La voce dei lettori
Abbassare il limite di micotossine nel grano duro per salvare la cerealicoltura italiana
In Europa arriva grano canadese che, per le leggi nordamericane, andrebbe smaltito come rifiuto. Invece diventa pasta, pane, pizze, farine, semole, dolci. Le regole europee impongono un dumping al contrario, che danneggia gli agricoltori italiani, spiega Giuseppe Pellegrino
17 febbraio 2017 | T N
Spett redazione,
le micotosssine sono, purtroppo, sostanze dannose alla nostra salute perché cancerogene. Sono prodotte da alcuni funghi che albergano nelle derrate alimentari e la loro presenza negli alimenti è consentita, entro certi limiti, da una specifica normativa europea ( Reg. UE 1881/2006 voluto fortemente dalle lobby) in Italia quindi il Deossinivalenolo (DON), micotossina o vomitossina ammessa nel grano duro non trasformato è fino a 1750 ppb.
In Canada il grano duro può avere contenuti di Deossinivalenolo (DON) massimi di 1000 ppb.
Il grano canadese supera facilmente il valore 1000 e quindi da loro diventa rifiuto e da noi entro i 1750 ppb è commerciabile e quindi a prezzi concorrenziali con le navi arriva nei nostri porti e nelle nostyre tavole come pasta, pane, pizze, farine, semole, dolci etc.
Quest’anno il nostro grano ha raggiunto i 16 centesimi chilo. I costi di produzione sono 25. Il giusto prezzo sarebbe di 50 centesimi chilo.
Nel sud Italia, Puglia, Sicilia e Basilicata in testa, il sole rende il grano al momento del raccolto perfettamente maturo, asciutto, quindi non in condizioni di sviluppare micotossine nocive all’alimentazione umana.
Da studi che possiamo fornire si ha che nel meridione d’Italia le percentuali di DON sono al di sotto di 100 se non assenti. Da una analisi seria dovremmo modificare il Regolamento CEE 1881/2006 portando il parametro del DON a non oltre 500 e così al posto di abbandonare le nostre campagne consentiamo ai nostri produttori di coltivare i terreni a prezzi remunerativi.
In relazione a quanto costa un chilo di pane di grano duro o un chilo di pasta, perchè il grano duro italiano non dovrebbe avere un prezzo di 50 centesimi chilo?
In altri paesi il grano viene raccolto umido, per cui sviluppa alti livelli di micotossine e inoltre molto spesso per accelerare la maturazione viene trattato con il glifosate, un erbicida recentemente messo al bando in Italia e nell’UE senza che finora l’Italia abbia invocato il principio di precauzione nei confronti del prodotto importato dal Canada che ne contiene quantità considerevoli.
Per la maggior parte dei Paesi del mondo i valori massimi del DON nei cereali sono compresi fra i 750 e 1000 ng/g, mentre in Italia il limite è fissato a 1750 dal regolamento CEE n. 1881/2006
L’Italia dispone di superfici che possono soddisfare il fabbisogno del nostro Paese.
I 600 mila ettari di seminativi abbandonati nel Sud potrebbero produrre proprio grano duro per “aumentare notevolmente il nostro grado di autoapprovigionamento.
si chiede di mettere in moto tutte le iniziative utili e rivedere con la massima urgenza e determinazione a difesa della salute dei consumatori italiani e della dignità dei nostri agricoltori il REG UE 1881/2006
Distinti saluti
Coordinatore Lab Dem Provincia di Trapani
Giuseppe Pellegrino
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