Emozioni di gusto 09/07/2011

Confetture, marmellate e tante infinite preparazioni golose

Confetture, marmellate e tante infinite preparazioni golose

Il “Teatro del gusto” apre alla bellezza e alla bontà. Nel cuore della Toscana, a Bettolle, Angiolino Berti mescola, misura, sperimenta, assaggia, annusa e azzarda. Da 45 anni sul campo, vanta ben 260 ricercatissime creazioni artigianali


Ogni volta che scrivo un articolo per Teatro Naturale, resto piacevolmente sorpresa dalle calorose email che ricevo da sconosciuti lettori. Sono sempre parole gentili da parte di persone che apprezzano la levità dei miei scritti, come qualcuno benevolmente mi ha detto.

Naturalmente la cosa mi entusiasma anche perché non sono un’esperta di questo magnifico mondo eno-oleo-gastronomico che esploro in punta di piedi e quando lo racconto mi abbandono a un linguaggio romantico, un po’ ingenuo, tradendo quel gergo tecnico che forse converrebbe. Il dialogo virtuale che si è instaurato con alcuni produttori e coltivatori mi ha tuttavia avvicinato alla gustosa concretezza di sapori e aromi genuini, portandomi di volta in volta a scoprire molti segreti sull’energia del cioccolato, l’allegria del vino, la purezza del miele e la sensualità dell’Olio.

Una di queste belle lettere virtuali mi è stata inviata pochi giorni fa dal signor Angiolino Berti, che già in passato mi aveva scritto a proposito delle virtù del riso di Venere e delle sue piacevoli declinazioni con le più insospettabili note fruttate. Questa volta però ha davvero superato se stesso nell’approfondire un mio articolo dedicato alla laboriosità delle api e al prezioso miele. Mi fa piacere quindi riportare qui parte di questa sua recente email, perché non solo è ben scritta ma l’ho trovata anche molto istruttiva:

 

Gentilissima Paola,

ho letto i suoi interessanti articoli sulle Api, mi hanno ricordato i primi anni di scuola di agraria quando il bravo Prof. Goracci spiegava a tutta la classe l'affascinante storia delle Api, di come si riproducono con i fuchi, di come producono il miele, la cera e come amministrano la propria casa cioè tutto l'alveare, dalla pulizia dello stesso all'introduzione di corpi estranei, da questi insetti ci sarebbero molte cose da imparare, e come lei dice anche le vespe se pur create dal Demonio, sono molto preparate negli accorgimenti della loro esistenza, ma non tutto è liscio per questi insetti Demoniaci: c'è un frutto con un anima di censore che da circa 80 milioni di anni si vendica continuamente del loro comportamento.

Questo magnifico frutto da cui si ricavano delle fantastiche confetture, marmellate e infinite preparazioni golose, ottimo sia essiccato che sciroppato oppure ricoperto al cioccolato, farcito con noci nocciole o accompagnato da fresco con formaggi e prosciutti saporiti, oppure con degli ottimi carpacci sia di carne che di pesce, è il fico, come da un articolo del 28 Gennaio 2010 di Federica Sgorbissa ci racconta: Una pianta così bella, generosa di frutti dolci e polposi, placida.

Chi direbbe che nasconde un’anima di censore? Si, se siete una femmina di vespa non provate a imbrogliare il fico con cui da almeno 80 milioni di anni intrattenete rapporti di mutua collaborazione, perché statevene certi, non la passerete liscia. Nelle aree tropicali del mondo almeno 700 specie fra vespe i fichi - in coppie Fico/Vespa conducono con reciproca soddisfazione una collaborazione preziosa per la riproduzione di entrambi. Le vespe infatti depongono le uova nei frutti, che proteggeranno le larve nei loro primi stadi di sviluppo, e in cambio impollinano la pianta. Cosa succede però se la vespa cerca di imbrogliare e depone le uova senza impollinare?

Il fico non scherza e fa cadere il frutto a terra, provocando la morte della prole della vespa. Una sanzione crudele che però a detta di Charlotte Jandér, della Cornell University e di Edward Allen Herre, dello Smithsonian Tropical Research Institute, è utile per mantenere la relazione simbiotica fra le due specie.

I due scienziati hanno osservato che esiste una differenza nelle misure adottate dal fico a seconda del tipo di impollinazione usata dalle vespe. In alcune specie infatti questa avviene in maniera passiva: il polline del fico si attacca spontaneamente al corpo dell'insetto, che lo trasporta di fiore in fiore in maniera inconsapevole. in altre specie invece il processo è attivo: le vespe devono spendere energia per riempire certe sacche apposite sul loro corpo. Nel primo caso i fichi non sono vendicativi e in genere le vespe non possono fare a meno di svolgere il loro compito. Nel secondo caso invece è molto più frequente osservare vespe che non impollinano. In questi casi la vendetta della pianta cala implacabile sulle larve inermi. A ulteriore conferma di questo meccanismo selettivo, i due scienziati hanno anche osservato che dove le vespe impollinano attivamente, è più frequente pizzicare delle " imbroglione" quando la sanzione del fico è meno drastica.

Quando far parte di una relazione mutuale ha un costo, le sanzioni sembrano essere una forza necessaria per mantenerla, ha spiegato Jandér. Nel nostro studio abbiamo osservato meno truffe quando le ritorsioni erano maggiori. Risultati simili sono stati osservati fra gli esseri umani e negli insetti sociali. L'ipotesi che gli stessi principi generali possano servire a mantenere la cooperazione sia entro che fra le specie è molto stimolante. Per concludere, se osserviamo, non solo le Api, le Vespe o i nostri affettuosi animali, ma la natura tutta sia animale che vegetale e la rispettassimo, ci accorgeremo che siamo circondati da un mondo fantastico e la vita è una cosa meravigliosa …”

 

 

E’ vero: la Vita è una cosa meravigliosa e la Natura, che è la sua anima, ce lo insegna! Io non conoscevo queste curiosità, mentre il signor Angiolino dev’essere un esperto, visto che si dedica da 45 anni a una delle produzioni artigianali più dolci del mondo: quella di marmellate e confetture. Ha letteralmente rallegrato le mie papille gustative, decantandomi in poche righe alcuni sapori tra quelli delle sue 260 creazioni, con le quali partecipa a moltissime golose manifestazioni gastronomiche.

Il signor Angiolino gestisce l’Hotel Al Cacciatore, nel cuore della Toscana, a Bettolle vicino al Castello di Valdichiana, hotel che s’affaccia sul ristorante sempre di sua proprietà, Opera Teatro del Gusto. Insieme alla famiglia conduce con arte e sapienza anche il Gran Bar Prestige, offrendo così un servizio completo agli avventori di passaggio e ai tanti turisti innamorati dei buoni sapori toscani. Il signor Angiolino partecipa a corsi per sommelier, essendo uno dei fondatori degli assaggiatori di olio AICOO, e la rivista “Il Maitre Sommelier” gli ha dedicato tre pagine sul numero di marzo, di cui mi ha inviato con orgoglio la copertina. I suoi interessi spaziano anche alle gare sportive, alle mostre di pittura e di fotografia, dimostrando così d’essere un artista e un amante della vita in tutti i sensi. Tuttavia, la produzione di salse, mostarde, marmellate e confetture resta la sua vera passione e nel laboratorio sottostante l'Hotel quest’alchimista del buon gusto traduce la polposità della frutta in dolcezza da spalmare.

“La fantasia è come la marmellata – ha detto Italo Calvino - bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane”. Così opera il signor Angiolino: concretizzando la sua fantasia. Mescola, misura, sperimenta, assaggia, annusa, azzarda e infine ottiene prodotti deliziosi, completamente naturali, per il piacere dei palati più curiosi ed esigenti. Non somiglia, forse, anch’egli a una laboriosa ape che sfaccenda con amore attorno ai suoi preziosi frutti?

Sono molte le aziende e i personaggi, in tutta Italia, che si rivolgono regolarmente a lui per avere creazioni personalizzate in occasione di eventi importanti. Ma quel che più mi ha affascinato nei racconti del signor Angiolino è la sua passione per i grandi personaggi della storia, ai quali negli anni ha dedicato vari tipi di marmellate e confetture, interpretando i loro gusti e assecondando le loro esigenze, proprio come se fossero clienti veri e propri. Così oggi, Garibaldi, Leonardo da Vinci, Napoleone, la Madonna del Museo di Monterchi, Matilde di Canossa possono vantare d’avere una particolare marmellata o confettura tutta per sé, in sintonia con le personali debolezze, gusti e capricci e alcuni di questi preziosi vasetti sono esposti in maniera permanente al Museo di San Benedetto Po, in provincia di Mantova.

Visitando il sito del signor Angiolino e quello del figlio Michele ho scoperto moltissime altre curiose golosità, introdotte da magnifiche fotografie e da queste belle parole: “Ci piace descrivere la nostra cucina partendo dalle parole di Tino Buazzelli quando parlando della Toscana dice: Dio e l'uomo, eccezionalmente d'accordo, hanno riversato su questa regione amore e fatica ... Qui, il vivere è stato inserirsi nella natura, sentirla parte dell'uomo e, con mano leggera, senza violenza, s'è goduto dei suoi frutti. E la cucina toscana nasce da questa simbiosi. Più d'ogni altra è cultura popolare, contadina. Semplice e raffinata insieme.

Pensiero che condivido completamente, amando la Natura e i piaceri semplici ma raffinati. A questo punto non mi resta che cogliere il caloroso invito del signor Angiolino e partire per la bella Toscana che, qualche settimana fa, mi aveva sedotto con i suoi soffici orizzonti e il suo tondo verdeggiare d’ulivi, conquistando definitivamente i miei sensi con un Olio speciale, così sensuale, così femminile … balsamo per il corpo e musica per l’anima! Ora, dopo l’Olio, ho un motivo in più per tornare tra le braccia di quella generosa terra: il Teatro del Gusto. E chissà mai che il signor Angiolino, nel frattempo, non sfaccendi nel suo squisito laboratorio per creare, con mano leggera, una confettura originale e fantasiosa tutta dedicata a me, pur non essendo ancora passata … alla storia! Sarebbe davvero un dolcissimo, corroborante regalo, tutto da gustare e da raccontare!

 


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Commenti 1

angiolino berti
angiolino berti
13 ottobre 2011 ore 21:28

molto molto molto buone queste marmellate