La voce dell'agronomo 29/07/2016

I professionisti ci perdono sempre. Rendimento finanziario dello zero virgola per l'Epap

I professionisti ci perdono sempre. Rendimento finanziario dello zero virgola per l'Epap

Nel 2015 il coefficiente di rivalutazione dei montanti è stato dello 0,5% mentre il rendimento finanziario del patrimonio dell'Ente è stato dello 0,2%, meno di un BTP decennale. L'extra rendimento dei montanti individuali, oltre a quello di legge, diverrà così un miraggio


Il Bilancio 2015 rappresenta un punto di svolta importante per l’EPAP, è infatti l’ultimo della gestione Pirrello. Il nuovo Presidente Stefano Poeta, nella propria relazione sulla gestione, evidenzia come sui risultati di gestione dell’anno 2015 i nuovi componenti del CdA non abbiano potuto influire.

Afferma infatti il Presidente Poeta, che “dal 13 ottobre 2015, data del suo insediamento, al 31 dicembre 2015, data di chiusura della gestione del 2015, il CdA non ha potuto mettere in atto alcuna significativa azione amministrativa tale da connotare la gestione complessiva, la cui impostazione era stata determinata dai precedenti Organi”.

I risultati di gestione dell’EPAP in tutti questi anni non hanno, pur con incrementi costanti del patrimonio gestito, conseguito i risultati che gli iscritti si aspettavano.
Assistiamo all’ennesima diminuzione degli utili conseguiti, che passano da 16.855.981 euro a 8.502.206 euro: praticamente dimezzati.

Ma il dato appare ancora più allarmante se si sottrae da questo importo l’avanzo della gestione amministrativa ed assistenziale (costituito quasi totalmente dal Contributo integrativo) pari ad euro 5.529.494 che determina un avanzo della gestione previdenziale e finanziaria pari ad euro 2.972.712 (pagina 99 bilancio 2015).

Sempre nella relazione al Bilancio 2015 viene riportato: “il portafoglio dell’Ente, nonostante la forte volatilità che ha investito tutte le economie mondiali, ha conseguito un rendimento netto pari allo 0.20%....” (pagina 15).

Un rendimento netto pari allo 0.20% è un valore molto basso, tanto che lo stesso Collegio Sindacale afferma: “ Il collegio rileva che la redditività degli investimenti è stata modesta, pari allo 0,20% alla data del 31/12/2015, ……..” (verbale n° 182 del Collegio Sindacale dell’Ente, allegato al bilancio 2015).

Nel bilancio 2005, il primo a firma del Presidente Pirrello, con attività finanziarie pari ad euro 252.488.942 si ebbe un rendimento, in valore assoluto, pari ad euro 12.323.071 ed in termini percentuali pari al 4,88% (pagina 50 del bilancio consuntivo anno 2005).

Confrontandoli con le attività del 2015, pari ad euro 815.138.662 e con il rendimento in termini percentuali dello 0,20 %, si comprende la delusione degli iscritti nei confronti della gestione EPAP, che pur gestendo oltre 800.000.000 di euro ha dei rendimenti prossimi allo zero.

Eppure in un contesto caratterizzato da tassi d’interesse negativi sui titoli di stato annuali e con i BTP decennali che rendono poco più dell’1%, appare sempre più evidente l’importanza di effettuare degli investimenti che oltre a garantire una ragionevole remunerazione del capitale siano a bassissimo rischio.

Ora che in Italia il ciclo economico sta lentamente cambiando in positivo, i coefficienti utilizzati per la rivalutazione dei montanti dovrebbero aumentare ogni anno (nel 2015 l’aumento è stato pari a 0,5058% per un importo totale di euro 3.060.291,00 dopo lo 0 % del 2014) ed è estremamente importante che la redditività degli investimenti aumenti sensibilmente per garantire la copertura delle rivalutazioni previste per legge e gli extra rendimenti auspicati dagli iscritti.

Sono ormai due i bilanci (2014 e 2015) in cui figurano degli extra rendimenti.

Più precisamente:
- Per l’anno 2014 - 10.682.552,00 Euro
- Per l’anno 2015 – 2.972.712,00 Euro

Ora l’Ente è in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci sull’appello fatto dai Ministeri vigilanti contro la sentenza del TAR che riconosce la legittimità della delibera dell’EPAP.

Si tratta di una pronuncia estremamente importante perché, se il Consiglio di Stato confermerà quanto affermato dal TAR, sarà possibile riversare sui montanti individuali il 50% del maggior rendimento ottenuto dagli investimenti finanziari, rispetto alle somme necessarie per effettuare la rivalutazione prevista dalla legge, cioè la media quinquennale del PIL nominale.

Solo allora tali importi potranno essere suddivisi sui montanti individuali degli iscritti.

Pertanto, la capacità di gestire le risorse finanziarie dell’Ente verrà valutata proprio sulla redditività degli investimenti, parametro fondamentale per il futuro previdenziale degli iscritti.

Le Casse di Previdenza sono chiamate ad effettuare operazioni sempre più diversificate dal punto di vista finanziario, al fine di aumentare la redditività del capitale investito. Tale esigenza ha indotto le Casse di Previdenza degli Avvocati, degli Ingegneri ed Architetti,  dei Medici,  dei Ragionieri e degli Addetti in agricoltura ad acquistare il 5,7% delle quote della Banca d’Italia da Intesa San Paolo, per complessivi 430.000.000 di Euro.

Tali azioni hanno garantito nel 2014 un rendimento del 5%, un tasso molto elevato se paragonato a quelli attualmente presenti sul mercato, tanto che le sopracitate Casse hanno intenzione di aumentare l’acquisto di azioni fino al 10% del capitale della Banca d’Italia.

Ma non tutti gli investimenti in azioni bancarie danno risultati così buoni, come dimostra la recente esperienza negativa dall'Ente previdenziale dei Periti Industriali (Eppi) che ha perso tutti i 997.889,54 euro investiti in azioni della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio. 

Anche la forte pressione che viene esercitata in questi giorni sulle Casse di Previdenza (Adepp) a contribuire con 500 milioni di euro ad Atlante 2 è la dimostrazione di come il patrimonio delle Casse dei professionisti possa essere utilizzato per investimenti ad alto rischio.

La promessa di un rendimento del 6% annuo in un comparto come quello bancario che, nel 2016, ha visto ridursi la sua capitalizzazione di oltre il 50% a causa dei crediti deteriorati (NPL), è tutt’altro che un investimento a basso rischio.

A fronte di questa situazione gli iscritti vogliono sapere: cosa farà l’EPAP?

- Cercherà investimenti alternativi dal rendimento ancora sconosciuto come la Fabbrica Italiana Contadina (F.I.CO)?
- Aumenterà gli acquisti sul mondo azionario assumendo rischi elevati ?

Presidente Poeta, per riconquistare la fiducia degli iscritti dovrà dimostrare di saper cambiare i dati deludenti del bilancio 2015, portandoli perlomeno ai livelli medi delle Casse più virtuose che in questi ultimi anni hanno ottenuto risultati di gestione migliori dell’EPAP.

di Roberto Accossu

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