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Stop alla sugar tax: costerebbe 180 milioni di euro alle imprese

Stop alla sugar tax: costerebbe 180 milioni di euro alle imprese

L'introduzione dell'imposta dal 1 gennaio 2022 comporterà un incremento della fiscalità del 28% per le imprese e una penalizzazione dei consumi con ripercussioni negative su ogni anello della filiera

06 settembre 2021 | C. S.

La Sugar tax costerà al mercato 180 milioni di euro di fatturato nel 2022, rispetto al 2019, 250 milioni di forniture e oltre 5.000 posti di lavoro: è quanto previsto dallo studio Nomisma "Il settore delle bevande analcoliche in Italia nell'era post covid" presentato oggi al Cibus di Parma nel corso del convegno "La filiera delle bevande analcoliche, rischi e opportunità", organizzato da Asssobibe, associazione di Confindustria che rappresenta le aziende produttrici di bevande analcoliche, e Confagricoltura.

L'analisi economica, commissionata da Assobibe a Nomisma ed elaborata sull'entrata in vigore della Sugar Tax prevista per il prossimo 1° gennaio 2022, prevede in particolare che l'introduzione dell'imposta comporterà un incremento della fiscalità del 28% e una penalizzazione dei consumi con ripercussioni negative su ogni anello della filiera e su un settore "già fortemente indebolito dalla pandemia".

"Lo studio di Nomisma dimostra - commenta Giangiacomo Pierini, presidente Assobibe - gli effetti devastanti, economici e sociali dell'introduzione di un'imposta del valore di 10 euro/ettolitro in un momento già così incerto. Anziché - aggiunge - facilitare crescita e occupazione, con l'introduzione della Sugar Tax nel 2022 si avrà una contrazione del 16% del mercato a volume, -180 milioni di euro di fatturato rispetto al 2019 e -344 milioni di euro se consideriamo la perdita di giro d'affari nel 2023 rispetto al 2019".

"La Sugar Tax - afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - rischia inoltre di dare il colpo di grazia al comparto saccarifero nazionale, già fortemente danneggiato dalla liberalizzazione delle quote, che ha contribuito alla decimazione del numero di imprese e di zuccherifici. Sarebbe piuttosto opportuno individuare misure che siano adeguate ed effettivamente funzionali all'obiettivo di garantire la salvaguardia della salute e del benessere".

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