamo di olive da mensa, pregevole prodotto ben diverso dall’olio extravergine.
2) “Secolare una varietà inimitabile …”. Per i meno esperti informo che non esiste una varietà/cultivar denominata “secolare”. Notoriamente, in olivicoltura, con secolare si definisce un olivo/oliveto con età centenaria, definita tale anche a mezzo di stima esperta.
3) “La tradizione prima di tutto
Un prodotto che nasce dalle più nobili tradizioni di una delle più belle province d'Italia. Salento significa eccellenze e innovazioni nel rispetto della trazioni.” Quali trazioni? A prescindere dal refuso (palese la fretta di apparire), anche qui, mi sento di ribadire un minimo di correttezza nell’informazione. Il Salento vanta vasti territori vocati all’olivo e nobili studiosi in olivicoltura ed elaiotecnica, ne cito uno per tutti, il medico gallipolino Giovanni Presta (insigne e poliedrico studioso del XVIII secolo). Onestamente, il Salento non vantava, fino a qualche decennio addietro, eccellenti tradizioni olearie dal punto di vista qualitativo, fenomeno che si registra frequentemente e progressivamente negli ultimi tempi.
4) “Intensivo” Cosa significa/comunica questo termine in sovraimpressione alla bella immagine di un oliveto che evidenzia: coltivazione tradizionale; secolare; a sesto irregolare; e, quindi, NON INTENSIVO?
Tralascio, per brevità e non perché meno gravi, il commento su altre informazioni captate sul sito, pur rendendomi disponibile alla discussione, finché rimarranno così come lo ho lette.
Chiudo, rivolgendomi al responsabile aziendale, comunicandogli, a mio parere, PREGI e DIFETTI sull’operato, come si è soliti vedere sulle schede organolettiche degli oli esaminati:
PREGI: complimenti per i Vs. oli, a giudicare dai profili organolettici appresi nell’articolo di Fausto Borella, incuriosiscono ed inducono all’acquisto. Belle e suggestive le immagini sul sito web che risulta anche funzionale e scorrevole;
DIFETTI: errata ed approssimativa comunicazione ai consumatori, spesso oltre i limiti del lecito, sia dal punto di vista agroalimentare in generale che di uso improprio/abuso della denominazione di origine Salento, come ad esempio nel messaggio: “Olio di Oliva Extra-Vergine di qualità superiore del Salento”.
Certo di aver reso una gratuita consulenza all'azienda in argomento, ma, soprattutto, una minima tutela a molte altre salentine, Vi mando un barocco saluto da Lecce, GianniLezzi