La voce dei lettori

Abbondante cascola di foglie durante la potatura dell'olivo, chi è il colpevole?

La primavera è stata asciutta, ci segnala il lettore Francesco Florio, ma c'è stata comunque un'abbondante cascola di foglie. Il più probabile responsabile è l'occhio di pavone che riesce a infettare l'olivo anche in autunno-inverno, manifestando i danni in primavera

05 maggio 2017 | T N

Salve,

sono un vostro lettore da diversi anni e con la presente volevo chiedervi un parere: questa primavera così asciutta dalle mie parti (prov. Benevento) nel mio oliveto (150 piante) ho notato una notevole cascola delle foglie dalle piante di olivo (alberi vecchi età>100) nel corso della potatura.

A che cosa potrebbe essere dovuta?

Grazie

Francesco Florio

 

Gentile Sig. Florio,

nella sua gentile lettera manca un riscontro fotografico o una piuù accurata descrizione dei sintomi, a partire dal colore delle foglie cadure.

In base alla sommaria descrizione optiamo sicuramente per una malattia fungina e in particolare le segnaliamo di prestare attenzione all'occhio di pavone (Spilocaea oleaginea) che è la principale malattia crittogamica dell'olivo.

I sintomi sono macchie circolari di colore bruno, giallastro o verdastro, di diametro che può andare da due millimetri ad un centimetro. Poco a poco le macchie diventano nerastre a seguito della comparsa delle spore. Sulla pagina inferiore delle foglie si nota un annerimento della nervatura centrale. L'attacco sul picciolo si manifesta con un restringimento del diametro che determina l'ingiallimento delle foglia e la sua caduta. 

Non sempre i sintomi sono facilmente riconoscibili e allora le consigliamo di optare per una diagnosi più precisa che può essere fatta immergendo un campione di foglie in una soluzione al 5% di NaOH o KOH (idrossido di sodio o di potassio) per un tempo di 2-4 minuti a temperatura ambiente se le foglie sono giovani, oppure a 55-60°C se le foglie sono vecchie. In presenza di infezione di Spilocaea oleaginea si evidenzierà la comparsa di macchioline circolari sulla pagina superiore delle foglie.

Il danno, usualmente, si manifesta 3-5 mesi dopo l'infezione. Generalmente una caduta abbondante di foglie, tale da spogliare o quasi l'albero in primavera, è quindi attribuibile a un attacco in autunno-inverno.

Normalmente si interviene contro il cicloconio con prodotti a base di rame: ossicloruro o poltiglia bordolese, in primavera e dopo la raccolta. Tuttavia in talune situazioni anche l'intervento col rame si è rilevato inefficace quando i livelli di malattia hanno raggiunto punti critici.

In questi casi si può intervenire con tre principi attivi registrati su olivo per combattere lebbra e occhio di pavone:

Tebuconazolo
Fungicida triazolico sistemico la cui azione fungitossica si estrinseca a livello della biosisntesi degli steroli ed altera la funzionalità della cellula fungina. Agisce in modo preventivo, curativo ed eradicante. La rapida penetrazione del prodotto (3-6 ore in relazione alla temperatura esterna) e la sua traslocazione per via xilematica, sono due caratteristiche fondamentali di questo principio attivo: infatti sfugge al dilavamento ed è in grado di proteggere la vegetazione sviluppatasi dopo il trattamento. Oltre ai patogeni tradizionalmente controllati dai triazoli, questo nuovo principio attivo è efficace anche contro parassiti di difficile controllo (monilia, botrite, maculatura o alternariosi del pero, etc.). Nelle prove in pieno campo si è dimostrato selettivo verso gli artropodi utili in diversi stadi di sviluppo; inoltre non ha effetti sulle api e sulla loro discendenza.

Mancozeb
Fungicida ad ampio spettro d'azione che agisce per contatto fogliare. È un composto chimico a struttura polimera, in cui lo ione zinco è chimicamente legato alla molecola dell'etilenbisditiocarbammato di manganese, per mezzo di un legame di coordinazione che risulta estremamente stabile. È completamente diverso, sia chimicamente che biologicamente da altri ditiocarbammati in quanto contiene 3 componenti ionici: zinco, manganese ed etillenbisditiocarbammato i quali si trovano nel formulato all'80% di principio attivo. È caratterizzato sia da un elevata azione biologica, sia da una lunga persistenza sulle foglie.

Trifloxistrobina
Principio attivo appartenente alla famiglia delle strobilurine, sostanze chimiche di sintesi derivanti da un metabolita prodotto dal fungo Strobilurus tenacellus. Il meccanismo d'azione è mitocondriale, inibisce la catena respiratoria e di conseguenza blocca la produzione di ATP. La molecola, altamente lipofila, si fissa allo strato ceroso della foglia e agisce mesostemicamente.

Cordiali saluti e buon lavoro

R.T.

 

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