La voce dell'agronomo 13/03/2020

I redditi dei professionisti colano a picco: agronomi, geologi e veterinari tra i più poveri

I redditi dei professionisti colano a picco: agronomi, geologi e veterinari tra i più poveri

Le difficolta economiche dell’ultimo decennio derivanti dalla grave crisi finanziaria del 2008 abbinata alle numerose modifiche legislative culminate con l’abolizione delle tariffe professionali hanno avuto una notevole ripercussione. Oltre la metà di tutti i liberi professionisti italiani ha un reddito medio inferiore ai 30.000,00 euro annui.


Il trasferimento delle competenze e delle conoscenze all’interno degli studi professionali presenta, generalmente, un elevato grado di complessità legato a molteplici aspetti.
Di questo e altro si è discusso, il 22/02/2020, nel convegno organizzato ad Oristano da Confprofessioni Sardegna, dal titolo: “I professionisti ieri ….oggi …domani Il futuro delle competenze”.

Il convegno, al quale hanno partecipato il Dott. Paolo Zaramella, Consulente d’impresa internazionale e passaggio generazionale, l’Avv.to Lamberto Lambertini, lo Psicologo e Psicoterapeuta Antonio Zuliani, il Dott. Marco Natali, Presidente di Fondoprofessioni, il Dott. Franco Valente, Direttore Fondazione Confprofessioni, il Dott. Luca De Gregorio, direttore CADIPROF e la Dott.ssa Valeria Giancola, Dottore commercialista componente del CNDCEC, ha affrontato due tematiche molto importanti per la vita di uno studio professionale.

Nella prima parte del convegno è stato, infatti, analizzato il difficile percorso che incontra un giovane professionista quando rileva, subentra e/o acquista uno studio da un altro professionista o da un genitore.

In particolare, è stata esaminata ed affrontata, dal Dott. Zaramella, la fase di acquisizione dell’attività professionale da parte di un giovane professionista, evidenziando che la stessa semantica ha subito un’evoluzione negli anni, passando dall’iniziale “trapasso generazionale” e “ricambio generazionale”, alla “continuità generazionale” ed all’attuale “continuità competitiva d’impresa”.

E’ stato evidenziato, inoltre, come il faticoso equilibrio che deve instaurarsi tra il professionista senior ed il professionista junior sia la condizione essenziale per una corretta trasmissione delle conoscenze e delle competenze al fine di garantire la sopravvivenza dello studio professionale.

Gli interventi successivi hanno affrontato, con diverse sfumature, l’importanza della collaborazione nella fase di coesistenza tra chi si appresta a lasciare lo studio e chi, viceversa, dovrà rilevarlo e come le figure di dominus e leader debbano coesistere.

La seconda parte del convegno ha analizzato le diverse opportunità e tutele offerte agli studi professionali dal “complesso sistema a rete” di Confprofessioni.

In particolare, i relatori Valente, Natali e De Gregori, hanno evidenziato le molteplici iniziative pensate e realizzate per gli studi professionali da Confprofessioni.

A conclusione del convegno vi è stato l’intervento della Dott.ssa Valeria Giancola, che ha evidenziato il ruolo delle professioniste nel mondo degli studi professionali, rappresentando come il CNDCEC abbia redatto, primo a livello nazionale, il Bilancio sociale ed il Bilancio di genere.

Prendendo spunto da quanto emerso nel convegno, dalla lettura dei dati contemplati nel Bilancio Consuntivo dell’EPAP al 31 dicembre 2018 e nel IV Rapporto sulle libere professioni in Italia - Anno 2019 prodotto da Confprofessioni, lo scrivente ha cercato di confrontare i redditi dei diversi professionisti operanti oggi in Italia relativi al 2017 (ultimo dato reperibile).

Si riportano, pertanto, i redditi della quasi totalità dei liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza partendo da quelli iscritti all’EPAP - prima tabella - per poi proseguire con i professionisti iscritti alle altre casse previdenziali - seconda tabella.

Le tabelle sopra riportate comprendono categorie professionali diversissime tra loro, sia per percorso formativo e scolastico sia per consistenza numerica; proprio per questo, dalla lettura dei redditi medi dichiarati è possibile osservare come i redditi dei liberi professionisti siano generalmente bassi.
Un quadro puntuale delle condizioni reddituali dei liberi professionisti italiani può ricavarsi suddividendo i redditi medi in quattro macro classi, a prescindere dalla fascia di età:
la prima al cui interno nessun professionista dichiara redditi medi superiori ai 30.000,00 euro;
la seconda al cui interno nessun professionista dichiara redditi medi superiori ai 50.000,00 euro;
la terza al cui interno nessun professionista dichiara redditi medi superiori ai 100.000,00 euro;
la quarta al cui interno sono presenti dei professionisti che dichiarano redditi medi superiori ai 100.000,00 euro;
Sono compresi nella prima classe:
Dottori Agronomi e Dottori Forestali, Geologi, Veterinari, Psicologi, Infermieri, Giornalisti e pubblicisti e Biologi.
Sono compresi nella seconda classe:
Chimici, Agrotecnici, Periti Industriali, ingegneri e Architetti e Consulenti del Lavoro.
Sono compresi nella terza classe:
Commercialisti, Ragionieri, Medici e Odontoiatrici.
Infine, sono compresi nella quarta classe:
Attuari e Notai.

E’ importante osservare che solo la presenza di un reddito medio superiore ai 30.000,00 euro nella fascia di età compresa tra 51 – 60 anni impedisce agli Ingegneri ed architetti di essere inseriti nella prima classe.

Se dovesse scendere anche il livello dei redditi medi di questi professionisti ormai maturi, si potrebbe affermare senza alcun dubbio che oltre la metà di tutti i liberi professionisti italiani ha un reddito medio inferiore ai 30.000,00 euro.

Le difficolta economiche dell’ultimo decennio derivanti dalla grave crisi finanziaria del 2008 abbinata alle numerose modifiche legislative culminate con l’abolizione delle tariffe professionali hanno avuto una notevole ripercussione sui redditi medi dei professionisti.

Ciò è ben evidenziato nell’elaborazione fatta dall’Osservatorio delle libere professioni, sulla base degli studi di settore (dati Sose) in cui viene confrontata, negli anni 2009 – 2017, la variazione del reddito medio della maggior parte dei professionisti italiani nell’ultimo decennio (IV Rapporto sulle libere professioni in Italia - Anno 2019, pag. 86).
La tabella pone come numero indice base “2009 = 100” e riporta le variazioni in termini percentuali dal 2009 al 2017.

E’ evidente che diverse categorie professionali, quali Ingegneri ed Architetti, Geometri, Geologi, solo per citarne alcune, non hanno ancora recuperato gli effetti della crisi finanziaria del 2008, della crisi dell’edilizia e delle grandi infrastrutture nonché dell’abolizione delle tariffe professionali.

Oggi le recentissime restrizioni, dovute al Covid - 19, che stanno sconvolgendo il nostro vivere quotidiano, le nostre abitudini e consuetudini giornaliere e le nostre attività professionali, avranno senz’altro un grosso impatto sui redditi medi dei professionisti italiani con conseguenze traumatiche, non ancora del tutto manifestate, sia sui redditi medi attuali sia sulle prospettive pensionistiche future.

di Roberto Accossu

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