Emozioni di gusto 21/02/2014

Un Canino per chi ama l'extra vergine senza compromessi

Un monocultivar decisamente ruvido e rustico, come le colline dell'alto Lazio e i terreni sassosi dell'area. E' un extra vergine “domestico” ma non addomesticato dove il verde del cardo, l'amaro e il piccante si fondono per dare un'idea di possenza


Un'azienda agricola che ha una storia, famigliare, che risale agli inizi del secolo ma anche un forte spirito innovatore, con Francesco Delle Monache che collaborò, già nel 1985, alla definizione dei parametri chimici e analitici per la definizione della qualità dell'extra vergine viterbese, in collaborazione con l'Università della Tuscia e l'Enea.

Una storia di persone, prima ancora che di prodotto, che sono state fortemente attaccate al loro territorio e l'hanno voluto conoscere in profondità, anche grazie ai nuovi ritrovati tecnologici.

Quel sapere, quella conoscenza e quella passione si è trasferita di generazione in generazione e oggi è bagaglio fondamentale per una delle piccole imprese olivicole italiane che hanno ambizione di crescere.

Il territorio della Tuscia non è dei più semplici. Le colline sembrano dolci e morbide ma la terra nasconde al suo interno una natura dura, rocciosa. Clima mite d'estate, anche grazie ai venti di mare (il Tirreno non è poi così distante), ma che può essere molto rigido durante l'inverno. Qui si è acclimatata bene la cultivar Caninese, tipica del territorio, che ne rispecchia i tratti. Rustica e assurgente. Olive piccole e tenaci al distacco, ma al frantoio quanta soddisfazione, come dimostra il Tamia monocultivar Canino.

A proposito, l'azienda non si chiama Tamia, ma Società agricola Sergio Delle Monache, in ricordo del fondatore. Tamia è il marchio dell'olio, ripreso dall'Etrusco, significa domestico. Un omaggio alla cura certosina e familiare del processo produttivo e della proposizione commerciale.

Ma passiamo all'olio che non è buono per tutte le stagioni, o per tutti i piatti, ma si adatta particolarmente bene ad alcuni abbinamenti, come la C sulla bistecca di cellettiana memoria.

Il Tamia Canino è molto verde, erbaceo e carciofato. Sentori puliti e freschi di media intensità a cui fa da contraltare una nota finale di mandorla verde. Al naso è insomma piacevolmente aggrazziato. Come per il suolo della Tuscia che nasconde in profondità la sua vera natura, occorre assaggiarlo per notarne la possenza e il carattere, rustico, perfino ruvido. Verde e cardo si fanno subito notare, con un amaro che cresce sostituito, dopo qualche secondo da un piccante deciso, di pari intensità.
E' un olio di carattere, senza compromessi, neanche sulla qualità. Gli 800 ppm di polifenoli stanno a dimostrarlo.

di Alberto Grimelli