La voce dei lettori

Tempo di carenza, di rientro e di efficacia, i molti parametri dei fitofarmaci

I dubbi del lettore Armando Gallinaro. Generalmente si considera solo l'intervallo di carenza, come tempo che deve intercorrere tra il trattamento e la raccolta. In realtà sulla scheda di sicurezza del prodotto e sulla scheda tecnica, sono indicati altri parametri per la sicurezza e l'efficacia

15 febbraio 2019 | R. T.

Buongiorno,

volevo un chiarimento in merito ad una differenza, se c’è, quella tra i tempi di carenza e i tempi di efficacia dei prodotti insetticida più diffusi, in particolare su quelli concessi in agricoltura biologica, se si quali?
Cordiali saluti

Armando Gallinaro

Buongiorno Sig. Gallinaro,

l'intervallo di carenza o di sicurezza è quello definito dal Ministero della Salute, all'atto della registrazione del prodotto, che deve intercorrere tra il trattamento e la raccolta della coltura.
L'intervallo di carenza è formulato in modo che gli eventuali residui del fitofarmaco nel prodotto agricolo siano inferiori ai Limiti Massimi di Residui (LMR) all'interno di cibi e bevante, a tutela del consumatore. Il tempo di carenza viene calcolato in condizioni agro-climatiche predeterminate, con abbondanti margini di sicurezza, tenendo conto anche dei coformulanti presenti nel fitofarmaco.

Ne risulta che il tempo di carenza, non sempre, coincide col il tempo di efficacia del prodotto ovvero il tempo che intercorre dal momento del trattamento al momento in cui l'azione del fitofarmaco è ancora agronomicamente utile.

Facciamo due esempi.

Nel primo caso prendiamo ad esempio il dimetoato, che ha un tempo di carenza di 28 giorni, come da scheda di sicurezza dei prodotti più diffusi in commercio. E' noto che il dimetoato è solubile in acqua ma la quantità di acqua presente nell'oliva può variare molto dal momento del trattamento e fino all'intervallo di sicurezza. Variando la quantità di acqua nell'oliva, visto che il prodotto è citotropico, varia anche la sua concentrazione e il relativo tasso di mortalità delle uova/larve.

Facciamo adesso l'esempio di un fitofarmaco utilzzato in olivicoltura biologica: lo spintor fly. Il prodotto ha un tempo di carenza di 7 giorni. Il prodotto è tuttavia molto facilmente dilavabile e basta anche una pioggia leggera (5-10 mm di pioggia) perchè l'efficacia sia azzerata, rendendo nullo il trattamento. Ai fini di legge, dopo il trattamento, l'olivicoltore dovrà rispettare comunque i 7 giorni di carenza, anche se l'efficacia è stata nulla a causa della pioggia.

Il tempo di efficacia varia dunque in ragione delle condizioni meteoclimatiche reali, mentre il tempo di carenza è determinato dalla legge e deve essere rispettato, indipendentemente dal tempo effettivo di efficacia del trattamento.

Vi è poi un altro parametro di sicurezza, molto importante, che troppo spesso viene ignorato: il tempo di rientro. Si tratta del tempo che deve intercorrere tra il trattamento e la possibilità che l'operatore/agricoltore torni in campo. Anche questo viene, generalmente, indicato nella scheda di sicurezza del fitofarmaco.

Spesso, al tempo di carenza vengono attribuiti significati che non ha.
Buon lavoro

R.T.

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