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Comolli: "perché si scrive vino quando si pensa all'alcol?"
Pregiudizi. Non dimentichiamo che già nel periodo illuministico i vini con le bollicine erano, dai detrattori e dai medici salutistici dell’epoca, considerati diavoleschi. E' opportuno fare chiarezza
03 ottobre 2009 | Giampietro Comolli
La signora Moratti a Milano proibisce la vendita di alcolici ai minori di 16 anni come rimedio repressivo. Sui giornali lâattacco al consumo di bevande alcoliche è diffuso, considerato che è in discussione sia il limite imposto per legge con lâalcol-test che lo sballo a tutti i costi dei giovani.
Noi italiani, come la gran parte degli europei, siamo cresciuti considerando il vino prima di tutto un alimento fino a qualche decennio fa, poi una bevanda ottima a tavola con una certa cucina, ora un complemento caratteriale e conviviale non solo a tavola e non solo nelle case tradizionali. Non dimentichiamo che già nel periodo illuministico i vini con le bollicine erano, dai detrattori e dai medici salutistici dellâepoca, considerati diavoleschi che facevano male alla testa.
Recentemente, grazie forse anche alla tecnologia, alla ricerca, alla riduzione di prodotti aggiunti, molte università del mondo declamano con ricerche alla mano i fattori coadiuvanti e le funzioni terapeutiche che il vino rosso possiede. Non ultima la scoperta che la quantità di potassio contenuta nei vini spumanti addirittura è fattore determinante nel combattere la pressione alta nel sangue. In tutte le ricerche è forte e chiaro il messaggio che la quantità di assunzione è determinante: addirittura si scrive che un eccesso di consumo rispetto ad una dose consigliata è controproducente, non solo inefficace.
Quindi è opportuno fare chiarezza sul consumo di alcol, sulla guida in auto, sul numero degli incidenti stradali, sul consumo con â gusto e misuraâ come dico sempre quando mi capita di parlare a qualche lezione o in famiglia. Ho figlie oramai grandi e in casa mia è possibile scegliere e approvvigionarsi di vino, molti ragazzi e ragazze frequentano la nostra casa da anni, ma mai ho scoperto o visto qualcuno âsballatoâ.
In casa non ho alcolici, o meglio superalcolici. Perché questo è un aspetto da chiarire: a parità di contenuto è ben diverso assumere un calice di vino a 11 gradi e lo stesso bicchiere di amaro a 40 gradi. Praticamente ci vogliono 4 calici di vino per pareggiare i conti. Non credo che un neoproibizionismo di maniera, fatto solo di regole senza controlli, con declamazioni pubbliche senza certezze nei numeri, con empirici riferimenti statistici sul numero di incidenti sia la strada giusta.
Credo di più nella cultura, nel controllo continuo e certo, nel far rispettare le norme seriamente, nel rispetto verso gli altri, nella considerazione di se stesso, nella costruzione di un dialogo e di un esempio in famiglia e dalla famiglia. Il consumo del vino in Italia in 30 anni è passato da 110 litri procapite a 45, non dico e non riporto la crescita dei litri dei superalcolici, dei grammi di cocaina. Sono convinto che se 30 anni fa circolavano 100 automobili nella stessa strada, oggi con 1000 auto è tutto più difficile, più pericoloso.
I punti pratici da tener presente, senza essere ne un avvocato di parte ne un difensore polemico e arrabbiato, sono altri. Sono sicuro che una attenzione maggiore nel rilascio di patenti, un serrato controllo che le auto abbiano i vivavoce del cellulare, allacciare le cinture di sicurezza, neopatentati alla guida di auto o moto di grossa cilindrata, lâuso di farmaci importanti ma che incidono sulla prontezza dei riflessi, la guida troppo prolungata, i decibel, considerare le strette strade di campagna e delle nostre città come piste da corsa, più vigili urbani sul territorio e meno in ufficio, fumare alla guida, non eseguire periodicamente la manutenzione dellâautoâ¦.
Forse ci sono ancora altri fattori di rischio che elencati così, fanno paura, lasciano perplessi noi genitori. Per questo credo che un grande senso civico insegnato a scuola e a casa, una famiglia attenta e partecipe, una cultura della concretezza e della non ignoranza possono essere le altre medicine giuste, non certo trovare un capro espiatorio in un numero assoluto come 0,5 grammi litro di alcol, misura che ha realmente effetti assai differenti da un soggetto allâaltro, da maschio a femmina, da grasso a magro, da malato a sano, da calmo a stressatoâ¦
La storia insegna che il proibizionismo generalizzato e assoluto, senza forme alternative e complementari, non aiuta. I nostri figli meritano più attenzione, non vanno parcheggiati a scuola e dimenticati allâangolo di una strada; noi adulti dobbiamo dare lâesempio e usare lâintelligenza nelle scelte e nelle leggi.
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