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Furti e clima da Far West per la raccolta delle olive in Puglia
I furti e i tentativi sventati sono ormai all’ordine del giorno, in ogni territorio della Puglia. A rischio la raccolta delle olive e un commercio regolare dell'olio d'oliva prodotto
30 ottobre 2023 | C. S.
Interi raccolti di olive trafugati nottetempo, furti di mezzi agricoli, carichi scortati come fossero furgoni portavalori: “ciò che gli agricoltori, e i produttori olivicoli in particolare, stanno subendo in questo periodo è davvero inaccettabile per un Paese moderno, dove la sicurezza di chi produce, crea reddito e dà lavoro dovrebbe essere la normalità, siamo in uno stato di allerta e di ansia perenne”, denuncia Gennaro Sicolo, presidente regionale di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani.
I furti e i tentativi sventati sono ormai all’ordine del giorno, in ogni territorio della Puglia. La campagna olivicola è ormai in pieno svolgimento in ciascuna delle province pugliesi. Dopo mesi di tribolazioni, difficoltà, eventi atmosferici estremi e problemi di ogni tipo, dalla difficoltà di reperire manodopera all’aumento dei costi di produzione, finalmente negli uliveti di tutta la regione le aziende olivicole stanno cercando di raccogliere il frutto di mesi e mesi di lavoro, dopo aver speso migliaia di euro per proteggere le piante dalle fitopatie e intervenire con irrigazioni di soccorso contro gli effetti della prolungata siccità. Dal punto di vista qualitativo, si prospetta un’annata positiva. Proprio nel momento in cui si cerca di rilanciare un settore vitale, strategico e fondamentale anche dal punto di vista turistico per tutta la Puglia, con interessanti sviluppi e segnali di crescita per il turismo dell’olio, i tentacoli della criminalità rischiano di vanificare lo sforzo prodotto da centinaia di olivicoltori, decine di Organizzazioni di Produttori e consorzi, impegnati a sostenere un impegno importante e oltremodo rilevante anche dal punto di vista sociale e occupazionale per migliaia di famiglie.
“L’agricoltura e gli agricoltori vanno protetti e tutelati”, aggiunge Sicolo. “Siamo un’industria a cielo aperto, la più importante della regione da tutti i punti di vista. Non è possibile arrendersi a questo stato di cose, non è accettabile assuefarsi a questo clima da far west, perché vorrebbe dire che lo Stato non è nelle condizioni di garantire un diritto fondamentale dei cittadini, quello di avere un livello di sicurezza personale, imprenditoriale e lavorativo adeguato, all’altezza di un grande Paese qual è l’Italia. Gli olivicoltori fanno impresa. Lo fanno in modo moderno, con una pianificazione importante, investimenti rilevanti, impiego di mezzi e di personale. E allora è il arrivato il momento che lo Stato faccia sentire la propria presenza. CIA Agricoltori Italiani di Puglia ha elaborato proposte precise e attuabili. Crediamo sia possibile istituire una polizia rurale regionale che abbia competenze, ambiti e prerogative di intervento specifiche per contrastare più efficacemente l’azione della criminalità organizzata nelle campagne”.
“Il danno economico arrecato alle imprese agricole vittime dei furti è ingente e, ad esso, si aggiunge un sentimento di paura, rabbia e sgomento per quanto accaduto e per ciò che continua a succedere ormai da troppo tempo. Abbiamo chiesto più volte l’istituzione di una polizia rurale regionale. Alla luce della recrudescenza dei fenomeni, torniamo a chiedere di utilizzare anche l’esercito per presidiare efficacemente il territorio”, ribadisce Gennaro Sicolo.
“Occorre installare ‘occhi elettronici’ collegati alle strutture di controllo delle Forze di Polizia. In campagna le aziende agricole vengono derubate di tutto: attrezzi, interi impianti di irrigazione, perfino il concime e quanto gli agricoltori utilizzano per i trattamenti fitosanitari. In ogni caso, si tratta di materiale costoso, la cui sottrazione arreca danni davvero molto ingenti. In qualche caso, il personale delle società di vigilanza privata è stato minacciato dai criminali. Atti di intimidazione e di avvertimento mafioso spesso sono rappresentati dal danneggiamento doloso di piante e colture, con lo sradicamento o il taglio degli alberi. Da anni chiediamo una svolta sul piano della sicurezza, le aziende non ce la fanno più”, ha concluso Sicolo.
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