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Tavolo olivicolo: aumentare la produzione e la competitività del settore olivicolo

Tavolo olivicolo: aumentare la produzione e la competitività del settore olivicolo

Gli effetti della Pac 2023-2027 sulle imprese olivicole saranno molto diversificati, si rischia di penalizzare eccessivamente quelle della Puglia

22 febbraio 2023 | C. S.

Il Vice Presidente CIA Gennaro Sicolo ed Il Responsabile del settore Olivicolo Francesco Castelluccio, hanno preso parte al tavolo olivicolo riunito presso il MASAF dal Sottosegretario di Stato Patrizio Giacomo La Pietra.

Al tavolo erano presenti tutti i principali attori della filiera olivicola italiana; il Sottosegretario La Pietra ha introdotto i lavori affermando che l’obiettivo principale dell’incontro era fotografare lo stato dell’arte del comparto olivicolo italiano evidenziando i punti di forza e le criticità al fine di puntare ad un potenziamento produttivo e qualitativo dell’olio made in Italy.

Il Vice Presidente CIA Gennaro Sicolo ha preso subito la parola ed è intervenuto al tavolo portando i saluti ed i ringraziamenti di CIA Agricoltori Italiani per l’istituzione del tavolo da parte del Sottosegretario.

Sicolo nel suo intervento ha posto all’attenzione del Sottosegretario e del tavolo riunito diversi temi importanti dell’agenda CIA per il settore: ” L’incremento della produzione di olio italiano e la competitività sul mercato interno e in quello estero non può che passare dall’incremento dell’aggregazione del prodotto attraverso le OP e le AOP che possono e devono ancora dare il loro prezioso contributo come fatto finora; nel settore olivicolo c’è vivacità e bisogna supportarla cercando di incrementare i fondi della OCM olio, così come si è fatto per la OCM Vino, attualmente il plafond a disposizione è di 34.590.000 di euro; inoltre l’olio EVO made in Italy va maggiormente tutelato ed incentivato, mediante processi di certificazione che garantiscano il giusto reddito a tutti i soggetti della filiera, in particolar modo, ai produttori primari cioè le aziende agricole, troppo spesso l’anello più debole della catena anche se il più importante perché a monte della filiera”.

Sicolo ha proseguito poi il suo intervento ribadendo con forza che: ”è importante tutelare le superfici e le produzioni già in atto, non è pensabile auspicare azioni volte all’incremento produttivo quando gli agricoltori sono continuamente vessati dai rincari degli input produttivi, dalla mancanza di manodopera che attanaglia l’agricoltura in generale, compreso il comparto olivicolo (si fatica a reperire personale per la potatura e la raccolta e dalla sufficiente specializzazione che richiede il comparto), la misura del Piano Olivicolo Nazionale con una dotazione di 30 MLN di euro è stata una goccia nel mare che ha lasciato fuori tante aziende perché i fondi non erano sufficienti, ci auspichiamo che si trovino risorse adeguate per l’attuazione di queste importanti misure che vanno quindi perseguite ed implementate”

Inoltre Sicolo ha ribadito la sua preoccupazione anche per la nuova PAC: “Gli effetti della Pac 2023-2027 sulle imprese olivicole saranno molto diversificati, si rischia di penalizzare eccessivamente quelle della Regione Puglia, dove le imprese olivicole oltre a subire una forte riduzione del pagamento di base per effetto della convergenza e del nuovo sistema di sostegno accoppiato che prevede l’erogazione del premio solo se in possesso della certificazione DOP, per non parlare della problematica legata applicazione degli Ecoschemi 2 e 3, per la quale urge un decreto di deroga per la Regione Puglia”.

Sicolo ha proseguito il suo intervento “esprimendo preoccupazione per il fenomeno dei cambiamenti climatici, ormai una realtà e non più una chimera e per le problematiche fitosanitarie come la Xylella, che avanza la sua corsa dal Salento verso il nord della Puglia, entrambi i fenomeni stanno fortemente incidendo sull’alternanza produttiva e qualitativa delle produzioni italiane.

In merito alla Xylella Sicolo ha ribadito: “si necessita della presenza di un Commissario ad acta in grado di prendere le giuste decisioni non più procrastinabili in quanto si corre il rischio di perdere la produzione olivicola della prima Regione olivicola Italiana”.

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