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E' olio d'oliva, non petrolio, ma il governo fa orecchie da mercante
E' attualmente al Senato il Collegato Agricoltura che stabilisce l’innalzamento a sei metri cubi di capacità della soglia di assoggettamento dei depositi di olio di oliva agli obblighi di prevenzione incendi, al pari di quanto già previsto per i depositi di prodotti petroliferi
01 aprile 2016 | C. S.
“Il vigente quadro normativo vede i depositi e le rivendite di liquidi combustibili, di qualsiasi derivazione e di capacità geometrica complessiva superiore a 1 metro cubo, assoggettati ai controlli e agli adempimenti di prevenzione incendi previsti ai sensi del punto 12 dell’allegato I del decreto del Presidente della Repubblica n. 151/2011”. In pratica, sulla certificazione per la prevenzione incendi degli impianti di stoccaggio dell’olio di oliva, i frantoiani devono comportarsi come se stessero conservando una sostanza di origine petrolifera, nonostante le differenti caratteristiche chimico-fisiche del cosiddetto “oro verde”. A confermarlo il sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci che ha risposto in Commissione Agricoltura della Camera all’interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle.
“Chiedevamo al Ministro se e quanto sarebbero state emanate specifiche regole tecniche o linee guida ad hoc per la prevenzione incendi degli impianti di stoccaggio degli oli di origine vegetale, difficilmente assimilabile a quelle previste per gli altri depositi di liquidi infiammabili o combustibili – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura Montecitorio – Purtroppo, in merito, non abbiamo ottenuto alcuna risposta, tantomeno una tempistica certa. Temiamo che questa mancanza normativa continuerà a comportare oneri eccessivi, soprattutto ai piccoli frantoi la cui attività è limitata a pochi mesi l’anno, con ripercussioni sulla competitività delle nostre produzioni. Se vogliamo tutelare davvero il made in Italy e le nostre eccellenze agroalimentari, quale è il nostro olio – conclude L’Abbate (M5S) – dobbiamo rendere la legislazione più snella e appropriata, con norme chiare e procedure semplificate, senza rinunciare ovviamente alla pubblica incolumità”.
Sulla questione, inoltre, è attualmente al Senato il Collegato Agricoltura che “stabilisce l’innalzamento a sei metri cubi di capacità della soglia di assoggettamento dei depositi di olio di oliva agli obblighi di prevenzione incendi, al pari di quanto già previsto per i depositi di prodotti petroliferi – ha dichiarato il sottosegretario Bocci – una misura che consente di realizzare un equo contemperamento tra l’esigenza prioritaria di mantenere un elevato standard di tutela della pubblica incolumità e l’obiettivo perseguito dai frantoiani di ridurre gli oneri burocratici e finanziari a loro carico. Un passo avveduto, quindi, nella direzione auspicata dal M5S e dalle stesse associazioni di categoria”. Ma che, a conti fatti, non agevola concretamente un percorso di sburocratizzazione del comparto, dove l’olio di oliva continua ad essere equiparato ai prodotti petroliferi.
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