La voce dei lettori
Le malattie dell'ulivo come la rogna e il paesaggio sta mutando. Come invertire la tendenza?
“In questi ultimi anni la presenza di questa malattia degli ulivi mette a repentaglio l’immagine del paesaggio” scrive Giuseppe Franchi. E' possibile che non ci sia un rimedio? La rogna è una patologia nota e le cure ben divulgate. La vera malattia è l'incuria degli oliveti
15 novembre 2013 | T N
Gent.mo dott. Grimelli
al prof. Pazzagli, cui sono legato da stima e da una forte amicizia, ho posto una domanda che lo ha seriamente preoccupato ed mi ha suggerito di rivolgermi a lei.
(...ora ti pongo una domanda su una questione che nessuno fino ad ora ha affrontato in modo serio : è possibile che non si facciano ricerche specifiche su come “curare” la rogna degli olivi? Le colline di Buggiano ne sono infestate. Noi per il momento ne siamo esenti perchè ci possiamo permettere di raccogliere le olive a mano. Secondo noi la causa della diffusione della malattia è la raccolta meccanica. Ma se non si interviene, il paesaggio muterà?
Risposta: Per la rogna mi fai preoccupare : l’ulivo è l’elemento imprescindibile del paesaggio di Buggiano, che si configura innanzitutto come “colline dell’ulivo”. Potresti scrivere a qualche studioso di olivicoltura che potresti contattare a nome mio).
Agli inizi degli anni novanta, in pensione come docente di lettere ma da tempo impegnato nella difesa dell’ambiente, coordinai per conto della Associazione culturale Buggiano Castello, una iniziativa, in cui coinvolsi Pazzagli, denominata “Premio Le colline dell’ulivo”, a tutela del paesaggio rurale e del patrimonio ambientale che interessò, per cinque anni, i tutti i comuni collinari della Valdinievole. L’intento era di valorizzare, attraverso un riconoscimento, l’operosità dei coltivatori che mantenevano curato il territorio.
In questi ultimi anni la presenza di questa malattia degli ulivi mette a repentaglio l’immagine del paesaggio che in Valdinievole è olivato, come del resto quello di gran parte della Toscana.
E’ possibile che non ci sia un rimedio attraverso studi specifici? E’ questa la domanda che le pongo.
Augurandomi di avere una risposta, la ringrazio e la saluto cordialmente.
Giuseppe Franchi
Gentile Sig. Franchi,
il tema della rogna dell'olivo è stato lungamente affrontato in passato e approfondito, sia sul lato scientifico, sia su quello tecnico.
Quella che comunmente viene designata come rogna dell'olivo è la malattia causata dal batterio pseudomonas syringae vr. savastanoi. E' un batterio di per sè non particolarmente pericoloso per l'olivo e l'oliveto, se si attuano una serie di misure di prevenzione e di attenzione colturale. Occorre che gli olivi vengano regolarmente concimati e potati. Soprattutto sarebbe necessario intervenire con trattamenti rameici, generalmente dopo la raccolta in inverno e dopo la potatura in primavera per disinfettare le ferite aperte. Con questi semplici accorgimenti la rogna dell'olivo non è mai un problema.
La raccolta meccanica, credo intenda con agevolatori (i pettini elettrici o pneumatici montati su aste), non è di per sè foriera di una diffusione della malattia, se si attuano le corrette pratiche agronomiche già indicate. E' vero invece che alcune varietà, come la Frantoio, sono più sensibili di altre, come la Moraiolo, e che la Leccino, stando in ambito toscano, è quella che meno viene attaccata dalla rogna.
Non vedo la necessità di approfondire, a livello scientifico, ulteriormente le conoscenze sul batterio. Per le risorse a disposizione, credo che ci siano altre più urgenti necessità. Con questo non voglio assolutamente sottovalutare la portata del suo racconto, tutt'altro. E' infatti purtroppo vero che gli oliveti vengono via via sempre più abbandonati, sempre meno curati, così favorendo l'instaurarsi di varie patologie, non solo la rogna, purtroppo. Anche quando vengono coltivati, spesso, considerata la minima remunerazione, si tende a ridurre gli interventi agronomici, anche in maniera drastica, fino allo "sfinimento" della pianta. E' un'agricoltura di sfruttamento che mal si concilia con le peculiarità del territorio toscano che, invece, richiederebbe continue cure e attenzioni.
E' possibile recuperare questi oliveti malati di rogna? Per fortuna l'olivo è una pianta molto generosa che sa riprendersi con facilità. La malattia non si può curare con antibiotici, proibiti in agricoltura, ma è possibile ottenere buoni risultati attraverso una potatura di riforma che elimini le zone più colpite, per poi bruciare/distruggere, non interrare, la ramaglia infetta. L'olivo riprenderà vigore e tornerà sano, "autocurandosi", nel momento in cui si adottino tutte le operazioni colturali ordinarie precedentemente illustrate.
Cordiali saluti
Alberto Grimelli
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