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Stop agli incentivi sulla produzione di biogas: si tuteli la libertà di scelta dei frantoiani
“Food first”, ovvero priorità al cibo, è solo una sloga. La priorità serve a continuare a garantire il monopolio della sansa da parte dei sansifici a discapito dell’industria energetica
30 settembre 2020 | C. S.
L'associazione nazionale Frantoiani Italiani Olio di Qualità (FIOQ) interviene sulla questione sospensione degli ecoincentivi destinati agli impianti per la produzione di biogas, per esplicitare in maniera chiara la posizione dei propri soci, operatori frantoiani che rappresentano il 30% della produzione italiana di olio extravergine di oliva.
Lo fa attraverso le dichiarazioni del Presidente, Riccardo Guglielmi: “Stigmatizziamo una situazione delicata e complessa che si sta palesando in questi giorni a causa della richiesta di sospensione degli ecoincentivi destinati agli impianti per la produzione di biogas, circostanza che sta comportando la rescissione in molti impianti di numerosi contratti di conferimento presso le stesse strutture dedite alla produzione di biogas da sanse umide. Ribadiamo con forza due concetti che rivolgiamo soprattutto in modo chiaro alla Assitol che sta caldeggiando questo blocco degli ecoincentivi nascondendosi dietro quello che sembra la parodia di uno slogan come “Food first”, ovvero priorità al cibo, priorità che quindi dovrebbe continuare a garantire il monopolio della sansa da parte dei sansifici a discapito dell’industria energetica. Su questo punto esprimo il mio dissenso per tre ordini di ragioni. La prima riguarda una libera scelta degli operatori frantoiani che ormai sono costretti a lavorare in un contesto di incertezza economica direi congiunturale, con un mercato che opera prezzi pericolosamente vicini ai costi di produzione e trasformazione con margini ridotti all’osso e distribuzione organizzata pronta ad aste al ribasso che scatenano una guerra tra poveri. In questa situazione i frantoiani devono essere liberi di ottenere un minimo (anche se talvolta irrisorio) surplus economico dalla vendita di sansa umida. La seconda ragione riguarda il ciclo di vita del prodotto e dei suoi sottoprodotti: attraverso gli impianti a biogas con il digestato c’è un ritorno di sostanza organica nei terreni per aumentare la fertilità degli stessi. Una questione da non sottovalutare in ottica di eco-sostenibilità del ciclo di produzione dell’olio. La terza, ed ultima, ragione inerisce una prospettiva ben più ampia ed è collegata ad una domanda, sicuramente provocatoria: se il mercato fatica ad assorbire stock importanti di olio di qualità e a remunerarlo nel modo giusto, che spazio può avere nel contesto attuale l’olio di sansa? Come FIOQ crediamo che fosse urgente mettere un punto alla questione in modo chiaro perché dietro lo scontro tra player diversi ma che agiscono sullo stesso mercato, quali sono ormai industria energetica e sansifici, a farne le spese sono ancora una volta i frantoiani. Questo non lo possiamo accettare e soprattutto non possiamo accettare che si facciano guerre rappresentando posizioni fasulle, dicendo mezze verità e nascondendo gli interessi di parte”.
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