La voce dell'agronomo

Incognite sulle future pensioni Epap: quale sarà il coefficiente di rivalutazione dei montanti?

La sentenza del Tar Lazio che attribuisce all'Ente di previdenza la possibilità di aumentare il coefficiente di rivalutazione dei montanti, e quindi la futura pensione, può rivelarsi una vittoria di Pirro, a meno che i nuovi vertici non decidano di darne attuazione

13 novembre 2015 | Roberto Accossu

Non essendo ancora stato pubblicato il bilancio dell’EPAP relativo all’anno 2014, tutti gli iscritti alla cassa si stanno ponendo la stessa domanda: “quale sarà il coefficiente di rivalutazione dei montanti 2014?”

La comunicazione del Presidente n° 14, “RIVALUTAZIONE DEI MONTANTI - IL TAR LAZIO DA RAGIONE A EPAP”, a firma dell’ormai ex Presidente Pirrello, lasciava spazi ad un certo ottimismo perché riportava: “ Per dare una misura concreta, i montanti che secondo legge nel 2014 sono stati rivalutati 0%, potranno essere rivalutati intorno all’uno per cento (nel 2013 sono stati rivalutati dello 0,1643%).”

Ciò lasciava intravedere un cambio nella politica, fino ad oggi seguita dall’EPAP, sui coefficienti di rivalutazione dei montanti individuali degli iscritti.

Nei giorni scorsi ho letto la relazione della Corte dei Conti (n° 100 del 13/10/2015) – Sezione del Controllo degli Enti - dal titolo Determinazione e relazione della Sezione del controllo sugli enti sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’ENTE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA PLURICATEGORIALE (EPAP) per l’esercizio 2014 - Relatore: Pres. Luigi Gallucci e qualche dubbio, sui risultati del 2014 e sulla concreta possibilità di un aumento dei coefficienti di rivalutazione dei montanti, comincia ad emergere.
La relazione della Corte dei Conti è suddivisa in due parti.

La prima parte, denominata “ Profili generali”, riporta i seguenti punti:
1. Equilibri di bilancio, contenimento della spesa e conseguenti adempimenti
2. Il sistema pensionistico
3. Gli organi
4. Il personale
5. I bilanci consuntivi e tecnici

Dall’osservazione dei sopracitati punti emergono, finalmente, con chiarezza:
- i compensi relativi agli organi istituzionali, suddivisi in indennità di carica, gettone di presenza ed indennità di trasferta;
- il personale dell’Ente, il costo unitario medio ed i compensi per le consulenze professionali.

Ma la vera sorpresa è quanto riportato al punto 5.

Cito testualmente: “Ad un livello di analisi complessiva, sulla base dei documenti indicati, si evince come nel 2014 il risultato netto della gestione patrimoniale sia pari a 11,43 milioni di euro (nel 2013 era di 15,58 milioni), mentre quello conseguente alla gestione previdenziale e assistenziale sia uguale a 47,95 milioni (48,33 milioni nel 2013).

Il risultato complessivo della gestione Epap (risultato economico) è positivo per 16,856 milioni (19,758 milioni nel 2013).”

Sorge spontanea una domanda: com’è possibile ciò? Con un patrimonio gestito nel 2014 maggiore rispetto al 2013, con un mercato azionario ed obbligazionario in crescita come non accadeva da anni, l’EPAP ha un risultato peggiore dell’anno precedente.

La parte seconda denominata “Gestione economica e patrimoniale” è anch’essa suddivisa in capitoli:
1. La gestione previdenziale
2. La gestione patrimoniale
3. Il conto economico
4. Lo stato patrimoniale
5. Società partecipata – Liquidazione GospaService s.p.a.

Dalla lettura si evince:

- un crescente aumento delle prestazioni previdenziali con una diminuzione dell’indice di copertura, trend costante negli anni, ma fortunatamente, per noi iscritti, ancora elevato come ben evidenzia la Corte dei Conti: “ Nel 2014 gli oneri pensionistici aumentano sul precedente esercizio per 0,7 milioni (18,1 per cento),mentre i contributi sono in aumento per 1,4 milioni (2,7 per cento) con la conseguente variazione dell’indice di copertura che passa da 13,92 nel 2013 a 12,09 nel 2014, mantenendosi, comunque, su livelli notevolmente alti.”

- che la gestione del patrimonio vede un incremento della componente azionaria rispetto all’anno 2013, più precisamente si legge:“ Gli investimenti in parola nel 2014 sono costituiti per il 52 per cento da obbligazioni (58 nel 2013 e 60 nel 2012); per il 20 per cento da azioni (16 nel 2013 e nel 2012); per il 10 per cento da fondi di investimento (16 nel 2013 e 14 nel 2012); per l’11 per cento da liquidità (7 nel 2013 e nel 2012); per il 3 per cento da polizze (3 nel 2013 e nel 2012); per il 4 per cento da investimenti monetari”.
Contrariamente a quanto si potrebbe prevedere, considerati gli andamenti ampiamente positivi di tutte le principali piazze finanziarie europee ed internazionali, questo incremento della componente azionaria gestita nel portafoglio EPAP, non ha determinato un aumento della gestione patrimoniale.

- Una diminuzione del risultato positivo della gestione finanziaria.
Si legge infatti: “La gestione finanziaria registra un risultato positivo ma in diminuzione rispetto all’esercizio precedente (-7.37 per cento, pari a 1,5 milioni di euro) determinato principalmente dal risultato negativo delle perdite su cambi (-6,2 milioni di euro) oltreché dall’aumento degli interessi ed altri oneri finanziari (+2,72 milioni), fra i quali si rilevano i risultati negativi (9,87 milioni) della gestione dei futures su indici a copertura delle posizioni di mercato.”

In sintesi, in attesa che il Bilancio EPAP 2014 venga pubblicato, dalla relazione della Corte dei Conti è possibile trarre alcune conclusioni:
- l’aumento delle prestazioni previdenziali;
- i risultati della gestione patrimoniale sono inferiori all’anno precedente pur in un contesto economico - finanziario positivo;
- l’aumento della componente azionaria sul totale del patrimonio investito.

Il Presidente Stefano Poeta nel comunicato stampa del 19/10/2015 dichiara di volere un nuovo modello di governance per l’EPAP.
Afferma infatti “L'attività programmatica dell’ente, per rimarcare immediatamente un nuovo modello di governance – precisa Poeta - scaturirà da un confronto tra gli organi deputati ad amministrare l’Ente, sempre nel rispetto dei dettami normativi, statutari e regolamentari che ne regolano e disciplinano l'attività. Capisaldi e principi saranno però una totale trasparenza con conseguente riorganizzazione comunicativa tra gli organi e con gli iscritti, con l'ambizione di maturare idee programmatiche anche rispetto ai dibattiti parlamentari e tra gli enti previdenziali che riguarderanno la previdenza e l’assistenza dei professionisti”.

Ora, tutti gli iscritti all’EPAP, anche alla luce della recente sentenza del TAR n° 11085/2015, vogliono che i loro soldi siano gestiti con buoni risultati e che i loro montanti abbiano dei coefficienti di rivalutazione adeguati.

Pertanto, solo se la nuova governance riuscirà a far convergere tutti gli organismi istituzionali ed i loro componenti verso questo obiettivo, cioè l’incremento dei coefficienti di rivalutazione dei montanti, gli iscritti potranno avere una prospettiva di pensione dignitosa; in caso contrario non ci sarà l’auspicata svolta nella gestione dell’EPAP.

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Angelo Farano

16 novembre 2015 ore 21:28

IL report del collega Accossu è certamente degno di nota, forse dovremmo tutti ringraziare chi cerca di fare emeregere verità sempre bene occultate.
Ma a parte gli elogi io personalmente faccio davvero una gran fatica ad accettare come alla guida di un organo che deve amministrare denaro di tutti con un obbiettivo comune ovvero fare in modo che questo sacrificio, ovvero versare oltre il 15 % di quanto guadagnato richiesto a chi come me, sente i bisogni futuri ma non riesce a far quadrere i bilanci nel presente, sia lasciato ad una finta democrazia tra chi governa. E chi governa l'Epap? Chi prende le decisioni?
Perchè a me non è chiaro neppure questo.
Io non credo che delle performance negative nei rendimenti complessivi possa essere mistificata, e non penso neppure che sia incompetenza.
Penso invece che la questione rivalutazione si rivalutazione no sia una scelta precisa di pochi.
Insomma Dr. Accossu vogliamo dire che se qualcosa dalla nostra mensa è sparita qualcuna deve averla presa?