Associazioni di idee

Aumentano le superfici per la produzione di sementi

Aumentano le superfici per la produzione di sementi

Aumentano le semine con aiuti accoppiati previsti dalla Pac. Nel 2023 le superfici a grano duro a 1,28 milioni di ettari, concentrate per il 60% tra Puglia, Sicilia e Basilicata

09 ottobre 2023 | C. S.

Crescono le superfici impiegate per la moltiplicazione di sementi di grano duro per la prossima campagna. Secondo gli ultimi dati del CREA – DC, nel 2023 sono 72.800 gli ettari investiti a superfici portaseme, ossia quelli che serviranno per produrre il seme che sarà reso disponibile per le imminenti semine autunno-vernine. Si tratta di una crescita prossima al 10% rispetto al 2022 che arriva sull’onda degli aiuti accoppiati previsti dalla PAC per una coltura fondamentale del Made in Italy. A evidenziarlo è Assosementi, l’associazione che rappresenta le aziende sementiere italiane.

“Questo considerevole incremento è un segnale importante per il futuro del grano duro, ha dichiarato Eugenio Tassinari, Presidente di Assosementi. Gli agricoltori avranno maggiore disponibilità di sementi di grano duro nella campagna 2023-2024, primo anno in cui l’impiego di seme certificato sarà vincolante per avere accesso agli aiuti accoppiati PAC per questa coltura nelle aree del Centro-Sud Italia. L’industria sementiera è quindi pronta a soddisfare questa richiesta”.

Secondo i dati ISTAT, nel 2023 le superfici destinate al grano duro sono state 1,28 milioni di ettari e si sono concentrate per il 60% tra Puglia, Sicilia e Basilicata. A guidare la classifica delle province più coinvolte è Foggia con 240.000 ettari, seguono Palermo con 96.000 ettari, Potenza con 62.000, Campobasso con 58.000, Matera con 54.000 ed Enna con 52.000 ettari.

“Oggi solo sul 50% della superficie a grano duro viene utilizzato seme certificato. La scelta di incentivarne l’utilizzo risulta altamente strategica per assicurare la tracciabilità, migliorare la qualità delle produzioni e favorire la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura. Le disposizioni di legge impongono la commercializzazione esclusivamente di semente certificata per assicurare al produttore gli standard di purezza specifica, germinabilità e sanità del seme impiegato. Inoltre, l’operazione di concia compiuta dalle aziende sementiere assicura la protezione del seme da attacchi di patogeni” ha concluso Tassinari.

Potrebbero interessarti

Associazioni di idee

Olio di oliva in Puglia: si rinnova il Patto Etico

Frantoiani, produttori e organizzazioni sentono il bisogno oggi più che mai di restare uniti e coesi facendo gioco di squadra a tutela della qualità e del prezzo del prodotto finito. Lotta alle sofisticazioni tra le priorità

20 giugno 2025 | 11:00

Associazioni di idee

Nuove varietà aromatiche resistenti per l'Asti Docg

Un’attività di ricerca con la coltivazione di Piwi in un campo nel comune di Alba e uno di proprietà di un’azienda socia dell’ente consortile. In entrambi i siti sarà presente il Moscato Bianco come varietà di riferimento

19 giugno 2025 | 10:00

Associazioni di idee

L'olio extravergine di oliva della OP Oliveti Terra di Bari nel mondo

Bitonto, Minervino, Terlizzi, Corato, Ruvo, Toritto, Molfetta, Fasano lavorano insieme per dare ricchezza al territorio con l'olio. 64 milioni il valore della produzione, 20 milioni di euro l’utile di esercizio 

19 giugno 2025 | 09:00

Associazioni di idee

No al sottocosto sull'olio di oliva: più tracciabilità e valorizzazione del prodotto

L'industria olearia italiana delinea il suo bilancio dell’annata 2024-25, contrassegnata da crisi climatica e tensioni internazionali. Tuttavia, grazie al loro know-how, le aziende hanno saputo reagire alla situazione difficile

18 giugno 2025 | 09:00

Associazioni di idee

Troppa poca frutta nelle scuole italiane

Frutta presente solo in un distributore automatico su 100, la qualità dei pasti nelle mense scolastiche soddisfa appena 1 genitore su 3 

14 giugno 2025 | 12:30

Associazioni di idee

Ultimi passi per sbloccare il vino dealcolato

Il decreto fiscale rimane infatti l’ultimo nodo da sciogliere per consentire alle imprese italiane di dealcolare in Italia. Quello dei vini No-low è un mercato che in Italia vale oggi solo 3,3 milioni di euro

14 giugno 2025 | 10:30