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Una legge contro i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico

Una legge contro i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico

Serve testo unico poichè le regole sono troppe e in contrasto. Per l'Accademia dell'Agricoltura ci vuole riforma a tutela di ambiente e territorio

06 dicembre 2023 | C. S.

Un testo unico contro gli effetti del cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico, a tutela dell'ambiente e del territorio, in particolare la montagna, che sia "al di sopra di tutto". A lanciare la proposta è Giorgio Cantelli Forti, presidente dell'Accademia nazionale di Agricoltura, questa mattina a Bologna al convegno dedicato al risanamento del territorio nel centenario della legge forestale di Arrigo Serpieri. "Sicuramente ci vuole un adattamento della situazione attuale- sostiene Cantelli Forti- ma questo non deve accadere per settori. Tutti gli interlocutori e gli addetti ai lavori devono sedersi intorno a un tavolo per contribuire alla fine ad avere una nuova riforma del territorio e dell'ambiente, in cui siano previsti anche i fondi necessari per la prevenzione".

Le regole e le informazioni "oggi ci sono- continua il presidente dell'Accademia- bisognerebbe mettere tutto questo in un sistema organico", dove tutti i soggetti coinvolti concordano su "un comune denominatore, al di sopra dei vari settori, di cui si accettano i benefici ma anche i sacrifici". In questo senso, sostiene Cantelli Forti, "un testo unico normativo che possa essere al di sopra di tutto, perchè ci giochiamo il nostro futuro e quello dei nostri figli, lo vedrei come una soluzione chiara nella sua applicazione, per evitare norme che contrastano tra loro". In poche parole, ribadisce il presidente, "è il momento che i vari segmenti della società si mettano intorno a un tavolo per avere sull'ambiente una normativa che sia al di sopra di tutto".

Il dissesto idrogeologico, afferma Cantelli Forti, "è anche una conseguenza di comportamenti errati dell'uomo". Quindi "ripristinare i luoghi è sicuramente importanti, ma dobbiamo lavorare prima, sulla prevenzione. Cioè far sì che ci sia conoscenza dei problemi e attenzione ai comportamenti". Nel Dopoguerra, sottolinea il presidente dell'Accademia nazionale di Agricoltura, "le esigenze economiche del Paese hanno imposto talvolta dei comportamenti troppo frettolosi e non c'è stato il tempo di riflettere. Oggi bisogna ragionare, è inutile parlare dei cambiamenti climatici se non condizioniamo il comportamento urbano e agrario attraverso regole ben precise e in un'ottica di recupero della montagna, dove è necessario ricostruire un'economia".

Montagna e pianura, del resto, "sono inscindibili- afferma Cantelli Forti- e se questo viene dimenticato porta a conseguenze drammatiche, come abbiamo potuto vedere. E' quindi importante vivere la montagna e la mano dell'uomo, sotto la guida pubblica, è fondamentale per la pulizia dei boschi e il mantenimento del flusso delle acque". Il convegno di oggi è stato anche l'occasione per presentare un volume dedicato ad Arrigo Serpieri, a 100 anni dalla legge di riforma agraria. "E' un piccolo breviario- spiega Cantelli Forti- un 'Manuale delle giovani marmotte' per la cura del territorio, perchè la sua politica è ancora oggi molto attuale".

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