La voce dei lettori 05/03/2011

Alchilesteri, non si può pretendere di capire se non si studia

Scrive Enzo Lo Scalzo: schietto e diretto, quindi rompiscatole e polemico, dicono. Già, perché i mass media gestiscono
"orrori di fesserie" con impudenza mai perdonata dai lettori più attenti?


Luigi,
Hai promesso e mantenuto la promessa (link esterno). Chiarezza, punto per punto,
definizione per definizione, attribuzione di competenza e commento da un
livello di competenza affidabile.

Schietto e diretto, quindi rompiscatole e polemico, dicono. Ma chi è in
grado di giudicare?

Hai dimostrato in questo articolo (link esterno) che la scienza ha alla fine aiutato a
scoprire le marachelle dei falsi leader di etichettatura e di
comprensibilità della qualità vera da parte del consumatore. La progressione
razionale dei chiarimenti delle interpretazioni (influenzati dal tam tam) e
dei contenuti (la chiarezza della scienza chimica quando è supportata dalla
prova e dalla ripetitività scientifica della prova e dei suoi risultati) è
spiegabile al consumatore.

La capacità del comunicatore è quella di sapere esportarne significati e
informazioni comprensibili all'uomo della strada.

L'uomo della strada, da parte sua, non può pretendere di capire se non ha
studiato la teoria scientifica portata a costituire prova, che resta valida
sempre fino al momento in cui non si dimostri con un'altra teoria
scientifica che contraddica la teoria precedente.

In questo senso la scienza può essere driver di sviluppo di una vita
migliore, guadagnata di volta in volta con un duro lavoro di ricerca
sperimentale e sperimentata. Step by step.

Mi spiace confermare la mia impressione che la dichiarazione fatta
pubblicamente da un "giornalista scientifico" che in Italia non esistono più
di cinque giornalisti di tale qualifica (riferimento all'occasione della
ricorrenza del centenario del Nobel a Camillo Golgi per la medicina,
festeggiato alla sede in Valcamonica di un sezione della Facoltà di Agraria
di Milano) sia ancora profondamente vera dopo altri 6 anni. Posso confermare
inoltre che la qualifica di "giornalista scientifico" non qualificherebbe
nessun giornalista - né generico né scientifico - di proporre pubblicamente
interpretazioni di informazioni scientifiche senza averne capacità di
critica, basata sulla sua "competenza" in quella materia. Pertanto anch'io
temo molto la "gratuità" delle "riflessioni" del giornalista generico e le
sue conseguenze sulla "informazione" vera.

Perché - nel nostro paese più che in altri - molti mass media gestiscono
"orrori di fesserie" con impudenza mai perdonata dai lettori più attenti?
Distorcendo l'informazione a vantaggio di parti? Generando infondate
repulsioni verso il sapere e la scienza? Deviando le aspirazioni dei
giovani? Generando caos tra le scelte che i poteri dello stato sono tenuti a
fare?

Per questo si assiste spesso in materia di salute e di sicurezza alimentare
alla costruzione di bufale impensabili o alla paura di insistere su
abitudini che meritano motivate variazioni per un miglioramento degli
effetti negativi per la società umana. Tutto è perfezionabile. Il motto di
una giovane associazione civile del mondo, che si poneva al servizio della
società civile, continua ad essere: "adopt, adapt, improve". Me ne sono
ricordato spesso nel corso della vita che sta giungendo al suo stadio
finale. C'è molto common sense, rispetto, convivibilità, progresso per una
società civile. Cosa vorremmo d'altro?

Sono tutte riflessioni noiose, per la mentalità comune, ma non per il
"common sense", forse la migliore guida al comportamento umano nei momenti
di imbarazzo.

Grazie per la lezione Luigi.

Con affettuoso applauso,

Enzo Lo Scalzo



Grazie per la bella lettera e le belle parole.
Grazie anche per i saluti affettuosi. Quando si è convinti della propria
onestà intellettuale non ci si può tirare indietro.
Io tendo la mano a Petrini, anche se sono stato duro. L'indignazione d'altronde è un sentimento che per fortuna ancora mi attraversa.

Qualcuno, sono certo, non avendo argomenti per ribattere mi calunnierà, magari accusandomi di essere vicino alle lobby. Troppo comodo. Altri, invece, avendo una libertà di giudizio, sapranno distinguere se le cose sono state
dette e scritte dal cuore o dal portafogli.

Io difendo l'olio extra vergine di oliva, non mi curo di difendere gli
interessi di una parte piuttosto che un'altra. Ho un animo ecumenico
(nonostante le mie sfuriate quando assisto alla disinformazione e
all'ignoranza, ma la volontà di unire resta sempre il mio unico obiettivo: so di
non riuscirci, tanto più in un Paese come l'Italia, eternamente diviso, conflittuale da sempre, fin troppo stupido per non far tesoro delle proprie risorse, da condividere con il beneficio di tutti.

Chissà, ma io ho uno spirito vitalistico che mi spinge sempre ad andare
avanti, anche se non sono affatto un ottimista.
Si può essere vitalisti, come lo sono io, ma senza credere in un futuro
migliore, perché non ci potrà essere un futuro migliore.

La deriva di molte associazioni di categoria ne è la più terribile dimostrazione di questo arretramento intellettuale e morale senza più freni.

Un abbraccio anche a te

Luigi Caricato

di T N