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IL VIN SANTO SECONDO GIACOMO TACHIS
Consumato abitualmente come dessert nella sua qualità dolce, può anche essere impiegato quale aperitivo nella versione di quasi secco. Rappresenta in ogni caso il vino dell’ospitalità e dell’amicizia. In un libro la storia e le tecniche per produrlo
13 marzo 2004 | Maria Carla Squeo
âIl Vin Santo è il vino della tradizione toscanaâ, ribadisce con fermezza Tito Barbini, assessore regionale allâagricoltura. La sua prefazione al volume non lascia spazio a equivoci: si tratta di una tradizione diffusa su tutto il territorio e in ben 23 denominazioni di origine tra le 39 complessive della Toscana contemplano nel disciplinare di produzione la presenza del Vin Santo.
Da qui evidentemente la necessità di evidenziare la natura del prodotto con un libro la cui stesura è stata opportunamente affidata a un enologo di fama internazionale qual è appunto Giacomo Tachis.
Il celebre Tachis ha dato molto alla terra che lo ha ripagato puntualmente nel corso degli anni con manifestazioni di grande stima, come per esempio lâassegnazione nel 1999 di una laurea honoris causa in Scienze agrarie da parte dellâUniversità di Pisa.
Lâautore procede iniziando con unâattenta analisi storiografica: âOrigini, storia, appellazioniâ è il titolo del capitolo dâapertura. Quindi lâattenzione si sposta sui tipi di uva impiegate, con le relative caratteristiche enologiche. Tante le domande. Lâuva deve essere molto matura o a giusta maturazione? Lâappassimento delle uve può far insorgere problemi tecnici? Ed ecco pertanto, in soccorso, la formulazione di una teoria dellâappassimento, con annesso studio fisico-chimico.
E lâappassimento con ventilazione forzata? Numerose sono state nel tempo le sperimentazioni, con risultati assai positivi. Câè comunque un accurato studio teorico intorno alla disidratazione e alle applicazioni pratiche, con richiami storici antichi e recenti anche circa i processi fisiologici dellâuva durante lâappassimento e i fattori fisici che ne favoriscono il processo.
I capitoli sono brevi e concisi, in bilico tra il linguaggio tecnico e specialistico e lâapproccio dimesso, in ogni caso divulgativo. Si arriva a considerare la Botrytis, la muffa grigia altrimenti conosciuta come nobile, che consente di ottenere un ottimo prodotto. Ma far sviluppare la Botrytis nella sua forma nobile, si sa, non è unâimpresa facile e scontata. Occorre professionalità .
Il libro è ricco di molte osservazioni tecniche, utilissimo per quanti operano nel settore e vogliano approfondire il tema. Si parla di fermnentazioni intracellulari, di sedimentazione dei mosti, delle caratteristiche del decorso fermentativo in caratello e di problemi fermentativi e altro ancora, tra cui, fondamentale, la preparazione del Vin Santo per lâimbottigliamento.
Giacomo Tachis, Il Vin Santo in Toscana; Civin, Siena; Edifir, Firenze; pp. 182, euro 15.
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