Associazioni di idee 20/07/2021

35 milioni di euro annui fodamentali per associazioni e organizzazioni di produttori

35 milioni di euro annui fodamentali per associazioni e organizzazioni di produttori

Le nuove regole per l’accesso ai finanziamenti confermano e consolidano la funzione centrale delle OP e delle AOP e l’importanza dell’attività di commercializzazione


L’Unione Europea conferma lo stanziamento di quasi 35 milioni di euro annui per l’olivicoltura italiana, rafforza il ruolo fondamentale della commercializzazione e sostiene l’importanza strategica di associazioni e organizzazioni di produttori per il futuro del settore.
 
È quanto comunica Unaprol, che esprime profondo apprezzamento per l’importante attività di mediazione svolta dal Ministero, nell’ambito delle discussioni con gli altri Paesi europei che hanno portato all’accordo sulla nuova Pac 2023-2027.
 
Nello specifico, i finanziamenti della nuova Ocm olio, nel biennio 2023-2024, non dovranno superare il 30% del valore della produzione commercializzata di ciascuna organizzazione o associazione di produttori, percentuale destinata a scendere al 15% nel 2025-2026, per poi arrivare al 10% a partire dal 2027.
 
“Le nuove regole per l’accesso ai finanziamenti confermano e consolidano la funzione centrale delle OP e delle AOP e l’importanza dell’attività di commercializzazione, già introdotta dalla programmazione precedente e di vitale rilevanza per il comparto - spiega il Presidente di Unaprol, David Granieri -. Un’impostazione che, dal nostro punto di vista, è decisamente migliorativa rispetto al limite precedentemente fissato al  5% e va nella direzione più volte indicata e sostenuta da Unaprol in questi anni”.
 
 “Il risultato è certamente importante per la nostra olivicoltura, a patto che si eviti il ripetersi, in futuro, di pericolose deviazioni, come la possibilità concessa, nel 2020, di derogare ai requisiti di riconoscimento relativi al valore minimo della produzione commercializzata – sottolinea Granieri -. Misura che, se pur motivata dall’emergenza sanitaria ancora in corso, ha di fatto favorito le organizzazioni di produttori meno virtuose e ha mortificato gli sforzi di quelle più performanti”.

di C. S.