La voce dei lettori 11/09/2014

Perchè non vengono mai indicati i nomi di chi froda con l'olio d'oliva?

“Con le mezze notizie” non si aiuta secondo Gianfranco Becchina. Perchè il Consorzio si è limitato ad autoassolversi conoscendo gli autori della truffa? La risposta sta nelle regole, nel segreto d'ufficio sulle inchieste giudiziarie e nella tutela della privacy


Spett. redazione,

in relazione al sequestro del falso olio siciliano diretto in Canada, vorrei capire la ragione per la quale nei casi di sequestri di olio falso o adulterato non viene mai indicato il nome delle persone o delle aziende responsabili della  frode.

Nel nostro caso, excusatio non petita, spicca anche la presa di posizione del Consorzio di tutela Olio Valle del Belice che, dando la stura a sospetti generalizzati, informa che i responsabili dell'inganno non appartengono alla famiglia dei consorziati.

Affermazione che appare abbastanza subdola, in quanto, pur mostrando di conoscere gli autori della frode, il Consorzio si limita ad autoassolversi senza perdere l'occasione per seminare gratuito e allargato discredito.

E se le cose non stessero così come si son volute divulgare? Al Consorzio la parola!. E, perché no, anche alla dogana di Palermo che con le mezze notizie non aiuta niente e nessuno.
 
Gianfranco Becchina

Gentile Sig. Becchina,

l'Agenzia delle Dogane di Palermo, l'ICQRF nella medesima sede, così come gli inquirenti tutti hanno ritenuto, dopo il sequestro delle 33 mila bottiglie di falso olio Dop destinate in Canada, che le indagini non fossero concluse. Fino ad allora vige il segreto istruttorio e i dettagli delle indagini non possono essere divulgati.

So bene che il segreto istruttorio è visto dalla pubblica opinione come il segreto di pulcinella per quanto viene sistematicamente violato ma non ci si può aspettare che siano le forze dell'ordine a violare la legge che invece devono far rispettare.

Allora perchè certi comunicati e conferenze stampa? Lasciando da parte la voglia di protagonismo di alcuni soggetti, le notizie di sequestri e di indagini sono di sicuro interesse pubblico. Fornire il quadro generale dell'inchiesta, quindi i dati nudi e crudi, serve ad evitare pericolose speculazioni e chiacchericci che potrebbero, non sarebbe una novità, far ingigantire un fatto che invece è pura cronaca.

Oltre al citato segreto istruttorio, esiste anche una rigorosa legge sulla privacy in Italia. Le scuole, quasi, non possono far sapere ai genitori se il figlio è stato male (la salute è uno dei diritti alla privacy sotto tutela), figuriamoci se si può dare menzione di nomi di persone o aziende coinvolte in un'inchiesta giudiziaria.

E' anche per questa ragione, e per tutelarsi da cause per danni d'immagine, che i giornali non divulgano nomi che pure circolano. Si tratta di pettegolezzi, non provabili né provati fino a conclusione delle indagini.

Ma tutto questo garantismo, che oggettivamente limita anche la libertà di stampa, è ubiquitario in Europa?
La risposta è no.

Di seguito pubblico un estratto di un comunicato stampa emesso dalla direzione regionale della Macedonia centrale nell'ambito dei controlli effettuati in collaborazione con il Servizio Chimico di Salonicco.

"...Sono stati trovati i seguenti prodotti venduti come extra vergine d'oliva ma dal cui esame è emerso che si trattava di oli di semi di girasole colorati artificialmente:
A) prodotto con il marchio di "OLIVE" in confezioni da 5 L e data di scadenza 2015/12/31, c
B) i prodotti con il marchio "FRYNI", in una confezione da 5 L e data di scadenza 31/12/2015
C) prodotti con il marchio "IRA", in una confezione di 5 L e data di scadenza 2015/12/31
D) prodotto con il marchio "Daphne", in una confezione da 5 L e data di scadenza 31/12/2015
La FSA ha chiesto alle aziende l'immediato ritiro / richiamo di tutte queste partite truffaldine, iniziando anche le procedure di esecuzione del ritiro dal mercato e irrogando le relative sanzioni amministrative, come quanto definito dalla legge. Si invitano i consumatori che hanno comprato i suddetti prodotti a non consumarli."

Non credo sia necessario altro commento.
Cordiali saluti

Alberto Grimelli

di T N

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Commenti 3

Roberto La Pira
Roberto La Pira
13 settembre 2014 ore 16:23

Satolli ha ragione, gli annunci sono tanti e soprattutto i Nas illudono la gente vantando l'ammontare della merce sequestrata , ma non si sa mai come poi le storie finiscono.

Romano Satolli
Romano Satolli
13 settembre 2014 ore 13:05

I produttori del settore relativo alla scoperta di una frode ci rimettono tutti, perchè i consumatori non fanno le dovute distinzioni o si affidano ai marchi fidelizzati e più conosciuti. Lo stesso è successo recentemente con la frode del Brunello di Montalcino. Comunque se si fosse trattato di coinvolgere il nome di un politico, anche in casi che esulano da frodi in commercio, e solo per un avviso di garanzia, i nomi escono e come: in quei casi le norme sulla privacy non valgono, in quanto molto meno importanti all'importanza che viene data ai nomi dei magistrati saliti agli onori della cronaca per i casi riguardanti politici o manager pubblici.
Infine un'altra osservazione: che senso ha, ogni qualvolta l'ICQRF, i NAS, il Corpo Forestale, La G.d.F. scoprono delle frodi, devono dire l'ammontare in euro della frode? Serve solo per buttare fumo negli occhi ai consumatori o al popolo credulone. Perchè invece non ci dicono, di tutti i milioni di euro delle frodi scovate, delle evasioni scoperte, gli importi REALI che lo Stato ha incamerato dai sequestri delle merci e dei beni confiscati? Ne scopriremmo delle belle!

Pier Sante (nino) Olivotto
Pier Sante (nino) Olivotto
13 settembre 2014 ore 08:37

E' il solito problema in Italia : un forte interesse di pochi ( i truffatori in questo caso) vince nei confronti di un piccolo interesse di tanti ( i consumatori). anche se la matematica dice il contrario. La governance politica che e' preposta anche a questo, non e' in grado di tutelarci. Altro che democrazia compiuta. Non restano che i comportamenti individuali virtuosi come questo che noi tutti dobbiamo promuovere e divulgare. Complimenti!!