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I Dottori Agronomi e Forestali vogliono una mobilitazione mediterranea contro Xylella

Gli interventi di sostegno e gli investimenti per il recupero dovrebbero essere inseriti in piani organici di sviluppo che non considerino esclusivamente l'olivicoltura, ma siano concepiti in una logica di paesaggio agrario

23 ottobre 2020 | C. S.

In una lettera aperta al Presidente del Consiglio e ai Ministri delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, degli Affari Esteri e delle Cooperazione Internazionale, per il Sud e la Coesione Territoriale, e dell’Economia e delle Finanze, il Presidente della FIDAF Andrea Sonnino e della ADAF della Provincia di Lecce Antonio Bruno, esprimono la loro preoccupazione per la grave minaccia fitosanitaria all’olivicoltura posta dall’epidemia di Xylella fastidiosa e sollecitano una mobilitazione delle risorse su vasta scala e con mezzi finanziari proporzionali alla magnitudine della minaccia.

La FIDAF e l’ADAF Lecce sottopongono inoltre una serie di proposte, tra cui quella di per intraprendere un’iniziativa Mediterranea di monitoraggio e prevenzione della fitopatia, e offrono la piena collaborazione dei Dottori in Agraria e Forestali per le iniziative di rilancio della olivicoltura e di sviluppo integrato delle aree interessate.

La FIDAF e l’ADAF, inoltre, sottopongono all'attenzione delle autorità le seguenti considerazioni:
1. La severità della fitopatologia e la rapidità della sua progressione impongono di considerare il problema da essa causata nella sua dimensione mediterranea e non solo in quella regionale. È quindi necessario avviare un’opera di sensibilizzazione dei produttori ed operatori nel settore dell'olio di oliva dei Paesi mediterranei affinché non cadano nell’errore di sperare di avvantaggiarsi competitivamente grazie alle nostre difficoltà, sottovalutando le capacità di migrare della epidemia, e che scelgano quindi l’opzione della collaborazione internazionale per limitare la diffusione sia della Xylella che del suo vettore. L’impegno della FAO ad assistere i Paesi NENA in programmi di monitoraggio e
prevenzione è sicuramente encomiabile, ma ancora limitato. La FIDAF e l’ADAF propongono pertanto che l’Italia assuma un ruolo da protagonista, finanziando e coordinando programmi mediterranei di monitoraggio e prevenzione, affiancati da interventi di formazione e di assistenza tecnica agli agricoltori. Gli organismi internazionali del settore
(per esempio FAO, CIHEAM, IFAD, UfM) potrebbero fornire le reti tecniche adeguate per la gestione di questi programmi.
2. Gli interventi di sostegno agli agricoltori e gli investimenti per il recupero dovrebbero essere inseriti in piani organici di sviluppo che non considerino esclusivamente la olivicoltura, ma siano concepiti in una logica di paesaggio agrario, ovvero di sistema degli agroecosistemi, più che di azienda agraria o di territorio delimitato da confini amministrativi. Interventi a livello di paesaggio agrario permettono di considerare le interazioni dell’ambiente naturale con la componente antropica, nelle sue
dimensioni economica, sociale e culturale. La FIDAF e l’ADAF propongono pertanto che venga promossa la programmazione integrata a livello di paesaggio agrario e si mette a disposizione per offrire il necessario sostegno scientifico e tecnico.
3. La necessità di muoversi all'interno di un quadro organico di intervento e di sviluppo che guardi al futuro considerando tutti i diversi aspetti del problema (scientifico, economico, ambientale, sociale e produttivo) e che si articoli in azioni concrete coordinate fra loro a sostegno degli operatori, delle Amministrazioni locali e del Sistema Italia nel suo complesso, richiede la costituzione di un “fondo per la ricerca” adeguato ed internazionale destinato specialmente a individuare soluzioni innovative per il contenimento della epidemia e per proporre soluzioni operative concrete per il rilancio integrato delle aree necessarie. Anche per questa proposta ci si può avvalere di realtà già operative e ben radicate nell’area del Mediterraneo, quali il CIHEAM, l’ICARDA e la Fondazione PRIMA.
4. I programmi di sviluppo dei paesaggi agrari avranno efficacia solo se elaborati coinvolgendo con metodi partecipativi le popolazioni interessate e tutte le parti in causa. Il lavoro svolto dall’Osservatorio sul Dialogo nell’Agroalimentare – promosso dalla FIDAF insieme ad altre organizzazioni – offre preziose indicazioni sulle metodologie partecipative che possono essere attuate. Anche in questo caso la FIDAF e l’ADAF si mettono a disposizione per offrire suggerimenti e proposte operative.

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